Dovi come Stoner, inseguendo il sogno

Il forlivese ha vinto in Qatar dopo anni di podi, un inizio che ricorda quello del campione del mondo Ducati

Andrea Dovizioso onora il titolo di vicecampione del mondo MotoGP™ nel migliore dei modi, vincendo la prima gara del 2018. Il pilota del Ducati Team ha aperto la stagione da protagonista battendo l’acerrimo rivale Marc Marquez (Repsol Honda), iridato in carica. L’anno del forlivese ha preso subito una piega altamente positiva, Dovizioso è visto da tutti come uno dei candidati al titolo e, con il catalano su RC213V, uno dei due piloti con le più alte probabilità di vittoria alla luce della forte condizione mentale non intaccata dalla pausa invernale.

Andrea Dovizioso, Ducati Team, Grand Prix of Qatar

Chi vince in Qatar ha il 50% di probabilità di portasi a casa il successo più grande. Lo dicono i numeri e la storia del MotoGP™ che parla di ben altro nel caso della marca italiana.

In questi anni, Dovizioso è diventato l’uomo Ducati. Già da tempo battezzato ‘Desmo Dovi’, il romagnolo è entrato nell’immaginario ducatista al pari di Loris Capirossi, il primo vincitore sulla moto scommessa in MotoGP™ (anno 2003) e Casey Stoner, il primo e unico campione del mondo in rosso nella stagione 2007 oggi collaudatore nonché ambasciatore globale del marchio.

Storie diversissime quelle di Dovizioso e del ragazzo australiano, ritrovatosi campione imparando a non cadere ma che in questo avvio di campionato hanno tanto in comune. Anche Stoner, nell’anno della sua consacrazione, ha fatto sua la gara di apertura in Qatar. Undici anni fa, il talento australiano gettò le basi per l’iride battendo Valentino Rossi, il dominatore di quelle stagioni. Come ha fatto Dovizioso con Marquez, la scommessa di Southport si impose sul re dalla classe che, escludendo l’anno precedente dove perse il campionato all’ultima gara, arrivava da un dominio di cinque stagioni consecutive.

Stoner, Australia, 2010

Altra similitudine tra i due è il passato comune in Honda, diverso come lunghezza ma comunque citabile. Certo è che la parabola sportiva di Stoner, più una meteora mai dimenticata che avrebbe potuto brillare ancora molte altre stagioni, è totalmente agli antipodi di quella del numero 4: Dovizioso è tra gli uomini che in lunghi anni di lavoro e magri risultati, batoste per dirla sportivamente, hanno portato la DesmosediciGP dove è ora, ossia, ad essere la moto migliore.

Analogie e differenza che si annullano in una sola parola: vittoria. La strada per dipingere ancora una volta il sogno iridato di rosso.