Phillip Island 2018, tutto diverso

Il GP australiano sarà speciale per diverse ragioni. Marquez può vincerne 4 di fila, Rossi può spezzare il digiuno, e gli altri?

La classe regina è pronta a scendere in pista per il secondo GP del triplete asiatico. Phillip Island attende i protagonisti della massima classe dopo che il titolo è già stato assegnato. Ha vinto Marc Marquez che adesso guarda alla prova sulla Baia di Cunningham per battere altri record, come quello delle quattro vittorie consecutive e già infranto nel 2014, anno meraviglioso del re.

Ma proprio legato a quella stagione c’è un altro mito da sfatare a Phillip Island. Nel campionato delle 10 vittorie e del titolo iridato vinto come questo a Motegi, la gara australiana di Marquez fu segnata da una caduta e lo stesso avvenne nel 2016. “Sono molto soddisfatto”, dice il numero 93 parlando del posto trionfo. “Adesso però devo stare rilassato e concentrarmi per evitare quanto successo qui nel 2014 e nel 2016”. Nella scorsa stagione, il campione del mondo vinse la prova di Victoria, dietro infuriò la battaglia dominata da Valentino Rossi (Movistar Yamaha MotoGP).

Se Marquez sta già pensando alla prossima stagione, il Dottore è fermamente concentrato a chiudere in bellezza questa. Sulla pista australiana, dove la sua M1 potrà essere competitiva, il nove volte campione ha un’altra occasione per spezzare la striscia negativa di non vittorie. Rossi si vede in lotta per la piazza d’onore ma sicuramente vuole di più, “Credo che questa pista sia una delle migliori, per noi come per molti altri corridori. La cosa più importante sarà girare con delle buone condizioni meteo. Per quanto riguarda il lavoro nei box dobbiamo trovare il bilanciamento corretto. Con questo possiamo essere efficaci in percorrenza di curva e lottare per il podio”. Continua Rossi che, dopo il quarto posto a Motegi, è chiamato al duello tutto italiano con Andrea Dovizioso (Ducati Team), ora davanti in classifica iridata di soli nove punti.  “La chiave per fare bene a Phillip Island è essere efficaci in curva e nei cambi di direzione, che necessitano anche di un grande sforzo fisico e tentare di gestire bene le gomme”. Rossi ha commentato anche il settimo successo iridato di Marquez.

Ma a sfidare apertamente il Dottore con una moto molto simile come caratteristiche tecniche alla M1, e quindi con le carte giuste per fare bene a Phillip Island, è Alex Rins. Reduce dal podio nipponico, il portacolori del Team Suzuki Ecstar è deciso a chiudere ancora un GP nelle posizioni che contano. “Possiamo fare bene”, dice lo spagnolo. “Anche qui in Australia”. Rins ha parlato della GSX – RR del 2019, embrionale ma portata però in pista dal collaudatore Sylvain Guintoli. “Il prototipo è migliorato dal punto di vista del motore e dell’aerodinamica ma la proverò solo dai test di Valencia”.

Gara speciale anche per altri sicuri protagonisti dalla FP1 in poi. Per Cal Crutchlow (LCR Honda Castrol) che vuole dominare tra i piloti ufficiali là dove vinse nel 2016, Jack Miller (Alma Pramac Racing) in pista davanti al pubblico di casa, è Alvaro Bautista, ora con i colori del Ducati Team in sostituzione di Jorge Lorenzo.

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