"Vale è impressionate, la sua forza è nell’applicazione"

motogp.com intervista Mick Doohan, e il cinque volte campione parla del campionato e dei suoi protagonisti

La stagione è stata molto intensa, ma il re è stato riconfermato…

“È stata una stagione appassionate e le gare sono state avvincenti, come ad esempio quella ad Assen. In molte occasioni non c’è stato un chiaro favorito e, anche se spesso Marc Marquez è stato il dominatore, è sempre stato difficile prevedere il vincitore. Credo che questo campionato è uno dei migliori che ricordo.

Ecco, quindi Marc…

“Non si è mai presentato e non si presenterà mai come un pilota che attende senza attaccare. La lesione all’ombro gli ha causato qualche problema sul finire della stagione ma da fuori sembrava non essere un pilota infortunato; questo è un segnale da campione. Vincere cinque titoli è una grande prova di forza”.

Che cosa pensi della sua aggressività?

“Non sono sicuro che si debba guidare così ma lui lo riesce a fare, è spettacolare, è il numero 1 ed è il più efficace. Credo che questo suo stile di guida sia una evoluzione e chissà, magar porterà il MotoGP™ a livelli più alti. Alla fine degli anni 80, quando le moto iniziavano ad essere veloci quasi come oggi, solo pochi piloti riuscivano a far dare il massimo a quei prototipi. Si muovevano molto sulla sella. Quella di Marc sia una evoluzione dello stile di guida”.

Alberto Puig dice che Lorenzo, ora in squadra con Marquez, lo porterà ad un livello ancora superiore. Sei d’accordo?

“Credo che Marc possa solo migliorare. Ha 25 anni e se pensiamo a Valentino Rossi che ne ha quasi 40 ed è ancora in evoluzione, Marquez crescerà sicuramente nei decenni. Adesso ha un compagno di team tre volte campione in MotoGP™ e sa che dall’altro lato del box c’è un rivale che lo può motivare. Quando correvo non badavo a chi fosse il mio compagno di squadra e penso che Marc faccia lo stesso. Vedremo una Honda molto più forte, questo è sicuro. Hanno due stili diversi, sono entrambi molto forti mentalmente e può solo essere un bene per la scuderia”.

Sorpreso di Valentino?

“Ha dimostrato che può competere contro chiunque anche adesso che ha 39 anni. Già questo è impressionate. Lui e Marc possono iniziare la corsa dalla 20esima posizione e arrivare davanti, entrambi colmano con le loro doti le lacune tecniche del prototipo, gli altri non riescono a fare questa cosa. Non sono sorpreso del rendimento di Valentino ma mi sorprende invece la sua longevità sportiva e la sua voglia di correre e vincere. Non ci sono molti esempi nello sport che restano così tanto tempo a quel livello. È incredibile ed è un grande personaggio per il MotoGP™. Credo che la forza di Rossi (come quella di Marquez) risieda nella loro applicazione mentale e nella loro capacità di spingere giro dopo giro. In questo sono i migliori, gli altri piloti non sono così costanti e competitivi giorno dopo giorno”.

Che cosa pensi di Andrea Dovizioso?

“È forte ma non sappiamo se la Ducati è una moto così perfetta per essere costante in tutto il campionato. Andrea è stato in Honda e anche lì ha lavorato molto per raggiungere grandi risultati. L’anno scorso ha fatto delle gare straordinarie, ma non sono state abbastanza per vincere il titolo o restare regolarmente davanti ai suoi avversari”.

Come vedi il ritiro di Dani Pedrosa?

“Sentiremo una grande mancanza in gara di Dani. È stato una parte importante di questo sport per anni ed è un vero peccato che non abbia mai vinto un titolo nella massima serie, lo avrebbe meritato. Sfortunatamente gli infortuni lo hanno frenato nei suoi momenti migliori. Diventare tester ufficiale KTM è comunque una grande occasione per lui e sono certo che sarà di grande aiuto”.

Esiste la sfortuna in MotoGP™?

“Certo. Spesso le cose sfuggono al nostro controllo. Puoi lavorare sulle tue prestazioni e prepararti per essere vincente ma se davanti a te cadono o se ti tradisce una macchia d’olio o la moto si rompe, tutto quello che hai fatto non serve più a nulla. Il rischio, in questo sport, è alto e reale. Per questo serve fortuna”.

Parliamo di Jack Miller.

“È un pilota molto veloce, lo abbiamo visto. Ma credo debba ancora lavorare sulla concentrazione per raggiungere gli obiettivi più alti. Non dico che non abbia una corretta applicazione mentale ma credo gli manchi un po’ di costanza per restare nelle posizioni di testa. Può essere il migliore ma spesso, quando è sotto pressione, commette errori. Sono australiano come lui e mi piacerebbe vederlo ai massimi livelli della MotoGP™. Sarebbe bellissimo per il nostro Paese, necessitiamo altre nazioni vincenti non solo l’Italia o la Spagna”.