Arenas: “Fantastico tornare a Jerez”

Il pilota del Sama Qatar Angel Nieto Team prepara il suo ritorno in Moto3™ dopo la caduta e rinnova gli obiettivi per il 2019

È passato quasi un mese da quando il pilota spagnolo è caduto durante un allenamento in bici prima di partire per il Gran Premio Motul de la Republica Argentina. Albert Arenas (Sama Qatar Ángel Nieto Team) potrà finalmente tornare in pista già al Gran Premio Red Bull de España e ha condiviso con noi i pensieri di quest’ultimo mese di convalescenza e l’emozione a sapere di poter tornare presto in sella.

Siamo contenti di sapere che tornerai a Jerez. Innanzitutto, come ti senti?

“Adesso sono molto contento, sono stati giorni difficili ma sono felice di sapere di poter tornare a correre già a Jerez senza problemi, abbiamo avuto la conferma dall’ultima TAC”.

Albert Arenas, Sama Qatar Angel Nieto Team, VisitQatar Grand Prix

Ha già iniziato a fare esercizi fisici?

“Adesso inizierò ad intensificarli. Già da cinque giorni ho iniziato ad allenarmi facendo nuoto, un’attività che non ero solito praticare ma che mi sta piacendo. Ho nuotano molto per mantenermi in forma e per fare cardio”.

A quale livello pensa di arrivare a Jerez? Si vuol dare una percentuale?

“La piccola frattura alla costola è ciò che più mi infastidisce e non so fino a che punto potrà darmi fastidio andando in moto. Mi allenerò per arrivare al 100% della forma ma solo il venerdì, una volta che sarò in sella alla moto, potrò davvero rendermi conto di come starò realmente”.

È passato quasi un mese esatto dalla sua caduta. Il tempo può passare molto veloce o molto lento, come ha trascorso questo mese? È stato più difficile a livello mentale o fisico?

“È stato difficile mentalmente anche perché era tutta un’incognita. Sapevo solo che non potevo andare in Argentina ed è stato difficile perché è successo il giorno prima di partire. Ho cercato di concentrarmi sul altro: ho letto, mi sono distratto imparando nuove cose, cercando di passare il tempo nel miglior modo possibile”.

È importante guardare avanti però torniamo un momento a parlare della caduta. Com’è avvenuta? Che cosa ricorda di quel momento?

“Avevo appuntamento con Alex Rins per fare un’uscita in bici, sarebbe stato l’ultimo allenamento prima di volare in Argentina. Si è trattato di uscire da casa, arrivare ad una rotonda (quella di Sant Cugat) dove c’erano delle buche e c’era una fogna lì vicino ancora umida che non avevo visto. Stavo guardando avanti, verso la direzione che avremmo poi preso. All’improvviso, mi si è piegato il manubrio e mi sono giravo prima che la bici mi colpisse le costole. Non mi sono fatto nemmeno un graffio ma è stato un impatto forte. Pensavo che non fosse niente, invece poi mi faceva male respirare e non mi sentivo molto bene. Da quel momento, i medici mi hanno “spaventato”, a me e a tutti gli altri, perché una lesione alla milza è sempre un’urgenza. Quindi, è stato uno shock quando mi hanno spiegato che cosa fosse successo, io ero pronto ad andare in Argentina il giorno dopo. Mi hanno detto: “ragazzo, tu resti qui perché dobbiamo operarti”. Da quel momento fino a quando arrivai all’ospedale è stato tutto molto strano: mi faceva male, non sapevo esattamente che cosa pensare… Però i dottori hanno fatto un lavoro straordinario fin da quando sono entrato in ospedale d’urgenza”.

Come ti hanno aiutato il team e i tuoi cari in questo periodo di recupero?

“Non sapevo per quanto tempo sarei dovuto restare in ospedale, mi dissero che in pochi giri sarei potuto uscire e tornare a fare una vita normale anche se non mi diedero nessuna data certa. I miei amici sono venuti ogni giorno in ospedale a trovarmi e mi è stato di grande aiuto. Non è stato facile dire alla squadra che non sarei potuto partire però mi hanno sostenuto e mi hanno dato fiducia, augurandomi di recuperare il prima possibile. Ma la cosa più bella è stata chiamarli, uno per uno e comunicare loro il mio ritorno”.

In Qatar è arrivato sesto al traguardo a 8 millesimi dal vincitore Kaito Toba. Masia e Canet si trovano a ‘soli’ 35 punti. È un margine recuperabile?

“Si, mi piace come suona (ride). Si può recuperare però non è un margine che si recupera in una o due gare. La cosa più importante adesso sarà arrivare con le stesse sensazioni che avevamo in Qatar, lo stesso con le quali mi trovo ora. L’infortunio non è stato causato da un problema avuto in moto ma da un incidente che potrebbe capitare a chiunque. Adesso ci concentriamo su Jerez, io ho molta fiducia nella mia squadra e i ragazzi credono in me, questa è la cosa più importante.

Ha guardato il GP dell’Argentina con gli amici in ospedale. In questa gara e in quella di Austin, quale dei suoi rivali le ha chiamato particolarmente l’attenzione?

“S’impara sempre guardando le gare da fuori. Ho potuto confermare che non c’è un favorito preciso. È come in una lotteria e il più costante durante il fine settimana è quello che starà lì. Ho visto Canet essere molto costante. Mi sono reso conto che si soffre quasi di più guardando la gara da fuori che standoci dentro perché si vede un gruppo di tanti piloti lottare e dall’esterno è davvero sorprendente però quando ci sei dentro sai che è tutto sotto controllo”.

Ha osservato bene Raul Fernandez? Sembra che ad Austin abbia fatto un passo avanti.

“Sì, sì. L’ho visto bene in entrambe le gare che non erano affatto facili da affrontare soprattutto senza conoscere il circuito. Sono contento di aver visto che abbiamo comunque questi due appuntamenti in modo positivo”.

Tornando a parlare del suo ritorno, sarà a Jerez. Non ha potuto ottenere grandi risultati, l’anno scorso non ha potuto nemmeno finire la gara però nel pre-stagione è stato veloce. Che cosa si aspetta da questa pista quest’anno?

“Nel 2017, con Mahindra ho fatto la miglior gara e mi sentivo molto bene. L’anno scorso ho avuto un problema con le gomme ed è stato il motivo per cui mi sono dovuto ritirare. Però parliamo di un circuito che mi piace molto, qui vinsi la mia prima gara nel CEV. Quest’anno durante i test IRTA abbiamo fatto un ottimo lavoro insieme alla squadra e questo mi dà molta fiducia per arrivare lì e poter ripetere i risultati ottenuti durante i test invernali. Penso che sia una pista fantastica per tornare. Sono stato fuori e poter tornare a partecipare al mondiale e farlo partendo da Jerez è fantastico”.

È il ritorno sognato, no?

“Certo, ho iniziato ad analizzare i pro e i contro e non c’è modo migliore se non tornare a Jerez, a casa. La mia squadra è motivatissima. Mi sono mancati molto i ragazzi del team e anche loro mi hanno trasmesso molto affetto. Spero che tutto questo mi dia ancora più forza tornando”.

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