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2018-06-01
By SKY Sport HD

Rossi a Sky: "Battere Marquez? Difficile ma posso farlo"

Il Dottore intervistato da Sky nel giovedì al Mugello. Vita privata, curiosità, tecnica e avversari. Tutto e di più del pilota Yamaha

Il GP d’Italia è iniziato da poche ore ma prima del venerdì di libere, Valentino Rossi è protagonista di una lunga intervista firmata da Guido Meda. Il Dottore parla a Sky Sport MotoGP nel giovedì dell’atteso appuntamento al Mugello, non una prova come le altre per il nove volte campione, pilota più rappresentativo della storia del motociclismo italiano.

Il portacolori Movistar Yamaha MotoGP affronta diversi temi, dai più personali e ‘di colore’ a quelli più tecnici come ad esempio la crisi della M1 che sta complicando i piani non solo allo stesso Rossi ma di Maverick Viñales.

La storia di Jeremy Burgess e Rossi

Aiutato da uno dei migliori giornalisti del MotoGP™, Rossi fa un parallelismo tra il difficile campionato 2007 al quale è seguito il vincente 2008 e questa stagione anticipata da un non facile 2017.

“Il Mondiale 2008 è uno dei più belli e importanti della mia carriera. Ero grande, lo metto al pari di quello del 2004 e del 2001. Sono i miei preferiti. Il 2007 era stato terribile per molti motivi. A Valencia, all'ultima gara era andata male, sono caduto. Dopo c'è stato un meeting, cruciale. Ho detto ai vertici della Yamaha di voler continuare con loro, ma la moto non andava e io volevo vincere. Avevo un interlocutore che era Masao Furusawa e capì la situazione. Rivoluzionò il reparto corse e la moto. Fecero tutti un grande sforzo, anche di riassetto interno, alcuni figure cambiarono, qualcuno rischiò anche  il posto, ma quei cambiamenti radicali ci fecero fare degli step incredibili. In più fu importante passare da Michelin a Bridgestone”.

E adesso? Rossi spiega: “Quest'anno ho un problema soprattutto di elettronica: Honda e Ducati hanno fatto uno step superiore sfruttando meglio la centralina, entrando da tutte le porte possibili. L'hanno sfruttata meglio e questo paga. Noi dobbiamo spingere fortissimo in quella direzione. questa è una moto bela da guidare, entra bene in curva, si ferma bene, ma il problema si presenta quando acceleri e lei scivola. Ci serve il tempo, per cui la speranza è quella di essere competitivi entro fine stagione, se va tutto bene. Ma la Yamaha deve fare come quella volta dopo Valencia, altrimenti ci mettiamo 5 anni”.

Parlando di grande impegno, Valentino commenta la mole di lavoro che durante il GP lui e i suoi meccanici affrontano ogni giorno: “Tutto un altro lavoro quello dei setting e dell'elettronica. E' complicatissimo, passa per un sacco di numeri. La mia preoccupazione è guardare i dettagli, trovare il meglio, curva per curva. Quando ci riesco mi dà gusto, è bello. E' necessario per arrivare al 100% in gara”.

Nell’intervista si toccano temi caldi, come ad esempio lo scontro di Termas con Marquez e il momenti tesi al box Yamaha tra Uccio e gli uomini Honda: “Era un momento caldo”. Racconta Rossi, “Uccio mi ha visto, mi conosce e ha capito che fare così era il male minore. E' andata bene così. Io e Marc abbiamo una storia lunga dietro...Una storia mai risolta”.

Ma parlando del Marquez avversario, che cosa ne pensa Rossi? “Come tutti i grandi piloti ha alzato il livello inventando ad esempio questa cosa della caduta-non caduta. Di cercare il limite anche a costo di cadere oppure di riuscire a parare cadute che di norma non sarebbero parabili. Il suo stile di guida è molto veloce, è il pilota che usa meglio la Honda, da questo punto di vista bisogna solo guardarlo e imparare”. E prosegue. “Batterlo? Certo che in condizioni ideali penso di poterci riuscire! Devo pensarlo. Altrimenti non sarei qui. Ma al momento mi sembra che oltre a lui anche la sua moto sia in gran forma, quindi dobbiamo lavorare. Molto. Il bello del nostro sport è che le cose cambiano dalla mattina al pomeriggio, magari i nostri tecnici indovinano la mossa e riusciamo ad avvicinarci a Marquez".

Rossi: "È un bene il podio dopo il Mugello"

Termina parlando del futuro, specificando una frase che racchiude tutta la forza e la determinazione atte a tenerlo ad alti livelli dopo oltre vent’anni: il grandissimo desiderio di essere pilota di moto sempre e fino alla fine. Ma una volta chiuso con la pista che farà Rossi? “Mi piacerebbe correre in macchina, fare delle cose belle come la 24 ore di Le Mans, girare sull'asfalto. E magari continuare anche con un team nel Motomondiale, sarebbe bello. Ma è una cosa molto complicata da fare. Tra desiderarlo un giorno e farlo passa una bella differenza”.

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