Il canale dedicato al MotoGP™ sulla piattaforma SKY, ha dedicato un generoso spazio al nove volte campione del mondo, Valentino Rossi (Monster Energy Yamaha MotoGP), lo scorso fine settimana. Il pesarese è stato ospite anche di #CasaSkySport insieme ai telecronisti delle gare, Guido Meda e Mauro Sanchini.
“Stiamo vivendo una situazione difficilissima, che non ci saremmo mai aspettati - Esordisce Rossi spiegando come stia vivendo questo periodo - Io sono a casa mia a Tavullia, siamo tutti confinati”.
Dopo un commento sulla delicatezza del momento storico che stiamo vivendo, Rossi è passato a parlare di alcuni dei momenti più emozionanti della sua carriera come la prima volta con la massima cilindrata: “Ricordo benissimo la prima volta che sono salito su una 500. È la moto più famosa ed iconica desiderata dai motociclisti, mitica. La prima volta l’ho provata a Jerez nel novembre del 1999 – ricorda il Dottore che, in quella sua prima volta con la Honda 500 era accompagnato da Burgess e Bernard - Era brutale e velocissima, non riuscivo ad andare dritto nemmeno sul rettilineo”. “Il primo giorno avevo fatto fatica, la moto andava veramente forte, il secondo invece avevo fatto dei bei tempi. Era velocissima ma allo stresso tempo facile da guidare, mi sono trovato bene quasi subito. Sono stato fortunato perché ho guidato sia la 500 sia la MotoGP™ ma mi ha impressionato molto di più la Honda 500 a quel test rispetto alla prima Honda a 4 tempi che ho provato il giorno dopo la vittoria della Otto ore di Suzuka, nel 2001”.
Nella lunga intervista rilasciata a SKY Sport, Rossi ha parlato anche dei caschi studiati insieme al designer Aldo Drudi. “Quello a cui sono più legato è quello che ho usato al Mugello nel 2008, con la mia faccia”. “Ne abbiamo realizzati tanti per i test, per il Mugello, per Misano, per le vittorie dei Mondiali… Ho lottato con la Dainese cercando di rendergli il minore materiale possibile alla fine dell’anno. Tutto quello che ho fatto l’ho raccolto nella stanza dei segreti, che è come un museo”.
Rossi parla del suo esordio nell’élite a 20 anni di distanza
Uno degli argomenti affrontati è stato proprio quello relativo alla nascita di un museo dedicato al nove volte campione del mondo: “Stiamo lavorando all’ipotesi di aprire un museo per raccogliere tutto il meglio della mia carriera. Tavullia è un vero luogo di pellegrinaggio, arrivano tanti tifosi e sarebbe bello avere un museo”.
Ma prima di pensare a questo affascinante progetto, il Dottore è concentrato sull’aspetto racing della sua vita: “È stata dura non affrontare il primo GP della stagione, abbiamo capito che non avremmo corso proprio la domenica prima di partire per il Qatar. Il mio futuro? Speravo di poter decidere se continuare dopo la prima parte della stagione, ora slitta tutto, mi piacerebbe avere un po’ di gare per capire quanto possa ancora essere competitivo”.
“Mi piacerebbe fare una gara contro Kevin Schwantz: è stato sempre il mio pilota preferito, da piccolo guardavo le gare degli anni d’oro del motociclismo con gli americani e gli australiani. Sarebbe bello affrontarlo, lui con la sua Suzuki e io con la Yamaha 500”.
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