Da Jackass a Jack, il Miller desmodromico

L'australiano potrebbe essere la sorpresa della stagione con i colori Alma Pramac Racing. Le tappe della sua crescita

“Jack Miller? La speranza è quella di riuscire a fare emerge un pilota che ha un talento smisurato”, sono le parole di Francesco Gudotti, team manager Alma Pramac Racing parlando degli obbiettivi futuri della scuderia Ducati. Nella struttura senese, da qualche mese è approdato il pilota australiano che in questo 2018 inizierà il suo quarto anno completo nella classe regina.

“Una volta arrivato, abbiamo capito di aver a che fare con un ragazzo che è cambiato abbastanza rispetto a quella che è la sua nomea. Mi è sembrato molto più riflessivo e quando ci ho parlato ho visto che il suo atteggiamento era positivo tenendo un profilo abbastanza basso”. Così Guidotti descrive il nuovo acquisto in una recente intervista a motogp.com: il ducatista Miller è un pilota diverso, più maturo e con una attitudine differente rispetto alle passate esperienze nel campionato del mondo.

Dopo il secondo posto iridato in Moto3™ nel 2014 e un esordio nelle competizioni iridate caratterizzato dalle molte, troppe cadute; Miller passa nella categoria regina facendo un salto di cilindrata che nel paddock, agli occhi di molti, è sembrato azzardato.

Il ragazzo di Townsville passa nella massima serie con un’altra promessa delle due ruote, quel Maverick Viñales che da campione del mondo della piccola cilindrata sembra così agli antipodi come modo di affrontare la MotoGP™. I due, amici e rivali, percorreranno infatti strade diverse.

Dopo un anno con il team LCR Honda fatto di ritiri e magre soddisfazioni, nel 2016 Miller diventa portacolori della struttura Estrella Galicia 0,0 Marc VDS iniziando un cambiamento (e un accrescimento) che lo porta anche alla prima vittoria nel TT di Assen. Un successo arrivato sul bagnato dopo una gara interpretata con saggezza, la giusta dose di temperamento e fredda attesa.

Nella spettacolare impennata sulla linea di meta si intravede tutta l’irruenza degli esordi mescolata alla certezza di poter entrare tra i migliori del MotoGP™, così come nel netto e chirurgico sorpasso a Marc Marquez (Repsol Honda), che frutta al pilota satellite Honda la leadership della corsa, si nota una presa di coscienza fino a quel momento celata. La festa è grande nel box Marc VDS, Miller ricorda le critiche subite e mette a nota. La stagione sarà poi segnata dagli infortuni che gli impediranno di ripetersi.

È un Jack senza Jackass? Così era chiamato per la l’inquietudine e l’irruenza, la poca applicazione in una categoria dove serve più di ogni altra cosa il rigore. Non ancora, ma il 2017 è segnato da una costanza di piazzamenti che dimostrano un passo in avanti verso la definitiva maturità. Non arrivano podi e vittorie ma il numero 43 è per nove volte nella top dieci vittima però di un ennesimo infortunio.

Il 2018 si apre con un grande cambiamento per Miller i che già dai test di Valencia sale sulla nuova moto, la DesmosediciGP del team satellite di Borgo Panigale. La Ducati è una scommessa che in molti hanno perso ma per l’australiano non sembra essere così. Nei test invernali il lavoro è grandissimo, così come la dedizione alla causa. Miller sembra ducatista da sempre, è veloce e tra i migliori presentandosi alle prove di apertura dell’anno a Sepang come la possibile sorpresa della stagione. Serietà, la passione di sempre e tempi da prime cinque posizioni in linea con i ducatisti ‘datati’ entusiasmano la squadra italiana armata anche di un motivatissmo Danilo Petrucci su GP18.

Jack Miller, Alma Pramac Racing

Jackass non c’è più? Attendiamo. Quello che si è visto però è un Jack che già mette paura a molti avversari.