Un pilota satellite potrà essere il re?

Pareri unanimi su una prospettiva che, negli ultimi anni, ha reso la classe regina incerta ed emozionate

Nel 2017 abbiamo visto che piloti satellite hanno potuto lottare per la vittoria e sfidare allo stesso livello le scuderie ufficiali. Già si è assistito nelle stagioni passate della classe regina a successi di piloti non ufficiali: da ricordare, i risultati Cal Crutchlow (LCR Honda Castrol) e di Jack Miller, oggi ducatista Alma Pramac Racing. L’anno scorso, Johann Zarco ha stupito tutti andando sul podio per tre volte e, una volta incoronato rookie dell’anno, al portacolori Monster Yamaha Tech3 è mancata solo una vittoria che sarebbe stata meritato. Discorso analogo per Danilo Petrucci (Alma Pramac Racing), autore di quattro finiture nelle posizioni che contano. Il francese, il ternano e Crutchlow oggi dispongono di moto sulla carta identiche a quelle dei box ufficiali. Ma oltre alla vittoria domenicale, un corridore satellite può raggiungere il successo iridato?

Alla conferenza stampa del giovedì del Qatar, appuntamento che apre il 2018, si è parlato proprio di questo.

“È una bella domanda”, dice Zarco, chiamato direttamente in causa. “So solo che l’anno scorso ho chiuso come sesto e penso che il mio obiettivo resti la top 5. Al massimo potrai arrivare a lottare per il podio in campionato”.

Johann Zarco, Monster Yamaha Tech 3, Qatar MotoGP™ Official Test

Marc Marquez (Repsol Honda) ne è convinto nel caso del collega su moto alata numero 35.

Per Andrea Dovizioso invece dipende dalla Casa: “Nel caso di Ducati sì, Danilo ha una moto ufficiale a tutti gli effetti, ha le carte in regola per lottare. La differenza tra una scuderia ufficiale e una no è solo nella velocità di raggiungere gli obiettivi”.

Se per Maverick Viñales (Monster Yamaha MotoGP) i satellite possono aspirare alle migliori posizioni, anche per Valentino è così: “A volte è più difficile per un pilota non ufficiale, Zarco e Crutchlow sono molto forti e la Casa gli dà materiale di primo livello, credo che c’è un bell’equilibro”.

Maverick Vinales, Movistar Yamaha MotoGP, Cal Crutchlow, LCR Honda Castrol, Photo-Opportunity

In fine concorda Andrea Iannone (Team Suzuki Ecstar), por non disponendo (ancora?) di una riferimento di Hamamatsu non ufficiale.

La parola al padre del MotoGP™, Carmelo Ezpeleta, CEO Dorna Sports: “È importante che i piloti satellite siano competitivi. Mi piacerebbe avere 12 piloti satellite e 12 ufficiali allo stesso livello. Siamo vicini ma seguiamo gli eventi, le Case conoscono i pro e contro di avere un team esterno”. Termina, “Noi per ora abbiamo posto le basi”.