“Ho giocato le mei carte e ho vinto”. Sono le prime parole di Cal Crutchlow, il trionfatore del GP d’Argentina dopo la pazza gara e una domenica di fuoco. Tutto ruota attorno all’incertezza e il pilota LCR Honda Castrol mette in pista, la sua pista illeggibile, variabile e traditrice dopo la pioggia, una prova di alto livello.
L'inglese si è calato nella battaglia per la vittoria dopo la partenza dalla quarta fila in un crescendo emozionate e, negli ultimi giri, anche Johann Zarco (Monster Yamaha Tech3) si è arreso alla voglia di successo di Crutchlow. Festeggia il box satellite di Minato dove è stata grande la tensione vissuta dal manager Lucio Cecchinello, poi esplosa in grande gioia.
A occhi chiusi prima della gioia
25 punti, 38 totali in campionato e la terza vittoria nella classe regina con l’Union Jack che torna a sventolare sulla massima serie dal 1977, anno della corna del leggendario Barry Sheene.
Crutchlow: "Ho giocato le mie carte"
“Sapevo che potevo riuscirci”, prosegue Crutchlow; “Perché è stata una gara abbastanza strana ma per me abbastanza normale. Mi sentivo bene e non ho voluto correre rischi. Semplicemente mi sono giocato le mie carte e sono rimasto nella scia degli altri. Sono felice per la squadra e per la Honda”.
Crutchlow: "Ho gestito bene le gomme"
Il primato in campionato però dà realismo più che sogni: “Non siamo al livello per lottare al primo posto in classifica. Siamo vicini e questo certamente mi aiuta, ma non pensavo che avrei potuto essere leader. In Texas cercherò di ottenere un buon risultato, anche perché non dobbiamo vincere ogni gara”.
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