This is MotoGP: la fiducia

Aleix Espargaro, il team Gresini e la RS – GP: una relazione di fiducia votata a grandi obiettivi

Penso alla fiducia solo quando mi fermo a riflettere. Non mi capita spesso durante la stagione. Il calendario fitto di GP e di test, i fine settimana di gara e gli allenamenti, lasciano poco spazio ai bilanci e al guardarsi dentro, al guardarsi attorno. Ma a volte mi capita di restar solo ad esempio quando esco per seguire la mia seconda passione, grande forse quanto la moto: la bicicletta. Allora lì, pedalando tra le cime dei Pirenei, ripercorro la mia carriera arrivando fino agli anni recenti.

Non ho da chiedere di più come uomo, ho una famiglia stupenda e una vita perfetta, come pilota però ho ancora grandissimi obiettivi e la realizzazione di questi si basa, anche, sulla fiducia. Corro in MotoGP™ da dieci stagioni ma mai come oggi mi sono sentito parte di un progetto ambizioso e credo di essere un ingranaggio fondamentale in una sfida che ha tutte le carte in regola per diventare gloriosa.

Da Noale al podio, accompagnato da questa famiglia che è molto di più che una scuderia del campionato del mondo. Le persone che mi circondano in questa avventura, nel mio lavoro, vivono al massimo della passione ogni giorno. La fiducia è reciproca, e questo è l’aiuto più grande soprattutto quando le cose non vanno come dovrebbero.

La mia è piena fiducia in un progetto che parte da lontano, non ha fretta di bruciare le tappe e migliora costantemente ogni anno forte di una tradizione che è insegnamento per molti dei nostri rivali. Seguo alla lettera le parole di Romano (Albesiano, ndr) in lui, certamente, ho grandissima fiducia. Confido tantissimo nella nuova struttura capitanata da Massimo Rivola, uomo di esperienza decennale nei motori che già dai primi passi in Aprilia ha interpretato in modo esemplare il ruolo di guida. In un team manager come Fausto (Gresini, ndr), appassionato, d’esperienza e di successo non si può che non avere fiducia.

E poi, la fiducia in chi lavora con te, chiunque, cosa che nello sport professionistico è tutto. Persa quella, i rapporti si indeboliscono e si ragiona da singoli, sarebbe la fine della nostra forza. Inutile nasconderlo, nel nostro caso l’impatto del costruttore è minore rispetto alle scuderie ufficiali delle multinazionali, e non solo giapponesi. Siamo più piccoli, ma con una grande forza d’insieme e con tanta, tanta fiducia Aprilia ce la farà. Io ci credo e in ogni attimo ai box e in pista metto tutto me stesso per dare vigore a questo nostro modo di essere.

Non lo nascondo, per me sono importanti le identità. La nostra, intendo quella Aprilia, è forte e radicata. Ammetto che portare sulla carena del mio prototipo, delle mie moto, la bandiera italiana mi fa un effetto strano, e bello. Vivo nel profondo questo modo di sentirsi parte di un Paese, di una nazione, rappresentarla ed essere riconosciuti per i propri colori nel mondo. Competere e correre avendo piena fiducia in quanto fanno in Italia, a Noale, in fabbrica, nel nostro reparto corse, è ciò che mi dà la tranquillità necessaria per dare tutto e molto di più dalle libere alla bandiera a scacchi. E pensando anche alla grande storia Aprilia, alle vittorie e ai titoli del passato, la fiducia nel lavoro di chi mi accompagna si rinnova ogni giorno.