Le chiavi della macchina e la prossima cena

Nel suo blog, il commentatore di MotoGP™ Nick Harris parla dei problemi di concentrazione che si hanno girando al comando in solitaria

Tutto sembra molto facile ma non lo è. Piazzati in testa fin dall’inizio, allontanati dal gruppo degli inseguitori ai primi giri o, come ha fatto Marc Marquez domenica, già al primo giro e poi metti il turbo per la vittoria senza preoccuparti di niente al mondo. Chiedi a qualsiasi pilota di talento in grado di compiere quest’impresa e tutti ti diranno che può essere uno dei modi più difficili per ottenere 25 punti in campionato.

Il due volte campione del mondo della 500cc Barry Sheene mi spiegò che aveva bisogno di più concentrazione quando era in testa per evitare che la mente iniziasse a fare strani viaggi. Tutto quello che gli stava davanti era chiaro e la lavagna con i tempi era l’unico riflesso della realtà, del mondo reale. Era importante mantenere i tempi del giro bassi e costanti, non solo per evitare che i rivali si avvicinassero, se non per mantenere la mente concentrata.

Mi disse che era molto più facile alzare i tempi sul giro e che la sua mente iniziasse a viaggiare facendo pensieri strani che non avevano niente a che fare con le gare di moto del campionato del mondo. “Dove ho lasciato le chiavi della macchina?”, “A che ora è il volo per tornare a casa?”, “Che cosa ci sarà per cena?” erano le riflessioni più comuni.

Sono sicuro che sia stato vitale per il 15 volte campione del mondo, Giacomo Agostini, avere la possibilità di doppiare alcuni piloti per mantenere la concentrazione visto il suo dominio nei Gran Premi di 350cc e 500cc a fine anni sessanta e all’inizio degli anni settanta. Nel 1969, Ago sulla MV Agusta vinse la gara da 183,300 chilometri in 500cc del Gran Premio del Belgio celebrando a Spa Francorchamps, dove arrivò con quattro minuti e 19 secondi di vantaggio alla Triumph del secondo classificato, l’inglese Percy Tait, unico pilota che non doppiò.

Una settimana più tardi, al Gran Premio di Germania al Sachsenring, doppiò tutta la griglia. Ago fece quello che doveva fare, però sono sicuro che la sua battaglia epica con la Honda di Mike Hailwood e il fatto di portare la Yamaha a questo primo campionato del mondo nella categoria regina gli portò più soddisfazione del record di 122 vittorie.

Siamo stati viziati negli ultimi due decenni vedendo così ravvicinate, come le 52 manovre di sorpasso nella battaglia epica di Phillip Island i quattro anni fa. I tre Gran Premi prima di Aragon hanno celebrato sfide all’ultima curva dove Marquez era coinvolto.

Il pilota del Repsol Honda ha dimostrato con la sua gara magistrale di domenica che, a volte, solo bisogna avanzare fin dal principio e concentrarsi fino alla fine. I campioni del mondo possono vincere in qualsiasi circostanza e le sue ultime due vittorie lo hanno dimostrato perché potrebbe il suo ottavo campionato del mondo in Thailandia in un paio di settimane.

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