Grazie Cal, mi hai salvato la vita!

Nick Harris, ex commentatore del MotoGP™, celebra la carriera di Crutchlow e dei piloti britannici che lo hanno preceduto

Sarò franco: promisi che se non avessi commentato almeno una vittoria in MotoGP™ conquistata da un pilota britannico prima di andare in pensione, mi avrebbero dovuto tirare fuori dalla cabina di commento a forza. Grazie a Cal Crutchlow la mia promessa non venne mai stata messa alla prova.

Ho sempre ammirato Cal fin dal suo arrivo in MotoGP™ mentre si allontanava dalla carriera di grande successo intrapresa nel WorldSBK. Penso che anche Cal si sia chiesto più volte se fosse stata la scelta giusta, ma continuò a lottare vincendo tre Gran Premi in MotoGP™ prima di annunciare la fine della sua carriera da pilota professionista per diventare collaudatore Yamaha.

Pioveva a dirotto quando arrivammo al circuito di Brno la domenica mattina del 21 agosto 2016. Ben 35 anni prima avevo assistito, raccontato e festeggiato la vittoria di Barry Sheene in 500cc del Gran Premio di Svezia ad Anderstorp. Barry vinse la corsa di 30 giri con la Yamaha mentre Boet van Dulmen e Jack Middelburg completarono il podio dell’ultima gara della stagione. Ricordo di aver scattato le foto di Barry e del suo compagno di merende, Marco Lucchinelli, con la testa del vincitore nella ghirlanda. Il nono posto di Lucchinelli fu sufficiente per portare a lui e alla Suzuki il titolo mondiale.

Nonostante gli sforzi di personaggi del calibro di Niall Mackenzie, Jeremy McWilliams e Ron Haslam e anche sostenendo che il campione del mondo del 1987, l’australiano Wayne Gardner che già da anni viveva nel Regno Unito, nessun pilota britannico è più salito sul gradino più alto del podio nella massima categoria. Barry Sheene era morto 13 anni prima e onestamente iniziai a credere che non sarebbe mai più successo fino a quando non è arrivato Cal.

Quella giornata di pioggia in Repubblica Ceca iniziò così bene. Lo scozzese John McPhee vinse il suo primo Gran Premio in Moto3™ sul bagnato. Aveva poi smesso di piovere un’ora prima dell’inizio della gara della MotoGP™, ma la pista era ancora bagnata. Crutchlow era 15° alla fine del primo giro, ma quando la pista iniziò ad asciugarsi, recuperò terreno. Intorno al 12° giro ho avuto il primo sentore: la storia stava per essere scritta, Cal era quarto. Volevo tanto che accadesse ma ero in preda al panico perché non avevo niente, nessun dato a portata di mano, così continuai a parlare. Quattro giri dopo era in testa, staccandosi da Rossi e Marquez. Commentare l’ultimo giro ad occhi chiusi non è molto professionale, ma è esattamente quello che ho fatto io, sbirciando tra le dita un paio di volte, fino a quando Cal non passò sulla linea del traguardo. Era molto più calmo di me durante la conferenza stampa che seguì e poi, due mesi dopo, vinse di nuovo a Phillip Island in Australia. A Barry Sheene sarebbe piaciuto molto.

Grazie mille Cal. Buona fortuna per il futuro con Yamaha.

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