Darryn Binder continua l'adattamento alla MotoGP™

Il rookie sudafricano è migliorato costantemente nei tre i giorni di 'shakedown' a Sepang ma sente di poter dare molto di più

Ventilatori e vasche di ghiaccio sono stati essenziali per il paddock durante lo ‘shakedown’ a Sepang, segnando il ritorno della MotoGP™ nel sud-est asiatico per la prima volta in due anni. Con delle temperature che si avvicinano ai 35°, è stata una vera sfida per i cinque rookie della classe regina scendere in pista e capire come ottenere il meglio dalle loro nuove moto.

Queste condizioni difficili hanno certamente ostacolato i progressi di Darryn Binder (WithU Yamaha RNF) nella giornata conclusiva e, lui stesso ha ammesso di essersi sentito "un po' lento e stanco" dopo due giorni impegnativi.

"Sono stato abbastanza contento del primo giorno - ha spiegato Binder - Poi ieri abbiamo fatto di nuovo un buon passo. Mi sentivo sempre meglio ogni volta che salivo sulla moto, ma allo stesso tempo, sentivo caldo, e non è una condizione facile da gestire, soprattutto su questa moto".

"Questa mattina non mi sentivo troppo bene. Sono andato più veloce ma non quanto avrei voluto. Non abbiamo provato con un 'time attack' alla fine della giornata. Sento che mi piacerebbe essere un po' più vicino agli altri ragazzi ma, allo stesso tempo, sono stati tre giorni positivi. Sono migliorato costantemente senza fare cadute sciocche o errori. Passo dopo passo ho capito molte cose e i ragazzi mi hanno insegnato tanto. Questa moto è un'arma. Abbiamo fatto un 'long run', di circa 12 giri, per chiudere la giornata al fine di capire meglio come va la moto col serbatoio pieno, quindi, sì, mi sono divertito".

Darryn Binder, WithU Yamaha RNF MotoGP, Sepang MotoGP Shakedown Test, 2022

"Mi sentivo solo un po' lento e stanco oggi, non stavo guidando in modo pulito come avrei voluto. La moto si sentiva bene, ma non mi sembrava di poter dare il massimo. Sento che avremmo potuto fare un passo molto più grande oggi. Nella mia mente, sapevo cosa dovevo fare e dove volevo farlo, ma non sono riuscito a concretizzarlo. Non sto inseguendo il tempo sul giro, voglio prima capire tutto. Fare questi piccoli passi significa che so dove sono e che posso mantenerli. È meglio che fare un grande passo e per poi perdere la via".

"Ho bisogno di lasciare che il corpo si raffreddi e di riposare nei prossimi due giorni. Ma ho anche bisogno di pensare a tutto quel che mi è stato detto. Ho bisogno di elaborare e registrare tutte queste informazioni. Poi, quando tornerò sabato, andrò un po' più veloce".

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