Rossi vale sempre

La rimonta ad Aragon porta una ventata di ottimismo in vista del futuro. Rossi ha ancora lo spirito dell’esordiente

Nove titoli mondiali, 115 vittorie, 232 podi: questi sono solo alcuni dei numeri da capogiro che descrivono la grandezza di Valentino Rossi (Movistar Yamaha MotoGP). Ma il pilota più vincente dell’era moderna del MotoGP™ non si accontenta, vuole ancora di più. È a caccia della decima corona e, nel frattempo, continua a lottare come un leone contro le difficoltà tecniche che da troppo tempo gli impediscono di migliorare ancora il proprio palmarès.

L’Inno di Mameli, per lui, ha suonato per lui l’ultima volta ad Assen nel 2017 e non sale sul podio dal Pramac Motorrad Grand Prix Deutschland di quest’anno. La situazione attuale è difficile, Yamaha paga un’inferiorità tecnica rispetto ai rivali che non permette al Dottore di esprimere al massimo il suo potenziale. Eppure la classifica parla al suo posto: Valentino è terzo in campionato. Certo, il distacco da Marc Marquez (Repsol Honda Team) è importante. I due sono separati da 87 punti, ma lo strapotere del pilota Honda non scalfisce Rossi, che riesce a restare tra i primi nonostante una stagione al di sotto delle aspettative.

Lo dimostra anche la gara al MotorLand, dove il venerdì ed il sabato non lasciavano intravedere spiragli. Ma Valentino non si è arreso e la domenica è riuscito a capovolgere un fine settimana che si prospettava disastroso. “Faremo fatica anche a rientrare fra i primi dieci”, diceva alla fine delle qualifiche. Eppure ha lasciato Aragon con un ottavo posto che sa di gloria. Che Rossi sia un animale da gara era cosa nota, ma con il passare degli anni non smette mai di stupire. Partito dalla 17esima casella, ha rimontato fino a rientrare in top 10, un obiettivo nemmeno prefissato il sabato pomeriggio. “Le cadute di Lorenzo, Crutchlow e Bautista ci hanno aiutati”, confessa a fine gara. Ma la grinta per lottare non è mancata ed il lavoro ha portato i propri frutti.

L’elettronica ha giocato un ruolo importante in Spagna, le modifiche apportate da Gadda hanno dato qualcosa in più alla Yamaha. Il lavoro della Casa di Iwata continua incessantemente, si cercano sempre soluzioni nuove per ritornare ai fasti di un tempo e l’instancabile Rossi sta dando il massimo per poter compiere il passo in avanti che gli permetterà di essere di nuovo davanti a tutti.

Instancabile. 39 anni non sono pochi e peserebbero a chiunque, sia fisicamente che moralmente. Ma non è il caso di Valentino. Lui è lì, vuole ottenere ciò che desidera e sta lottando contro l’età, dei rivali giovani e affamati ed una moto che non gli dà ciò di cui ha bisogno. Siamo forse di fronte al miglior Rossi, insaziabile, con il fuoco negli occhi e la voglia di dimostrare che può ancora farcela.

Perché Rossi ce la può fare. La MotoGP™ vola ora verso l’Asia, su piste che in passato hanno regalato la gloria al nove volte Campione del Mondo. Motegi, Sepang: tracciati dove in passato il Dottore si è imposto, ha coronato il sogno mondiale e ha tenuto appassionati e non col fiato sospeso grazie alle sue imprese. Non fa proclami, il difficile momento tecnico è ormai noto, come però è nota anche la grandezza del pilota.

Poi si torna in Europa, a Valencia. Non uno dei circuiti preferiti di Valentino, che però si proietta subito verso il 2019. Proprio al Circuito Ricardo Tormo inizieranno i primi test per la prossima stagione. Tutti gli occhi saranno puntati su di lui, il decimo titolo è ancora alla sua portata: se Yamaha riuscirà a fornirgli un mezzo all’altezza del suo potenziale, sarà difficile per qualunque avversario. Nel 2019 avrà 40 anni, sarà il pilota più d’esperienza della griglia di partenza. Ma è ancora un ragazzo, ha il fisico e la fame dell’esordiente. Rossi, infinito. Vale sempre.

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