La seconda ospite di #WomenInMotoGP è Raffaella Gianolla, l’unica fotografa professionista che segue ogni evento del mondiale MotoGP™, dai test invernali a tutti i Gran Premi della stagione. Durante il suo percorso di studi e quello professionale, Raffaella è andata alla scoperta di diversi settori perché, come lei stessa dice: “Non bisogna mai smettere di essere curiosi”.
La storia di Raffaella parte da Venezia, sua città natale, dove alla fine degli anni ‘90 inizia a lavorare come fotografa archivista per l’Istituto Universitario di Architettura. Un lavoro cercato per mantenersi gli studi ma che, allo stesso tempo, le permettesse di dare spazio alla passione ereditata da suo padre per la fotografia aprendo contemporaneamente i suoi orizzonti all’architettura.
“Siccome lo stipendio da statale non era sufficiente per mantenermi - racconta Raffaella - Iniziai a creare siti internet ed è stato così che sono entrata in contatto con alcuni piloti che partecipavano ai campionati locali per poi conoscere dei protagonisti del mondiale come Gino Borsoi e Lucio Cecchinello”.
Le moto non erano una delle grandi passioni di Raffaella ma trovò subito interessante la possibilità di frequentare i circuiti: “Inizia aiutando Lucio (Cecchinello) nella gestione dei pass e qualche volta davo una mano anche a sua sorella in cucina quando c’erano le gare”.
Il 2003 ha segnato un grande cambiamento nella vita di Raffaella. “Quell’anno Gino Borsoi mi chiese se fossi interessata ad occuparmi della coordinazione della squadra che stava mettendo in piedi” ed è così che Raffaella è diventata team coordinator per il Team Globet Aprilia Racing.
Si trattava di una proposta interessante ma per accettarla, Raffaella dovette licenziarsi dall’università, rinunciare ad un contratto a tempo indeterminato per lanciarsi in un mondo dove: “Devi continuamente metterti in discussione perché a novembre di ogni anno finisce tutto e devi assicurarti un posto in una squadra per la stagione successiva”. Lasciare una vita stabile, un lavoro sicuro per un’attività nuova, in un ambiente per lei tutto da scoprire. Ma era proprio questa l’occasione ideale perché Raffaella potesse dedicare tempo ad una delle sue più grandi passioni: i viaggi.
“Avevo trascorso 16 anni lavorando in un archivio sempre chiusa dentro quattro mura e avevo bisogno di qualcosa di diverso. Certo, il lavoro all’università era estremamente stimolante dal punto di vista intellettuale, ero in costante contatto con professori di una delle università più prestigiose d’Italia, ma avevo bisogno di viaggiare, di uscire da quei bellissimi palazzi per conoscere il mondo. Quella che mi era stata offerta era un’opportunità e l’ho colta al volo. Poi ho scoperto che il paddock è un ambiente carico di adrenalina e molto stimolante dove ogni giorno scopro qualcosa di nuovo, per questo dopo 18 anni sono ancora qui”.
Dopo aver accettato l’offerta di lavoro di Gino Borsoi, Raffaella non sapeva ancora che un’altra grande occasione era dietro l’angolo, pronta a cambiarle di nuovo la vita. “Nel 2006 uno degli sponsor della squadra con cui collaboravo a quel tempo mi presentò Mirco Lazzari, fotografo nel mondiale già da anni. Ed è stato così che, nel 2012, io Mirco e lo sponsor che ci ha presentati abbiamo fondato la Mirco Lazzari srl, azienda per la quale lavoro come fotografa e dove mi occupo anche di logistica organizzando i viaggi per me e per Mirco per seguire tutti gli eventi in calendario”.
Così, Raffaella ha trasformato nella sua professione la passione che l’accompagnava fin da bambina quando, di nascosto da suo padre, prendeva la macchina fotografica per allenare l’occhio dietro l’obiettivo.
Ora, l’obiettivo della macchina fotografica di Raffaella è impegnato a cogliere la poesia nei paddock di tutto il mondo: “Fare fotografia per me significa trasmettere le emozioni che le squadre e i piloti provano, non solo quando vincono. Ogni volta, con le mie foto, provo a trasmettere la tensione, la concentrazione, l’adrenalina che si prova nel corso di un fine settimana. Riuscire a trasmettere, ad esempio, quello che c’è in uno sguardo tra un meccanico e un pilota è ciò che più mi gratifica”.
Raffaella racconta, attraverso i suoi scatti, la vita nei box durante tutto il fine settimana ma se le viene chiesto quale sia stata la foto più bella che abbia fatto, la risposta non lascia spazio ad esitazioni: “Quella che non ho ancora scattato”. L’aspetto umano e le relazioni con le altre persone impegnate nel paddock sono la parte più affascinante di questa vita che vede Raffaella frequentare i circuiti di tutto il mondo. “Si creano sempre rapporti di amicizia tanto con i piloti come con gli altri membri delle squadre. Sia come fotografa che come team coordinator penso che sia molto importante avere sensibilità e instaurare dei rapporti con i piloti perché se percepiscono il rispetto che hai nei loro confronti, quando possono ti lasciano spazio permettendoti di avere una foto diversa rispetto a quella di tutti gli altri. Devi conoscerli e capirli per sapere quando sia il momento opportuno per avvicinarti a loro”.
Il primo impatto nel mondiale del motociclismo di Raffaella è stato carico di sfide perché, come ci racconta: “Negli anni passati le donne erano concepite solo come ragazze immagine, quindi costruiti la tua identità e ottenere rispetto a volte è stato difficile ma adesso è molto più semplice essere rispettate perché ci sono molte ragazze impegnate in diversi ambiti”. Quella del paddock è stata una metamorfosi basata sul merito secondo Raffaella: “Come donna, soprattutto quando ho iniziato, dovevi lavorare il triplo rispetto ad un uomo. Oggi è meno marcato questo aspetto, però penso che questo cambiamento sia avvenuto perché ci sono state delle persone all’interno delle squadre e delle istituzioni che hanno creduto nelle capacità della ragazze che facevano parte di questo mondo perché poi ho notato che alla fine chi valeva davvero è arrivata dove desiderava”.
Il consiglio di Raffaella, una della #WomenInMotoGP, per le ragazze che vogliono entrare a far parte di questo mondo è semplice e chiaro: “Crederci e provarci sempre. Penso che sia importante capire quali siano i propri punti di forza e di svilupparli per potersi affacciare al mondo del lavoro con delle capacità ben precise che permettano di fare la differenza. E di non credere mai alle malelingue ma di ascoltare solo ciò che le dice il loro cuore”.
Se invece Raffaella potesse dare un consiglio alla sé stessa adolescente: “Le direi di studiare le lingue perché aiutano sempre tanto sia dal punto di vista professionale che da quello umano. Poter comunicare con persone di altre culture ti apre nuovi orizzonti”.
In attesa di vedere la miglior foto di Raffaella, quella che lei stessa ci ha detto di dover ancora scattare, l’appuntamento con #WomenInMotoGP è per il prossimo 8 maggio.