Tutti i grandi campioni del motociclismo hanno avuto un inizio carriera e Mick Doohan, cinque volte iridato in 500cc, uomo Honda e figura di riferimento del Motomondiale negli anni novanta, descrive i suoi primi passi nel mondo delle due ruote.
“I miei primi ricordi legati ad una moto sono di tanto tempo fa, ero molto giovane e con una piccola motocicletta correvo sui sentieri tra i boschi australiani”. Racconta Doohan. “Mia madre era molto attenta a quello che facevo, non voleva che guidassi nel ‘bush’ (grande bosco e foresta, ndr). Per questo mi ha dato il permesso di correre in pista; iniziai poco dopo, da lì feci il passo nelle prime gare di dirt track e poi stradali. Arrivato a quel punto ricevetti l’invito di andare a correre in Giappone”.
Questo è stato il primo salto nel motociclismo a livello mondiale per Doohan che con i colori Yamaha ha iniziato a partecipare al World Superbike.
“Yamaha mi ha dato la prima occasione di entrare nel Campionato del Mondo Superbike”, prosegue il pentairidato, “Vinsi qualche gara e alla terza o forse alla quarta ricevetti la telefonata che mi offrì la possibilità di correre nel MotoGP™ dove trascorsi il resto della mia carriera”.
Doohan descrive le difficoltà iniziali, di un approccio tanto impegnativo come quello della massima competizione motociclistica mondiale. Ma anche la presa di coscienza che il suo talento ben poteva domare le indomabili due tempi dell'epoca. Dopo fu subito feeling e con la Honda NSR nacque un binomio di successo.
Doohan vinse 54 GP e il paragone con l’uomo Honda del momento, Marc Marquez, arriva spontaneo.
“Non ho mai pensato di poter arrivare a questo numero di vittorie; Marquez ben presto raggiungerà e supererà il mio record; sono sicuro che tra cinque o dieci anni il mio massimo per lui sarà solo una minima parte dei suoi successi”. Termina la leggenda australiana, “Dall’anno scorso ha imparato molte cose che gli serviranno per il futuro e che sta già mettendo in pratica questa stagione”.