Gas aperto e divertimento, gli imperativi di Marco Bezzecchi

È stato il migliore in Argentina vincendo un GP dalle mille difficoltà. Il pilota KTM si racconta

L’officina del padre, la VR46 Academy e gli allenamenti per essere veloce in Moto3™. È il quotidiano di Marco Bezzecchi, nuovo nome vincente del motociclismo italiano che domenica, a Termas de Rio Hondo, ha fatto sua la prima gara in carriera. Una vittoria netta e ragionata per l’alfiere Redox PruestelGP dopo un precampionato nel quale si è presentato come uno dei piloti più veloci della categoria cadetta. Bezzecchi ha portato la KTM sul gradino più alto del podio a dieci mesi circa dall’ultimo successo della moto austriaca firmato Andrea Migno (GP d’Italia). Riminese, classe 1998, il numero 12 parla di molto altro partendo proprio della sua gara, indimenticabile, iniziata dalla seconda casella del via.

Partiamo dalla fine, che sensazioni hai provato quando hai tagliato il traguardo davanti a tutti?

“Devo dire che è stata una liberazione. Ho fatto tutta la gara da solo e sotto pressione per non commettere alcun errore cercando di restare concentrato. La bandiera a scacchi è stata un sospiro di sollievo e dopo una gioia incredibile che non riesco neanche a descrivere”.

Nell’incertezza metereologica di Termas, con il veloce mutare delle condizioni della pista hai fatto la scelta di gomme corretta. Commentiamo.

“Soprattutto all’inizio, in alcuni punti della pista c’era parecchia acqua; sarebbe stato troppo rischioso montare le slick. Partivo in prima fila e non sfruttarla mi sembrava un po’ un azzardo. Ho pensato, secondo me la pista si asciugherà negli ultimi due o tre giri. Con le ‘rain’ mi sarei messo nel gruppo dei primi puntando ad arrivare fino alla fine. La gara poi è andata diversamente, è andata molto meglio!”.

Marco Bezzecchi, Valentino Rossi, Gran Premio Motul de la República Argentina

Abbiamo visto Valentino celebrare la tua vittoria nel parc fermé, che cosa ti ha detto?

“Vale è corso subito ad abbracciarmi. Mi ha detto che avevo interpretato un gran fine settimana e che avevo ‘fatto paura’. È un complimento speciale; sentirsi dire una frase così da Rossi non è cosa da tutti i giorni”.

Torniamo indietro, hai cambiato scuderia rispetto al 2016 e hai fatto bene già nel precampionato. È stata più una scommessa o la certezza di poter essere vincenti già al secondo GP?

“Di vincere alla seconda prova del campionato non ne avevo assolutamente la certezza, anzi… Ma avevamo lavorato veramente bene e sapevo di essere abbastanza competitivo da potermi giocare comunque il podio, non in tutte le gare ma pensavo che al ritorno in Europa sarei stato tra i primi. Però anche nelle prove extra-europee mi sono trovato bene; in Qatar sono andato forte senza raccogliere in gara. Sono arrivato a Termas molto motivato, sono partito bene e ho cercato di restare sul pezzo”.

Quanto è servita l’esperienza in sella alla Mahindra con la quale hai raggiunto anche un podio nelle passata stagione a Motegi?

“Non è stata facile, ma mi ha insegnato veramente molto. È stata una scuola della quale in tanti ne parlavano male ma la Mahindra e il team mi hanno fatto crescere in una maniera incredibile come pilota. Mi hanno insegnato un metodo di lavoro, a spingere sempre al massimo e a descrivere bene i problemi della moto e ad essere un pilota sensibile per sentire le modifiche. Voglio ringraziarli”.

KTM non vinceva da tanto tempo. Che gusto c’è a sfidare l’armata Honda?

“Loro hanno indubbiamente piloti molto veloci e poi, secondo me, la NSF250RW è un prototipo molto versatile. La KTM va guidata in modo un po’ particolare mentre la Honda ha un telaio che ti permette qualche cosa in più. Ma noi stiamo migliorando tanto e il costruttore ha una voglia incredibile di vincere; stanno lavorando moltissimo e sono contento di avergli regalato questa prima vittoria dopo tanto tempo, alcuni in KTM si sono anche commossi. È stata una grande soddisfazione”.

Marco Bezzecchi, Pruestelgp, Gran Premio Motul de la República Argentina

Quali sono i punti di forza della tua moto rispetto alle concorrenti?

“Penso che non siamo inferiori alle Honda ma dobbiamo guidare in un modo un po’ diverso. In alcune piste è un pregio, in altre un po’ limitante. Quello che mi piace della mia moto è la staccata, ha una parte anteriore molto buona che ti permette di entrare in curva con i freni tirati. Non puoi fare tanta percorrenza, devi spigolare un po’ di più. Però se impari come va guidata, la KTM è una moto molto competitiva con la quale si può vincere”.

Conosciamoti meglio, cosa fai giù dalla moto? Hai altri hobby?

“Alla mattina lavoro nella officina di mio padre. Faccio il meccanico di camion, o il magazziniere, dipende dalle necessità. Nel pomeriggio mi dedico al mio lavoro come pilota. Amo stare con i miei amici, ho la fortuna che anche a loro piacciono le moto e andiamo a girare insieme. Poi c’è l’Accademy, con la quale mi alleno e ogni tanto usciamo alla sera”.

Cosa prevedi dalla prossima gara in Texas?

“Il COTA è una pista molto difficile ma che mi piace. Non so cosa aspettarmi dalla moto. Ci sono moltissime curve tutte diverse. Spero di lottare per arrivare a punti e stare nelle prime dieci posizioni. Non voglio crearmi aspettative troppo alte. Voglio solo far bene e lavorare forte come in Argentina”.

E dalla stagione?

“Non so, sono rimasto sorpreso di questa mia velocità. Sapevo di essere competitivo ma non avrei mai detto di poter raggiungere la vittoria al secondo GP. Non voglio illudermi, spero solo di essere tra i più veloci sempre, dare gas e far divertire il pubblico e i miei tifosi”.