Il GP d'Italia sarà una grande sfida per i freni

Si corre al Mugello, pista grandi d'insidie per la tecnologia frenante dalla MotoGP™

La classe regina si appresta a vivere il sesto appuntamento in calendario e da venerdì si scenderà in pista al Mugello. Tracciato di 5.245 metri, si snoda sulle colline toscane ed è caratterizzato da frequenti cambi di inclinazione: se nelle curve in salita il rischio è di arrivare senza la velocità necessaria dopo una grande frenata, in quelle in discesa c’è il pericolo opposto, ossia di finire nelle vie di fuga per aver staccato troppo tardi.

La pista vanta anche uno dei rettilinei più lunghi del campionato (1.141 metri) che richiede un motore potente e naturalmente un impianto frenante di prim’ordine per non perdere, nella massima stabilità, quanto si potrebbe aver guadagnato sul dritto.

È la curva 1, battezzata San Donato, alla quale si arriva a pieno regime dopo aver svettato su una collinetta molto spesso a ruote sollevate. Le 13 curve restanti invece sono abbastanza uniforme e permettono ai dischi in carbonio di raffreddarsi nonostante le alte temperature dell’asfalto e dell’aria in condizioni climatiche regolari. Secondo i tecnici, l’Autodromo del Mugello rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi. In una scala da 1 a 5 occupa la terza posizione.

Così come per il Qatar, anche al Mugello si stacca duramente. Alla curva uno si tirano le leve a 350 km/h e nelle altre staccare a 270 km/h. I piloti usano i freni 10 volte al giro per un totale di 28 secondi, valore che corrisponde al 26 per cento della durata della gara.

La staccata più difficile, come dicevamo, è quella alla San Donato dove si arriva a 355 km/h (qualcosa di più con la scia) e si entra in curva a 90 km/h. Per riuscirci i piloti si attaccano ai freni per 5,2 secondi durante i quali percorrono 288 metri. La decelerazione è brutale. Il carico sulla leva è di 5,4 kg e la pressione del liquido freno di 9,3 bar.

La pressione di quest’ultimo tocca invece i 9,5 bar nelle curve 10 (Scarperia) e 12 (Correntaio), ed equivale al triplo della pressione di una bottiglia di spumante: in entrambi i casi le moto vi arrivano a meno di 240 km/h e frenano per circa 4 secondi ma il carico sulla leva è di 5,5 kg.

Da segnalare anche i 204 metri della frenata alla curva Bucine (14) dovuti alla discesa che introduce sulla retta finale: i prototipi della classe regina passano da 265 km/h a 108 km/h in 4,2 secondi con una decelerazione massima di 1,5 g.