Tutte le notizie sono buone notizie?

Un breve commento di Nick Harris, giornalista ed ex voce del MotoGP™, sul caso Fenati

Il mio vecchio editore era solito ripetere una frase: ‘tutte le notizie sono buone notizie’. Non sono sicuro che questo concetto abbia valore dopo la domenica a Misano.

Ad un tratto il MotoGP™ è salito alla ribalta mondiale dopo il gesto di Romano Fenati in gara nello scorso GP. La mia domenica sera è stata segnata dal video di quanto accaduto tra lui e Stefano Manzi: ne parlava addirittura il telegiornale nazionale. La mattina dopo, il mio quotidiano preferito, lo stesso che aveva dato poco spazio alla vittoria dell’ennesimo campionato da parte di Marc Marquez nel novembre scorso, offriva spazio al fatto della gara italiana. E non solo. Nel mio pub, luogo dove solitamente si parla di calcio o di Formula Uno, l’azione di Fenati dominava la scena.

È una cosa che dobbiamo accettare se vogliamo che il MotoGP™ acquisti spazio oltre il suo abituale limite tematico. Personalmente è una cosa che mi infastidisce. Non importa se ancora una volta abbiamo avuto un grande spettacolo in pista, ma a fare notizia è stata e saranno sempre cose come Rossi che non stringe la mano a Marquez.

È sempre stato così. Negli anni settanta è stata la storia tra Barry Sheene e Stephanie all'hotel Kobenzl che ha oscurato il GP d’Austria. Oppure, e comprensibilmente, sono le morti che hanno una copertura mediatica sempre enorme come quella di Joey Dunlop al TT o di Marco Simoncelli. E poi i duelli, gli scontri fuori dalla pista che entusiasmano, vedi lo scontro Rossi - Biaggi.

Temo che dobbiamo accettare questo mondo, fa parte del gioco, anche se credo sia un arma a doppio staglio. Se vogliamo più copertura, più popolarità e più investimenti in questo sport dobbiamo lasciare spazio a questo tipo di informazione mantenendo però sempre un limite rigoroso. Ad Aragon, in questo fine settimana, credo che seguirò come imperativo una frase di mia madre che diceva ‘nessuna notizia è mai una buona notizia’.

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