
Si dice che il talento sia qualche cosa di innato, si ha o non si ha. Ma si dice anche che il talento sia qualche cosa che non si può imparare e io, su questo punto, non sono molto d’accordo. Sicuramente è possibile che una persona non possa decidere o meno di nascere con talento, ma si può sicuramento lavorare per farlo crescere e svilupparlo al meglio. Nel mio caso è stato così, so di aver talento ma sin da quando ero piccolo ho lavorato per essere quello che sono come pilota e mai è stato facile.
Ad ognuno il suo obiettivo
Nella vita, non solo nel motociclismo, una persona può aver talento per qualche cosa ma se non lavora per mettere in pratica questa dote, difficilmente gli servirà. È una cosa che ho vissuto sulla mia pelle nel 2011. In quella stagione fui vittima di un infortunio che mi fece perdere parzialmente la vista e, in quella situazione, pensai che non avrei potuto tornare a fare quello che facevo, ossia, correre in moto. Questo ostacolo impediva l’espressione del mio talento e lo superai con tanto lavoro, impegno ed allenamento.
Da Cervera a Tokyo, per Marquez un 2016 di successo
Quest’inverno ho vissuto un’altra situazione simile. Ho dovuto recuperare velocemente da una lesione alla spalla e dall’operazione resa necessaria per una totale guarigione. Ho vissuto settimane di inattività che hanno inciso sulla mia preparazione alla stagione 2019. Nessun tipo di moto, solo palestra e fisioterapia, poco più. Una volta ancora il mio talento era fermo, inutile, e senza la voglia di tornare al massimo della condizione fisica non avrei potuto migliorare la mia condizione fisica, ora vicina al cento per cento.
Marc Marquez, come non mai
Così, credo di poter dare un consiglio a chi pensa di aver talento ma non è disposto ad impegnarsi per coltivarlo: mai smettere di lavorare. In tutto lo sport ci sono stati esempi talentuosi che non hanno ottenuto risultati perché non disposti a far fatica. Con il talento puoi avere più controllo, saper leggere la situazione prima dei rivali e ‘salvare’ quando tutto sembra perso. Lo puoi fare una volta, poi per ripeterlo una seconda ti serve tanta, tanta dedizione.
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