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2019-12-12
By motogp.com

Il 2019 conta meno di mille cadute in pista

Per la prima volta dopo quattro anni, si batte una barriera simbolica grazie alla notevole riduzione di cadute nelle tre categorie MotoGP™

Tags MotoGP, 2019

Nel motociclismo d’eccellenza, le cadute sono inevitabili. Si fa il possibile perché le scivolate abbiamo il minor impatto possibile grazie agli airbag, agli air fence, alle vie d’uscita e tutte le infrastrutture possibili e, senza dimenticare, il ruolo essenziale delle squadre mediche. Ma, nonostante tutte le precauzioni, è un piacere annunciare che nel Campionato del mondo è diminuito significativamente il numero di cadute rispetto alle precedenti stagioni.

Phillip Island applaude il salvataggio di Marquez a 70°!

Quest’anno, il numero complessivo è di 971 cadute*, 106 in meno rispetto alle 1077 del 2018. Questo dato è ancora più significativo vista la cancellazione della gara a Silverstone dell’anno scorso a causa delle avverse condizioni meteo. La costante riduzione è il risultato di efficaci misure di sicurezza che hanno visto i piloti del MotoGP™ registrare un totale di 220 cadute (contro le 303 dell’anno precedente) e i protagonisti della Moto2™ finire a terra in 347 occasioni (mentre un anno fa erano a quota 418).

A parte i piloti che hanno partecipato solo ad alcuni eventi in classe regina come Iker Lecuona (Red Bull KTM Tech3), Mika Kallio (Red Bull KTM Factory Racing) e Michele Pirro (Ducati Team) vediamo che è Andrea Dovizioso (Ducati Team) ad essere caduto il minor numero di volte durante tutto il campionato. Il romagnolo è finito a terra in quattro occasioni, mentre Fabio Quartararo (Petronas Yamaha SRT) e Maverick Viñales (Monster Energy Yamaha MotoGP) sono usciti di scena sei volte. Dal canto suo, Johann Zarco (17), Jack Miller (Pramac Racing) (15) e Marc Marquez (Repsol Honda Team) (14), sono i piloti che contano il maggior numero di cadute.

Alex Marquez, che salvataggio!

Prendendo in considerazione i piloti impegnati in tutti gli appuntamenti del campionato Moto2™, Brad Binder (Red Bull KTM Factory) è l’unico ad essere caduto quattro volte, mentre Nicolò Bulega (nel 2020 impegnato col Federal Oil Gresini Moto2) e Bo Bendsneyder (NTS RW Racing GP) sono finiti a terra rispettivamente sei volte ciascuno. In cambio, i piloti caduti nel maggior numero di occasioni sono Sam Lowes (dal 2020 portacolori del EG 0,0 Marc VDS) (20), Marco Bezzecchi (che entra a far parte dello SKY Racing Team VR46) (18) e Xavi Vierge (ahora en Petronas Sprinta Racing) (17).

Infine, per quanto riguarda la Moto3™, senza tenere conto delle wildcards, Stefano Nepa (ora impegnato nel Angel Nieto Team) ha iniziato la stagione a Jerez ed è in testa contando solo tre sole cadute, seguito dalle sei fatte da: Jakub Kornfeil (nel 2020 nel BOE Skull Rider Mugen Race), Romano Fenati (pronto a difendere i colori dello Sterilgarda Max Racing Team) e Marcos Ramirez, pronto al salto in Moto2™ dopo aver corso il 2019 Leopard Racing. I protagonisti usciti di scena il maggior numero di volte sono invece Tom Booth-Amos (22), Can Öncü (21) e Kaito Toba (19) che nel 2020 sarà impegnato nel Red Bull KTM Ajo.

Sasaki, piccolo Mamola di Assen

Per quanto riguarda i circuiti, il MotorLand di Aragon (15 cadute), il Red Bull Ring (34) e Silverstone (36) sono gli appuntamenti dove sono caduti il minor numero di piloti, al contrario di Le Mans (90), Barcelona (73) e Phillip Island (73) che sono i circuiti dove si è registrato il maggior numero di cadute.

*I dati presentati non tengono in considerazione i test o altri appuntamenti privati

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