This is MotoGP™: Lo sviluppo delle categorie

La MotoGP™, Moto2™ e Moto3™ hanno vissuto una profonda metamorfosi nell’ultimo decennio e sono sempre impegnate in nuove sfide

Durante i suoi 70 anni di storia, il MotoGP™ si è costantemente trasformato e nel corso degli ultimi dieci anni non sono state fatte eccezioni. Oltre alle nuove tendenze come la MotoE™ e il Campionato del mondo eSport MotoGP™, la tecnologia ha fatto importanti passi avanti, così come tutte le altre categorie.

Arriva un nuovo formato

Da un lato, le categorie sono state riorganizzate per garantire maggiore chiarezza. Alla fine del 2009, la 250cc è scomparsa lasciando il posto al mondiale Moto2™: moto dotate dello stesso motore, in questo caso specifico, un Honda quattro cilindri da 600cc. L’idea alla base di questo cambiamento era quello di introdurre delle moto più potenti perché il passaggio dalla classe intermedia al MotoGP™ diventasse più semplice. Una categoria molto competitiva dove i prototipi si differenziano soprattutto per i telai che, al suo esordio, ha visto Tomizawa trionfare in Qatar.

Due anni dopo, in vista della stagione 2012, una nuova era è iniziata, questa volta a vivere un cambiamento è stata la classe leggera. La 125cc è diventata la Moto3™: con i motori 250cc, quattro tempi e un solo cilindro. A vincere la prima gara della nuova categoria è stata l’attuale stella del MotoGP™, Maverick Viñales.

Nuove sfide

Con l’evolversi delle nuove categorie, diversi costruttori hanno deciso di irrompere nel campionato. Alla fine del 2011, la Suzuki ha scelto di prendersi una pausa dal MotoGP™ ma il costruttore di Hamamatsu è tornato a far parte del mondiale nel 2015 contando sull’esperienza di Aleix Espargaro e scommettendo sull’allora debuttante nella massima categoria, Maverick Viñales. Alcuni mesi dopo, il rookie ha riportato la Suzuki sul gradino più alto del podio vincendo a Silverstone nel 2016. La stagione del grande ritorno si concluse con quattro podi e quello fu solo l’inizio di una nuova era. È stato poi Alex Rins (Team Suzuki Ecstar) a raggiungere la gloria trionfando al Gran Premio delle Americhe nel 2019 e replicando il successo  anche a Silverstone, con un sorpasso magistrale su Marc Marquez (Repsol Honda Team) all’ultima curva. Questi risultati sono la prova del grande livello raggiunto e che non potranno che crescere visto il livello mantenuto durante il pre-stagione 2020.

Aprilia, dal canto suo, ha dovuto affrontare più difficoltà al suo ritorno in MotoGP™ nel 2015. La casa di Noale ha visto un notevole cambio di rotta grazie alla rivoluzione apportata alla RS-GP 2020, moto che ha sorpreso tutti durante i test a Sepang e in Qatar grazie, soprattutto, ai risultati firmati da Aleix Espargaro (Aprilia Racing Team Gresini). La squadra italiana sembra essersi lasciata alle spalle le difficoltà.

KTM ha intrapreso una sfida davvero grande nel 2017 approdando in Moto2™ e in MotoGP™. Non avendo esperienza, il costruttore austriaco ha investito grandi risorse ed è diventato una potenza nella categoria intermedia vincendo diverse gare e lottando per il titolo prima di interrompere l’esperienza alla fine del 2019 per aumentare l’impegno in MotoGP™ e in Moto3™. E, proprio nella massima categoria, la casa di Mattighofen sta colmando il divario gara dopo gara. In diverse occasioni Pol Espargaro (Red Bull KTM Factory Racing) si è piazzato nella top 10 riuscendo persino a conquistare il primo podio della casa austriaca al Gran Premio di Valencia nel 2018, una gara svoltasi sul bagnato. Tra le prestazioni più soddisfacenti, ci sono la prima fila dello spagnolo a Brno e a Misano nel 2019, piuttosto che il sesto posto a Le Mans, il suo miglior risultato sull’asciutto. Già durante i test che precedono la stagione 2020 si è visto un progressivo passo avanti da parte del costruttore austriaco e il campionato sta per iniziare vedrà le RC16 sempre più competitive e temibili per gli avversari.

Il 2019 è stato segnato dall’arrivo di un nuovo costruttore in Moto2™: la casa inglese Triumph. Il suo segreto? 765cc, tre cilindri in linea e la Street Triple del 2017 come riferimento. Dal suo arrivo nel mondiale, il costruttore britannico ha stabilito record di velocità, nuovi vincitori e pochi problemi tecnici per i protagonisti in pista.

Supporto alle squadre satellite

L’intento di rendere le MotoGP™ sempre più uniformi implica un costante aggiornamento del regolamento. La prima è stata la CRT (Claiming Rule Team) del 2012, una sottocategoria creata perché le squadre che hanno a disposizione un budget inferiore possano comunque partecipare al mondiale MotoGP™. L’aiuto consiste nell’avere 12 motori invece di sei e 24 litri nel serbatoio invece di 21.

Le CRT sono state sostituite dalla categoria Open nel 2014. Questa volta, le squadre iscritte accettarono la stessa ECU Magneti Marelli in cambio di privilegi come il numero dei motori, i litri di benzina e il tipo di pneumatici. Queste stesse agevolazioni sono state estese anche alle scuderie ufficiali che non hanno vinto delle gare negli anni precedenti o, semplicemente, perché sono al debutto nella categoria. Ducati scelse di unirsi a questa sottocategoria per preparare al meglio il suo futuro.

Due anni dopo, la lotta tra le squadre ufficiali e le Open è giunta al termine mettendo a disposizione di tutte le squadre la stessa ECU, 22 litri di benzina e sette motori a stagione. Tuttavia, le concessioni hanno continuato ad essere concesse ai nuovi marchi e a coloro che non sono saliti sul gradino più alto del podio tra il 2013 e il 2015. Per la prossima stagione, ad esempio, solo due produttori ne beneficeranno: Aprilia e KTM che avranno nove motori e la possibilità di introdurre aggiornamenti alle moto durante tutto l’anno.

Attualmente in MotoGP™, quasi tutti i costruttori hanno la propria squadra satellite, un aspetto di immensa importanza così come dimostrano Cal Crutchlow (LCR Honda Castrol), Jack Miller e Francesco Bagnaia del Pramac Racing, Fabio Quartararo (Petronas Yamaha SRT) insieme a Miguel Oliveira e Iker Lecuona del Red Bull KTM Tech 3; tutti piloti che competono con le stesse moto dei loro colleghi nelle squadre ufficiali. Per i costruttori è estremamente importante avere a disposizione il maggior numero di dati soprattutto perché, nelle squadre clienti, ci sono piloti in grado di battersi per la vittoria, per firmare e delle pole position. Basti vedere cos’è riuscito a fare Miller ad Assen nel 2016 piuttosto che Crutchlow a Termas de Rio Hondo nel 2018 o a Brno e a Phillip Island nel 2016. Anche Quartararo, con sette podi e sei pole firmate la scorsa stagione, al suo anno d’esordio nella massima categoria, è stato una forza da non sottovalutare conquistandosi così la M1 ufficiale per la stagione 2020.

Nel corso degli anni, le categoria sono cresciute con l’intenzione di consolidare i pilastri del MotoGP™: passione ed emozione. Stiamo entrando in un nuovo decennio, la classe regina è orgogliosa di aver raggiunto il più alto livello di competitività della sua storia pur continuando, anno dopo anno, a battere record di velocità su tutti i circuiti.

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