Un sorrido che non verrà mai dimenticato

Nick Harris dedica il suo blog al trionfo di Nagashima che festeggia i 10 anni di Moto2™ pensando al primo vincitore della categoria

Quel sorriso, forse anche un po’ provocante, è stata l’unica cosa a cui ho pensato quando la bandiera a scacchi ha segnato la fine della gara della Moto2 domenica. 

È stato un mix di emozioni contrastanti visto che la Moto2 ha festeggiato il suo decimo compleanno sotto le luci del Qatar. Volevo celebrare il decennio che ha prodotto delle gare incredibili e un Campione del Mondo che è diventato uno dei più grandi campioni iridati nella classe regina nei 70 anni di storia di questo sport. Volevo festeggiare la vittoria inaugurale del Gran Premio del pilota giapponese Tetsuta Nagashima per la sua 70° Gran Premio dopo un altro incontro di battaglia pura. 

La mia mente è tornata indietro di dieci lunghi anni, a quella che fu la prima gara della Moto2 vinta da un altro pilota giapponese Shoya Tomizawa. Sinceramente non sapevamo cosa aspettarci ed è stato davvero un fulmine a ciel sereno, se volete scusare il gioco di parole. Queste Honda 600cc a quattro tempi possono davvero sostituire le 250 due tempi che per 50 anni hanno regnato sovrane. Non abbiamo dovuto aspettare molto per scoprirlo. Tomizawa alla fine riuscì a scappare in testa con la sua Suter da una frenetica battaglia tra Alex DebonJules Cluzel e il campione del mondo alla fine di quella stagione, Tony Elias. Il sorriso e i festeggiamenti sul podio di quel giovane pilota giapponese mi fecero capire che era molto speciale sia in pista che fuori. 

Al secondo appuntamento del 2010, a Jerez, confermò la sua abilità combattendo una lotta titanica sul leggendario circuito per arrivare secondo alle spalle di Elias per un decimo di secondo. Solo mezzo secondo separava i primi quattro piloti al traguardo. Fuori dalla pista Tomizawa era un tesoro. In qualche modo, è riuscito ad unire la tipica cortesia giapponese, le buone maniere con un sorriso provocante e una parola sempre per tutti. Quanti piloti si fermavano nel bel mezzo di un paddock affollato per scherzare con un commentatore televisivo sessantenne, tutti venivano trattati con lo stesso rispetto ma con un certo senso dell’umorismo. 

Raramente ho assistito a una tale sofferenza cruda nel paddock di un Gran Premio quando Shoya perse la vita in un tragico incidente a Misano nel settembre di quello stesso anno. Non solo lo sport aveva perso un grande corridore ma una persona vera che incarnava quella che era l’essenza dello sport. Amava correre in moto e godersi la vita con tutti. Sono sicuro che avrebbe vinto il titolo della Moto2 e sarebbe passato in MotoGP, ma non è stato così. 

Tetsuta Nagashima ha festeggiato il decimo compleanno della Moto2™ in grande stile ma, cosa ancora più importante, ha dedicato la sua prima vittoria al suo vecchio amico. È il primo pilota giapponese ad essere al comando della classifica del mondiale Moto2™ dopo Shoya. E so che approverebbe con quello stesso sorriso. 

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