“Jorge potrebbe avere la tentazione di tornare a correre”

Chicho Lorenzo, padre del cinque volte campione del mondo, confessa che il figlio potrebbe desiderare un riscatto dopo l’esperienza in Honda

Nell’ultimo episodio di Cambia el Mapa!, il podcast in spagnolo dedicato al MotoGP™, gli ospiti d’onore sono stati: Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna Sports, il pilota Jorge Navarro (Beta Tools Speed Up) e Chicho Lorenzo che hanno fornito notizie e spunti di riflessione molto interessanti. In particolare, il padre di Jorge Lorenzo ha parlato di quello che potrebbe decidere in futuro lo Spartano. 

Chico Lorenzo svela alcune delle riflessioni che hanno visto Jorge tornare in Yamaha in qualità di collaudatore, delle possibilità di vederlo di nuovo impegnato regolarmente nel campionato e delle decisioni del passato che hanno segnato gli ultimi anni della sua carriera professionale, formano parte delle dichiarazioni più esilaranti rilasciate dal padre del cinque volte campione del mondo. 

L’ha sorpresa la decisione di Jorge di tornare? 
“Lo abbiamo visto anche in altri piloti come Sete Gibernau. Dopo essersi ritirati sono tornati e, come lui, molti altri sarebbero voluti tornare e non ci sono riusciti perché non avevano più il supporto necessario. Jorge va in moto da quando aveva tre anni. Tutta la sua vita ha sempre ruotato intorno al suo sport, alla sua professione e questo l’ha portato a vivere ad un ritmo frenetico e fino a quando ci sei dentro non te ne rendi conto ma all’improvviso freni e se pensi di ritirarti è perché stai passando un brutto momento. Nessuno pensa al ritiro quando si diverte. Quando ti diverti raggiungi i tuoi obiettivi, non ti ritiri. Ci si ritira quando gli aspetti negativi pesano molto di più di quelli positivi”. 

“Si frena, si rilascia tutta quella pressione e quella sofferenza e si rimane con un vuoto enorme, come lo si riempie? Dopo qualche settimana, si inizia a pensare a quello che si sta facendo. La possibilità di essere un collaudatore e di fare una wildcard sarebbero delle occasioni perfette perché non devi sacrificarti tutto l’anno - ovviamente, mantenendoti in buona forma fisica - e sei ancora in gara in modo molto più tranquillo così come sta facendo Pedrosa. Non me l’aspettavo, ma non mi ha nemmeno sorpreso il fatto che stia cercando di continuare in qualche modo e penso che questa sia la modalità perfetta per lui”. 

Pensi che se a un certo punto con la Yamaha dovesse essere veloce, potrebbe voler tornare a correre lanno successivo? 
“Penso che sia una possibilità. Se all’improvviso si creano una serie di circostanze favorevoli e una buona squadra, torna ad avere la possibilità di divertirsi e divertirsi senza avere quella pressione che ha avuto negli ultimi anni, di svolgere un lavoro professionale molto importante, che sarebbe quello di aiutare la Yamaha o qualsiasi altra fabbrica a preparare la moto e continuare a vivere le gare senza tanti aspetti negativi e con aspetti più positivi, penso che sì, potrebbe cadere alla tentazione ma spero di no, perché per noi genitori è una situazione difficile da sopportare”. 

“Credo che questa possibilità esista, ma spero che, alla fine, non torni a correre. Penso che abbia già fatto molto bene. Ha raggiunto tutti i suoi obiettivi e ha solo una piccola spina nel fianco, quella della Honda, una moto con cui non ha potuto lottare per ottenere buoni risultati. Ma spero di no”. 

Guardando indietro, pensa che sia stata una buona decisione lasciare la Yamaha?  
“È stata una decisione coraggiosa ed è andata bene perché ha vinto anche con la Ducati e aveva un buon rendimento. Con la Ducati era ad un livello altissimo: fare delle pole position, ottenere vittorie... La crescita è stata interrotta soprattutto dall’incidente avuto in Thailandia, quando il motore si è afferrato ed è volato via riportando numerose contusioni. A parte il fatto che si perde molta fiducia, quando la moto ti fa una cosa del genere, stai attento perché fidarsi di nuovo al 100% è difficile. Ma credo che il livello che aveva fosse quello necessario per lottare senza problemi per il Campionato del mondo contro Marquez, lo stava dimostrando”. 

“La sofferenza è sempre relativa. Quando si soffre ma si raggiunge il proprio obiettivo, la sofferenza passa in secondo piano. Invece, quando si soffre e non si raggiunge l’obiettivo, la sofferenza è in primo piano, in tutto, e non c’è altro che sofferenza. Penso che abbia una piccola spina nel fianco, quella della Honda, e in qualche modo vorrebbe togliersela e dire: “Ehi, posso ancora vincere le gare”. Credo che ci stia pensando un po’ su”. 

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