Quartararo: troppa pressione troppo presto?

Il pilota del Petronas Yamaha SRT è ospite del podcast in inglese dedicato al MotoGP™ e svela come gestirà gli ultimi round del 2020

Sono state posate troppe aspettative sulle spalle del giovane Fabio Quartararo (Petronas Yamaha SRT) quando vinse il secondo titolo del FIM CEV Repsol Moto3™ Junior? Nel 2020, alla sua seconda stagione in classe regina, il francese è un contendente al titolo della MotoGP™. Il pilota di Nizza si racconta a cuore aperto a Last On The Brakes

Dopo aver vinto nel 2013 e 2014 il CEVQuartararo è approdato sul palcoscenico del mondiale l’anno successivo. Il francese venne presentato come il successore di Marc Marquez (Repsol Honda Team) e, come potete immaginare, questa è una pressione impegnativa da gestire quando si è solo un adolescente. 

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“Quando ero più giovane è stato fantastico vedere la gente notare il grande potenziale - commenta il tre volte vincitore di una gara in classe regina - Ma c’è stato un momento in cui hanno iniziato a paragonarmi a Marc. Inizialmente è stata una motivazione e non mi sono reso conto che era più una pressione che non una motivazione. Così ho finito la stagione 2015 in modo davvero pessimo, mi sono rotto il piede e poi ho preso delle decisioni poco azzeccate. Le circostanze hanno reso il 2016 e il 2017 due stagioni davvero complicate”. 

“Nel 2018 ho iniziato a trovare la mia strada per migliorare quindi penso che l’esperienza accumulata quando ero più giovane mi abbia aiutato ad essere in forma in quel momento. Ho vissuto il 2016 e il 2017 come gli anni peggiori della mia carriera. Senza grandi risultati, sempre momenti difficili. Ma quando guardo a quegli anni ora, mi dico ‘Ok, il risultato è stato pessimo, ma ho fatto un sacco di esperienza e le situazioni difficili che ho vissuto in questi anni mi hanno permesso di diventare forte’. Quindi, alla fine, è stato negativo per il risultato, ma positivo per l’esperienza”. 

Ma, come sappiamo, Quartararo non ha mai rinunciato al suo sogno. “Conoscevo il mio potenziale al tempo e lo conosco oggi. Perché normalmente non sono il tipo a cui piace lamentarsi della moto. Ma in questi anni mi lamentavo, eccome se mi lamentavo. C’è stata una gara in cui mi sentivo bene sulla moto e ottenni un buon risultato. Alla fine, questo è ciò che mi fa sentire bravo”. 

“Per questo non mi sono mai arreso e mi sono sempre allenato duramente. Nel 2018 sono arrivato alla Speed Up e il capo mi ha appena detto: “Continua così, lavora in questo modo e arriverai”. In realtà quando mi ha detto questo, ero arrivato 28° in Argentina nelle qualifiche e mi ha messo di buon umore, quindi mi sono detto: ‘Ok, non ho nessuna pressione da parte del capo’. Così ho potuto lavorare e continuare a crescere, questo mi ha dato molta fiducia. Da questo momento, tutto è andato molto meglio di quanto mi aspettassi”. 

Quartararo è poi stato chiesto se la pressione di quel tempo fosse più difficile da gestire rispetto a quella attuale dov’è in lotta nel Campionato del mondo MotoGP™: “Sì, perché tutti i piloti sono diversi, ma il motivo principale per cui mi stressavo o mi sentivo nervoso era l’incertezza di una sella per l’anno successivo. Nel 2018 ho firmato per due anni col Petronas ed ero molto più calmo, meno stressato, il mio futuro era già chiaro. Ad inizio anno ho firmato per il 2021 e il 2022 con la Yamaha Factory, quindi questa è la cosa che può rendermi nervoso. Ma poi s’impara e se mi troverò nella situazione in cui non avrò una moto, di sicuro sarò calmo perché conosco il potenziale che ho in questo momento. E so che posso ottenere grandi risultati. Ho già passato momenti difficili quest’anno ma lavorando sempre nella stessa direzione per sentirmi sempre bene. Sì, in passato la pressione era un po’ più pesante”. 

Parlando della lotta in gioco quest’anno, Quartararo ribadisce che la pressione non è su di lui. E qualunque cosa accada, per quanto difficile possa diventare la situazione, la pressione non sarà più forte come prima. 

“Sì, la vedo così perché la squadra è nata l’anno scorso, sono arrivato da rookie arrivando dal 10° posto nella classifica mondiale nel mio ultimo anno in Moto2™. In questo momento sono secondo in campionato, la pressione non è su di me. Sapete, i piloti che sono nella top 4 con me sono piloti ufficiali”. 

“Alla fine, si può dire, che Joan è al suo secondo anno ma è in una squadra ufficiale con molta esperienza che, da quando è tornata, ha sviluppato un sacco di cose. Vale lo stesso per Maverick che è in MotoGP™ da anni, Dovi lo stesso... e io sono lì in mezzo a questi ragazzi e due anni fa ero completamente perso! Faccio del mio meglio e mi diverto. Se il titolo non arriverà quest’anno, lavorerò per conquistarlo nei prossimi anni”. 

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