Acosta domenica insegue la storia ma senza una Bantam

L'ex telecronista del MotoGP™ Nick Harris ripercorre i record alla portata del talentuoso rookie spagnolo, leader in Moto3™

È passato tanto tempo ma il giorno del mio 16° compleanno avevo in mente un unico pensiero, ovvero come fare a raggiungere la principesca somma di 15 sterline per comprarmi la mia prima moto. Il padre di un mio amico stava vendendo la sua Bantam 125cc e con l’aiuto dei miei genitori mi sono ritrovato in sella.

Domenica a Portimao un 16enne spagnolo non si preoccuperà di una BSA Bantam ma si concentrerà per scrivere un nuovo capitolo nella storia del mondiale lunga 73 anni e per entrare così a far parte di un gruppo molto esclusivo. La sensazionale vittoria conquistata da Pedro Acosta in occasione della seconda gara del Campionato del Mondo Moto 3™ ha aperto le porte per altri record all’orizzonte già domenica in quello che sarà il terzo appuntamento della stagione. Quella vittoria stratosferica dopo essere scattato dalla corsia box andando a rimontare tutti è arrivata appena una settimana dopo il secondo posto ottenuto in Qatar all’esordio nel mondiale. Una nuova gioia o anche un podio domenica permetteranno al campione uscente della Red Bull Rookies Cup di collocarsi in una posizione davvero speciale.

Nel caso in cui arrivasse tra i primi tre in Portogallo, Acosta sarebbe il pilota più giovane a inaugurare la propria carriera con tre podi consecutivi. In caso di vittoria il portacolori KTM diventerebbe il secondo pilota più giovane di sempre a conquistare due successi di fila dopo Maverick Viñales.

Nei 73 anni di storia del Campionato solo quattro piloti sono saliti sul podio nei loro primi tre Gran Premi.

Nel 1949, il primo anno del mondiale, l’italiano Arciso Artesiani all’esordio porta a casa tre podi consecutivi. Il pilota Gilera salta l’appuntamento inaugurale, ovvero le gare del TT in programma sull’Isola di Man per poi salire sul podio in Svizzera, nel TT in Olanda e in Belgio.

L’anno successivo l'inglese Geoff Duke con la sua Norton chiude al secondo posto nella gara della classe 350cc al TT, vincendo poi quella della 500cc TT e arrivando terzo in 350cc in Belgio a Spa Francorchamps. Duke nel dopoguerra è uno degli eroi britannici in campo sportivo: nel suo palmarès ci sono sei titoli mondiali vinti con Norton e Gilera.

Nel 1991 il carismatico Noboru Ueda va a podio nei primi tre Gran Premi della classe 125cc. La carriera del giapponese portacolori Honda nel mondiale parte alla grande con il successo nella prima gara in programma a Suzuka, seguito dal terzo posto dietro a Loris Capirossi e Fausto Gresini in Australia a Eastern Creek in Australia prima di tornare alla vittoria in Europa a Jerez. Nobby vincerà poi altre 11 gare senza però riuscire a coronare il proprio sogno iridato. Nel 1994 e nel 1997 termina la stagione in seconda posizione. In puro stile Acosta - sebbene non partendo dalla pit lane - Ueda batte tutti scattando dal fondo della griglia di partenza. Nel Gran Premio del Giappone del 1997 conquista la pole ma nel corso del giro di schieramento nota che la direzione del vento è cambiata e decide così di rientrare ai box per cambiare rapporto. È quindi costretto a partire dietro a tutti ma riesce comunque a vincere la seconda gara del Campionato dopo che la prima corsa in Malesia è andata a un giovane Valentino Rossi che poi trionferà anche a Jerez e al Mugello.

Nel 1996 l’indimenticato Daijiro Kato prende il via come wildcard nel Gran Premio della classe 250cc che si corre a Suzuka e che vale come terzo appuntamento del mondiale. L’anno dopo torna in pista come wildcard Honda e va a vincere ripetendosi anche nel 1998. Questi sono i primi tre Gran Premi di Kato. Arriveranno poi altre 15 gioie accompagnate anche dal titolo mondiale del 2001 prima della tragica scomparsa del 2003.

Ecco quindi che Acosta ha tutte le carte in regola per entrare a far parte di un ristretto gruppo formato da delle vere leggende del motociclismo. La mia amata e cara Bantam solo una volta ha toccato gli 88 chilometri e mezzo, scendendo da Cumnor Hill. Una velocità che non penso avrebbe impressionato il giovane spagnolo.

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