Marquez e Nakagami: non tutti gli eroi indossano il mantello

Impegno, sofferenza e coraggio: i piloti del MotoGP™ sono incredibilmente forti ed entrambi gli alfieri HRC lo hanno dimostrato a Portimao

Gli infortuni fanno parte dello sport. Ma, fortunatamente, il più delle volte i protagonisti del Campionato del Mondo MotoGP™ sono in grado di reagire immediatamente alle cadute in cui inciampano. Spesso escono indenni, altre volte, purtroppo, non è così come ha dimostrato Marc Marquez (Repsol Honda Team) che, dalla caduta fatta al GP di Spagna del 2020, ha trascorso ben nove mesi lontano dalle competizioni e averlo rivisto di nuovo in azione è stato sorprendente.

Marc Marquez, Grande Premio 888 de Portugal, 2021

Non è stata da meno la performance del suo compagno di marca Takaaki Nakagami (LCR Honda Idemitsu) che a Portimao, dopo una spaventosa caduta avvenuta in uno dei punti più veloci della pista, alla curva 1, durante il secondo turno di prove libere, ne è uscito con delle contusioni e accusando dolore, soprattutto alla clavicola e allo sterno, insieme a qualche abrasione. Ma ha fatto il possibile per tornare in pista per migliorare il proprio riferimento della FP2.

L’apparizione di Marquez nella FP1 ha reso questo turno di prove probabilmente una nelle più attese nella storia del Campionato. Tutti gli occhi erano puntati sul #93 mentre milioni di persone erano impazienti di vedere di nuovo lo spagnolo in sella alla sua RC213V dopo tre interventi chirurgici e 265 giorni, i più lunghi della sua vita. La risposta più emblematica è stato il suo sorriso raggiante alla fine della sessione, quando Marquez è tornato al box del Repsol Honda Team. È tornato, non al massimo della forma, naturalmente, ma abbiamo visto fin da subito che poteva guidare di nuovo la sua MotoGP™ con relativa facilità.

Ad impressionare, non è stato solo lo stile di guida del catalano, ma anche i tempi che ha registrato. Infatti, ha concluso il primo turno di prove al terzo posto, a due decimi dal leader Maverick Viñales (Monster Energy Yamaha MotoGP) su una pista parzialmente bagnata. Pazzesco. Nella FP2 abbiamo visto Marquez prendere dei rischi riuscendo a fare di quei salvataggi a cui ci ha abituati, come se non fosse stato lontano dalle piste.

Sesto in qualifica, dopo aver superato la Q1, è stato il miglior risultato che Marquez potesse desiderare. I medici gli avevano detto che i muscoli del suo braccio destro si sarebbero indeboliti col progredire del fine settimana quindi, assicurarsi un posto in seconda fila è stata una buona ricompensa. Ma sapeva che i 25 giri di domenica non sarebbero stati affatto facili.

Joan Mir, Marc Marquez, Grande Prémio 888 de Portugal

L’otto volte campione del mondo ha descritto le prime tornate dicendo che si sentiva come: “Un bambino che gioca a calcio con bambini più grandi” riuscendo comunque a mettere in scena un duello col campione del mondo in carica, Joan Mir (Team Suzuki Ecstar), nel corso dei primi due giri. La terza curva ha quasi segnato la fine della gara di Marquez che ha toccato la ruota posteriore della Suzuki GSX-RR del #36 ma è riuscito a farla franca. Il catalano ha poi perso posizioni ma è stato allora che la grinta travolgente, il coraggio e la determinazione di un pilota del suo calibro sono entrate in gioco. Marc ha mantenuto il suo ritmo tenendosi lontano dai guai, ha stretto i denti e ha portato avanti il suo recupero.

Alla fine, un settimo posto è stato più di quello che lo stesso Marquez e la sua squadra potessero immaginare un paio di mesi fa. Come ha ricordato lui stesso, Marc è una persona che preferisce mantenere riservate le proprie emozioni, ma è stato impossibile farlo dopo aver visto la sua prima bandiera a scacchi in 518 giorni. Arrivato al box è stato inevitabile crollare e lasciare che le emozioni prendessero il sopravvento, come ha confessato ai microfoni. Il sogno del suo ritorno era già realtà. Incredibile!

Ma, come dicevamo, Marc non è stato l’unico pilota a portare avanti una prestazione eroica al GP del Portogallo. Anche Nakagami ha fatto i conti con gli acciacchi rimediati nella caduta fatta durante la FP2. Fortunatamente il pilota giapponese non ha rimediato rotture o fratture, ma lo abbiamo visto sofferente sulla sua RC213V per tutto il fine settimana. Una contusione alla clavicola destra ha visto il pilota del LCR Honda Idemitsu fuori dalla pista per la FP4 e per le qualifiche tornando in tempo per il warm up, turno durante il quale ha fatto i conti col dolore. Ma Nakagami è un guerriero, come gli altri piloti, quindi è tornato ad indossare casco e tuta per affrontare la gara.

Dopo aver visto la bandiera a scacchi domenica pomeriggio, Nakagami si assicurato un combattuto 10° posto precedendo il vincitore del GP del Qatar, Maverick Viñales, e poco più di cinque secondi di distacco dal compagno di squadra Alex Marquez (LCR Honda Castrol). La pista di Portimao è paragonata a delle montagne russe visto il suo layout che lo rende, senza dubbio, uno dei circuiti più impegnativi del calendario. Per questo motivo, assicurarsi la top 10 al termine di un fine settimana complicato, è davvero una bella impresa.

Ma anche altri piloti, come Luca Marini (SKY VR46 Avintia), hanno dimostrato quanto sia difficile stare sulla scena del Campionato del mondo. Il pesarese è caduto in una velocissima curva a sinistra, la 9, durante la FP4 poco prima del suo debutto nella Q2 della MotoGP™. Schiantarsi a quelle velocità e poi essere in grado di tornare in sella richiede una forza mentale davvero audace. I piloti sono coraggiosi, disposti a rischiare tutto per raggiungere il proprio obiettivo. Pochi minuti dopo la caduta, Marini ha sigillato quella che al momento è la sua migliore qualifica in MotoGP™. Sensazionale.

Siamo chiari: tutti i piloti che vediamo in pista sono degli eroi. L’incidente spaventoso di Jorge Martin (Pramac Racing) alla curva 7 è stato un promemoria di ciò a cui vanno incontro questi protagonisti. I motociclisti sono fatti di un’altra pasta rispetto alle persone comuni. Hanno investito tutta la loro vita per diventare superuomini e piloti del calibro di Marquez o Nakagami ce lo hanno dimostrato in prima persona.

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