Sindrome compartimentale: Perché colpisce tanti piloti?

Spieghiamo di che cosa si tratta, quali sono i sintomi e le relative soluzioni per risolvere questa situazione

Sindrome compartimentale. Due parole che suonano familiari, si tratta infatti di un problema diffuso con cui fanno i conti molti piloti contemporanei. Lo scorso fine settimana abbiamo visto, al GP di Spagna, Fabio Quartararo (Monster Energy Yamaha MotoGP) crollare a metà gara a causa di questo disturbo che, durante il resto del fine settimana, non aveva creato alcun sospetto ma è apparso improvvisamente generando un forte dolore al braccio de El Diablo.

È la seconda volta in tre anni che Quartararo si sottopone ad un intervento chirurgico di questo tipo, soffrendo, come tanti altri piloti, di sindrome compartimentale cronica da sforzo. Secondo la Mayo Clinic, è “una condizione muscolare e nervosa indotta dall’esercizio fisico che causa dolore, gonfiore e a volte disabilità nei muscoli interessati delle gambe o delle braccia”. Chiunque può soffrirne ma è più comune nei giovani piloti e in altri atleti che partecipano ad attività che comportano un impatto ripetitivo”. I piloti della MotoGP™, ovviamente, rientrano in questa categoria.

Quando si fa esercizio, i muscoli aumentano di volume. Per tutti i piloti impegnati nel Campionato del Mondo MotoGP™, gli avambracci si trovano a fare molto esercizio durante una gara o anche una semplice sessione di allenamento, ma lo sforzo maggiore lo fanno in frenata. La sindrome compartimentale si verifica quando il tessuto che riveste il muscolo, la fascia, non si espande insieme al muscolo. Questo provoca una forte pressione e dolore ed è per questo che Quartararo ha guidato un paio di secondi più lento di quanto non potesse nella parte finale della gara a Jerez. Le telecamere OnBoard hanno mostrato il volto del francese straziato dal dolore dopo aver tagliato il traguardo.

El DIablo ha subito un intervento chirurgico questa settimana per cercare di risolvere il problema che lo ha afflitto anche dalla sua stagione di debutto in MotoGP™, nel 2019, al Gran Premio Red Bull de España, il problema non si era ripresentato. Quando gli è stato chiesto perché alcuni piloti soffrono di sindrome compartimentale e altri no, come ad esempio, Valentino Rossi (Petronas Yamaha SRT) che nei suoi 26 anni di Gran Premi non ha mai avuto questo problema, Quartararo fatica a dare una risposta dettagliata ma spiega che al termine della tappa portoghese del 2020 iniziò a notare i primi segnali.

“Onestamente, l’anno scorso a Portimao sono stato davvero male e quest’anno invece è stato perfetto. Tutti gli anni in cui ho corso qui a Jerez sono andato bene. L’anno scorso non c’è stato nessun problema e quest’anno ho dominato per un secondo e poi non avevo più potenza. Ho continuato a lottare per altri sei giri col dolore, per mantenere un secondo, ma era semplicemente impossibile. Non avevo più forza. Era pericoloso dominare la seconda metà di gara ma non volevo fermarmi perché sapevo che forse sarei riuscito a prendere uno o due punti davvero importanti per il Campionato. Così ho dato tutto. Purtroppo, ho avuto questo problema” spiega il francese.

“Non lo so, onestamente – continua Quartararo confermando di non avere idea del perché alcuni piloti soffrano di questo problema e altri no - Il 2020 è stato perfetto, zero problemi. In 25 giri mi sentivo bene, non avevo nemmeno un po’ di dolore e quest’anno è stato il contrario. Ho dovuto frenare con quattro dita e normalmente freno con una sola. Non potevo andare a tutto gas sul rettilineo. A parte l’ultimo giro per cercare di prendere quei pochi punti che forse potrebbero aiutare alla fine della stagione. Ma non c’è una spiegazione. Mi sto allenando lo stesso, mi sento ancora meglio sulla moto e? Non lo so”, si è lamentato il pilota ufficiale Yamaha.

La stagione 2021 ha visto anche il recente vincitore a Jerez, Jack Miller (Ducati Lenovo Team), e Iker Lecuona (Tech3 KTM Factory Racing) sottoporsi ad un intervento chirurgico per lo stesso problema tra il Gran Premio di Doha e quello del Portogallo. “Era abbastanza chiaro dopo gli esami che c’era molta pressione nel mio braccio destro. Sono stato operato martedì (dopo il GP di Doha) e sono uscito dall’ospedale mercoledì mattina” ha spiegato Miller prima del GP del Portogallo. Il suo incidente a Portimao ha aperto la ferita ma non ci sono stati problemi a Jerez.

Dopo il dramma di domenica scorsa per Quartararo, alcuni dei suoi rivali hanno condiviso le loro opinioni sulla sindrome compartimentale. Il campione del mondo in carica, Joan Mir (Team Suzuki Ecstar) ha ammesso di aver sofferto in forma lieve questo problema e che lo nota su tutte le piste un po’ più esigenti: “Non soffro di sindrome compartimentale. Ma noto dei lievi disturbi quando provo a spingere di più, come per i 25 giri qui a Jerez, accelerando, frenando, è sempre difficile. È importante gestire bene anche questa situazione. Non posso dire di più perché non ho questo problema”.

Aleix Espargaro (Aprilia Racing Team Gresini) è un altro pilota che ha ammesso di aver sofferto con le braccia. Lo spagnolo sarà il quarto pilota MotoGP™ a sottoporsi a un intervento chirurgico di questo tipo nel 2021 dopo averlo scoperto a Jerez. “Negli ultimi giri della gara ho sofferto di sindrome compartimentale al braccio destro. Non avevo la forza per frenare. Mi fa molto male questo braccio, quindi perdo un po’ di prestazioni in frenata - ha spiegato Aleix durante il media debrief di domenica pomeriggio dopo la gara - Non credo che dipenda dalle caratteristiche della pista di Jerez, penso che le MotoGP™ stiano diventando sempre più veloci avendo maggiore carico aerodinamico e più potenza da gestire. Non siamo macchine come le moto che guidiamo. Siamo umani. Quindi non so come possiamo migliorare” ha continuato il #41 precisando il motivo per cui questo problema sia così frequente tra i piloti.

“Amo il fitness. Amo allenarmi. Mi piace provare qualcosa di diverso, cose nuove per essere sempre più in forma ma non so cosa possiamo fare per migliorare questo aspetto. Mi sono operato più di dieci anni fa ma ora parlerò col dottore e potrei dovermi operare di nuovo perché probabilmente c’è un nuovo blocco muscolare. Quindi farò dei test domani o martedì perché onestamente ho sofferto oggi (domenica 2 maggio nde). Non è normale. Non ho sofferto a Jerez in passato” ha aggiunto il pilota di Granollers.

“Abbiamo trascorso molti giorni sulla pista del Qatar, poi Portimao è un circuito molto impegnativo, ora qui. La gara è stata circa 20 secondi più veloce dell’anno scorso, questo significa che l’accelerazione della moto è incredibile. Da una curva all’altra si arriva a più di 200 km/h. Quindi bisogna gestire bene la moto ed è molto difficile” ha continuato il maggiore dei fratelli Espargaro.

Ad Aleix è stato anche chiesto se stiamo raggiungendo i limiti del corpo umano in MotoGP™. Ha subito respinto questa teoria ma è curioso di sapere perché ora stia iniziando a soffrire della sindrome compartimentale per la prima volta nella sua lunga carriera in MotoGP™: “Sono curioso di vedere se posso allenarmi in modo diverso, se posso cambiare un po’ la posizione sulla moto per guadagnare qualcosa. Non lo so. Sono curioso perché sono in MotoGP™ da quasi dieci anni e non ho mai avuto questo problema. Quindi è qualcosa di nuovo. Dobbiamo cercare di capirlo. Ora sono un po’ preoccupato, non per Le Mans, ma per il Mugello perché, a mio parere, è il circuito dove ho davvero sofferto molto nell’ultima parte della gara. E non ero l’unico. Quindi vediamo se riesco a risolvere il problema prima di andare lì”.

Anche il compagno di squadra di Quartararo, Maverick Viñales, ha espresso la sua opinione sulla sindrome compartimentale dopo il GP di Spagna. Il catalano, così come Aleix, non ha mai veramente sofferto di questo problema ma individua alcuni circuiti, come Jerez, Assen e il Mugello, come quelli più stressanti per le braccia: “Non ho avuto alcun problema con la sindrome compartimentale in nessuna categoria. Quindi non so, non so cosa causi la sindrome compartimentale. Ma Jerez è normalmente uno dei circuiti più difficili per le braccia – per poi avanzare la sua supposizione - Penso che sia a causa delle frenate. È più difficile per gli avambracci perché sei inclinato per la maggior parte del tempo e devi affrontare frenate molto dure in molti punti della pista”.

Miguel Oliveira (Red Bull KTM Factory Racing), nel frattempo, ricorda di aver avuto un grosso problema di sindrome compartimentale durante la sua prima stagione in Moto2™, nel 2016, e la stella portoghese ha ribadito quanto sostenuto dagli altri piloti: “Ho avuto questi problemi in passato. Al mio primo anno in Moto2™ non potevo guidare, ero praticamente solo un passeggero ad ogni gara, in ogni circuito. Così mi sono operato al termine di quella stagione e quando sono tornato sulla moto mi sono sentito un altro pilota. Soffrire di sindrome compartimentale è un fattore molto limitante, non so se c’è davvero qualcosa che possiamo fare al riguardo”.

L’anno scorso abbiamo visto l’attuale collaudatore Yamaha, Cal Crutchlow, subire un’operazione più complessa che ha comportato la rimozione di tutta la fascia muscolare avendo avuto numerosi problemi di sindrome compartimentale durante la sua carriera in MotoGP™. Prima del britannico, l’ultimo pilota a subire una tale operazione in MotoGP™ era stato Dani Pedrosa, nel 2015. Il tre volte campione del mondo ebbe bisogno di sei settimane per recuperare mentre Crutchlow pubblicò alcune immagini impressionanti per mostrare in che cosa consistesse l’operazione sul suo profilo Instagram.

Intervenuto nel 2015, questo è quanto detto dal dottor Angel Villamor sulla sindrome compartimentale di Pedrosa: “L’intervento è stato complicato e aggressivo abbiamo utilizzato una tecnica microchirurgica e una lente microscopica. L’intervento è durato due ore ed è stato fatto applicando l’anestesia locale. Abbiamo esaminato la fascia muscolare che era ipertrofica e doveva essere aperta e liberata. La fascia muscolare è stata sezionata e rimossa dall’avambraccio. Questo aumento del volume ha allargato il muscolo all’interno della fascia anelastica che ha causato un aumento della pressione all’interno del compartimento e ha causato uno stato doloroso di privazione d’ossigeno che ha generato un dolore intenso nell’avambraccio poi è crollato dopo l’esercizio di guida”.

Fortunatamente, la chirurgia più aggressiva non è stata necessaria per piloti come Miller, Lecuona e Quartararo e sembra che saremo in grado di vedere quest’ultimo in azione in pista per il suo GP di casa, a Le Mans. In ogni caso, il fatto che la sindrome compartimentale si manifesti in modo così improvviso e significativo, come nel caso di Quartararo, è un vero problema per i piloti della MotoGP™.

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