L’American Dream tornerà

Dopo la pole di Beaubier ad Austin, l'ex telecronista della MotoGP™ Nick Harris è ottimista in vista del ritorno delle stelle americane

Andiamo, ammettetelo, avete provato una bellissima sensazione quando l’inno statunitense ha risuonato sopra il COTA e i jet sono passati sopra al rettilineo di partenza e arrivo prima del via della gara della MotoGP™ in Texas. L’emozionante inno statunitense, parte dei Gran Premi disputati in territorio a stelle e strisce negli ultimi 45 anni, non risuonava sul podio da 11 lunghi anni. Al COTA c’è stata una ventata di speranza legata al fatto che il suo ritorno non sarà poi così lontano.

Il californiano Cameron Beaubier ha conquistato la sua prima pole position della sua carriera in Moto2™. In sella alla Kalex dell’American Racing Team ha fatto impazzire i tifosi con il record di tutti i tempi in 2:08.751. Prima di lui nella classe intermedia a scattare davanti a tutti in territorio americano era stato nel 1989 John Kocinski a Laguna Seca. L’ultimo statunitense a prendere il via in un Gran Premio partendo dalla pole position in America era stato nel 2010 Ben Spies in MotoGP™ all’Indianapolis Motor Speedway. Spies è stato anche l’ultimo americano ad aver vinto una gara, 11 lunghi anni fa. In sella alla Yamaha ufficiale l’ex campione del mondo Superbike ha vinto nel 2011 ad Assen quando si mise alle spalle le due Honda di Casey Stoner e Andrea Dovizioso. L’ultimo statunitense a essere arrivato sul podio nel 2020 è stato Joe Roberts, terzo nella gara della Moto2™ nel Gran Premio della Repubblica Ceca a Brno. L’ultimo americano ad aver vinto un titolo mondiale è stato l’indimenticato Nicky Hayden. Ben 16 anni sono passati da quando a Valencia vinse il titolo mondiale MotoGP™ battendo Valentino Rossi.

Gli Stati Uniti hanno prodotto sette campioni del mondo MotoGP™ e due in 250cc. Si tratta di un Paese che nel 2013 ha ospitato ben tre gare, a Laguna Seca, Indianapolis e al COTA. È l’unico Paese ad aver prodotto padre e figlio campioni del mondo nella classe regina. Si tratta di un Paese che conquistato 173 vittorie, di cui 154 nella classe regina con undici piloti e 19 nella 250cc con quattro piloti diversi.

A un certo punto negli anni ’80 sembrava un viaggio dei Padri Pellegrini ma al contrario. Bastava schioccare le dita e in Europa sarebbero sbarcati dei campioni del mondo direttamente dall’Atlantico. Kenny Roberts ha iniziato il viaggio nel 1978 quando ‘sconvolse’ il mondo dei Gran Premi sia in pista che fuori. Tre titoli mondiali vinti di fila oltre a un importante impegno in termini di sicurezza dei piloti lo hanno reso il Presidente dell’American Dream. Presto sarebbe stata la volta di Freddie Spencer, unico pilota a vincere nella stessa stagione un titolo mondiale in 250cc e anche in 500cc, oltre al quattro volte campione del mondo nella classe regina con Yamaha e Honda, Eddie Lawson, al tre volte iridato nella 500cc Wayne Rainey e Kevin Schwantz. All’inizio del nuovo millennio Kenny Roberts Junior ha emulato suo padre quando nel 2000 si è laureato campione del mondo nella 500cc mentre sei anni dopo è toccato a Nicky Hayden. Nonostante gli sforzi di Ben Spies i titoli mondiali e le vittorie si sono fermate.

Le competizioni in America sono andate via via riducendosi. Sono scomparsi dal calendario quegli stupendi appuntamenti in programma a Laguna Seca e Indianapolis. Nel frattempo è emerso un altro Presidente dell’American Dream, ovvero il tre volte campione del mondo nella 500cc Wayne Rainey, rimasto purtroppo paralizzato dopo la caduta avvenuta nel 1993 a Misano mentre era sulla strada giusta verso la conquista del quarto titolo mondiale. Kenny Roberts negli anni ’90 ha provato in tutti i modi a promuovere questo sport negli Stati Uniti. Nel 2015 Wayne ha organizzato e poi diffuso il nuovo Campionato MotoAmerica. Le competizioni motociclistiche in America sono state rivitalizzate e rinnovate. Lentamente ma indubitabilmente i piloti americani stanno tornando ad attraversare l’Atlantico per correre nel Campionato del Mondo MotoGP™ e anche in Superbike. Wayne è stato costretto a imparare cosa significa la parola ‘pazienza’. C’è ancora tanta strada davanti ma è convinto che tutto il loro grande valore sarà ripagato e che gli Stati Uniti torneranno a essere un serio terreno da cui sbocceranno futuri vincitori e campioni del mondo.

Wayne dovrebbe saperlo meglio degli altri, come ci diceva sempre un altro famoso statunitense, ovvero Bob Dylan: “Times they are a -changin”.