A RUOTA LIBERA - Giappone: “È frustrante"

Una carrellata con le frasi più incisive, curiose o spiazzanti pronunciate dai piloti a Motegi

Quanti errori a Motegi, quante debacle. Tecniche, umane, morali. Ma una cosa perfetta c’è stata, e su questo in molti sembrano d’accordo: la vittoria di Jack Miller (Ducati Lenovo Team) ha fatto piacere a parecchi. Ecco allora le loro parole, insieme ai racconti di chi in Giappone ha raccolto poco o niente, di chi sperava di salutare il Sol Levante a pancia piena e invece si ritrova con una gran fame. Per fortuna domenica prossima si corre in Thailandia e per chi sarà veloce ci sarà un bel banchetto. 

Ma torniamo allo scorso fine settimana. E a cosa è stato detto di interessante dai protagonisti della top class durante la prima di quattro tappe in Oriente in cinque settimane. 

Jack Miller, Ducati Lenovo Team, Motul Grand Prix of Japan

Un uomo in fuga

Punto primo, il dominio di Miller ha fatto sbocciare molti sorrisi. 

Brad Binder (Red Bull KTM Factory Racing): "Congratulazioni a lui, oggi è stato di un altro livello. Quando mi ha superato, è scomparso in tre o quattro giri. Era il palla e, conoscendolo, ho capito che aveva montato la gomma dura al posteriore come me. Verso il decimo giro ho capito che non l'avremmo più ripreso. Tanto di cappello a Jack. Sarà fantastico averlo in squadra il prossimo anno".

L’australiano, l’anno prossimo, passerà infatti dal rosso di Borgo Panigale all’arancio della casa austriaca. Ma fra chi ha parlato di lui c’è anche un uomo in blu. 

Cal Crutchlow (WithU Yamaha RNF MotoGP™ Team): "Se non vinco io, l'unica persona che voglio lo faccia è Jack! È uno dei miei migliori amici. Se l'è meritato, è andato via e vinto. Non c'è niente di meglio di una gara del genere".

Anche il suo attuale compagno di squadra, che ha terminato la corsa nella ghiaia cadendo all’ultimo giro, punta il pollice verso l'alto.

Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo Team): "L'unico sapore dolce oggi è per Jack".

Senza cartucce

Fra chi invece mastica amaro c’è Fabio Quartararo (Monster Energy Yamaha MotoGP™), autore di una gara senza infamia e senza lode, ottavo al traguardo. Colpa dei limiti della M1. 

"Non riuscivo a superare. Ce l’ho fatta solo con Marini”.

E ancora: “È frustrante, perché potevo andare più veloce. Abbiamo anche commesso qualche errore, cambiando una cosa prima della gara. Non si trattava dello pneumatico, era qualcosa che ha rallentato il mio passo”. 

"Siamo umani"

Musi lunghi anche in casa Aprilia Racing, con Aleix Espargaro che ha gettato alle ortiche la gara prima della partenza. Durante il giro di ricognizione la sua RS-GP ha iniziato a procedere in modalità lumaca costringendolo a un repentino cambio ai box, dove ha trovato la seconda moto equipaggiata con pneumatici non ideali (una soft al posteriore, in particolare). Partito dalla pit lane, non ha trovato la zona punti. 

"Sono stanco, siamo tutti stanchi, ma questo è il nostro lavoro. Un errore così può capitare. È grosso, enorme, e questo non dovrebbe accadere. Ma siamo umani”.

A quanto pare i tecnici non avrebbero disattivato la mappatura eco, che serve a consumare poco e limita radicalmente il motore. 

"Ho perso una grande occasione. Ma se Bagnaia e Quartararo fossero arrivati primo e secondo sarebbe stato peggio, per il campionato”.

“Sono molto triste perché oggi sapevo di essere più veloce di loro ed è raro esserlo".

Il valzer delle gomme

Anche il compagno di box Maverick Vinales saluta Motegi col volto scuro. 

"Abbiamo messo la media senza avere molti giri alle spalle. L’avevo provata per pochi giri nelle FP1 e mi sentivo male. Abbiamo scartato la soft perché faceva molto caldo. Dobbiamo lavorare meglio, è il momento di fare uno step ma non siamo in grado”. 

Spesso sono le gomme a portare la squadra fuori strada: “In Austria abbiamo scelto la morbida e abbiamo commesso un errore, qui abbiamo optato per la media ed è stato un altro sbaglio. Dobbiamo essere più precisi".

Maverick Viñales, Aleix Espargaro, Motul Grand Prix of Japan

Che flop in partenza

Punta il dito solo contro se stesso, infine, Crutchlow. A punti in gara, certo. Ma avrebbe potuto ambire a qualcosa di più. 

"Ho dimenticato di premere il dispositivo del launch control e sono partito molto male. Poi ho dovuto recuperare le posizioni”.

"Il mio ritmo nella parte centrale della gara era davvero buono, sono molto soddisfatto. Oggi saremmo potuti finire tra i primi 10 abbastanza facilmente, se fossi partito in modo corretto".

 

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