C’era una volta una bambina che veniva magnetizzata dai collegamenti con i corrispondenti o gli inviati nel corso del telegiornale. Già da giovanissima quella bambina sapeva che un giorno avrebbe voluto essere testimone e narratrice dell’attualità. Anche lei, come i giornalisti che ascoltava, voleva permettere agli spettatori di sentirsi lì, dove si stava scrivendo la storia.
Quella bambina era Izaskun Ruiz, oggi nota come una delle giornaliste sportive più popolari e influenti in Spagna, attuale inviata di DAZN, oltre ad essere un punto di riferimento autorevole a livello internazionale per il Campionato del Mondo MotoGP™.
Sport e giornalismo, un binomio arrivato (quasi) per caso
Avendo la meta ben definita, il percorso da intraprendere era chiaro, quindi, Izaskun si iscrisse alla facoltà di giornalismo dell’Università di Navarra: “Al secondo anno iniziai a svolgere un tirocinio in una televisione locale – racconta – E mi affidarono lo sport. È stato un connubio naturale: per anni avevo fatto ginnastica ritmica a liveli agonistici quindi lo sport era sempre stata una parte importante della mia vita”.
Accantonata la timidezza per permettere al suo sogno di diventare realtà, Izaskun iniziò a praticare il lavoro da giornalista leggendo le prime notizie in radio e facendo i primi servizi televisivi per raccontare le partite e gli eventi sportivi che le venivano affidati: “C’era sempre un professionista a supervisionare il mio lavoro ma mi venne permesso di mettere le mani in pasta potendo così, provare, sbagliare e imparare”.
Conclusi gli studi, si trasferì a Madrid per svolgere un altro stage, ma questa volta nella redazione di TVE, Televisión Española: “Iniziai seguendo lo sport e poi mi venne offerto il primo contratto di lavoro come presentatrice del meteo – spiega – Quell’esperienza mi ha permesso di imparare a lavorare in diretta e, successivamente, tornai a seguire lo sport”.
Nos vamos a Catar! Nos vemos el jueves en @movistar_motogp @MovistarPlus pic.twitter.com/RWiqU3zz2Q
— Izaskun Ruiz (@izaskunruiz) March 13, 2018
Diventata la conduttrice dell’edizione mattutina del telegiornale sportivo, nel 2010 si presentò la possibilità di dedicare le proprie energie ad un singolo progetto. “Seguivamo tantissimi sport e per il biennio 2010-2011, TVE acquistò i diritti del Campionato del Mondo MotoGP™ e mi proposero di formar parte di questo gruppo di lavoro”.
L’ingresso nel paddock della MotoGP™
Avendo frequentato numerosi ambienti sportivi, quello della MotoGP™ si rivelò particolarmente accogliente, secondo Izaskun, ma anche esigente: “Finché non ho avuto la possibilità di farmi conoscere, percepivo un po’ di distacco da parte di alcune persone – spiega – Ma il rispetto professionale lo conquisti col lavoro che svolgi ogni giorno. È difficile da ottenere ed è facile perderlo, per questo non puoi mai rilassarti – sottolinea – Quindi, attraverso il modo che hai di porti, alle domande che poni, al modo che hai di raccontare ciò che ti viene detto, ti costruisci una reputazione”.
Un long-lap prima di tornare in pista
“Il primo anno mi lanciarono in pit-lane e mi servì tutta la stagione prima di conoscere esattamente tutte le persone impegnate nei diversi team e il modo di lavorare – continua a raccontare – Il secondo anno ho iniziato a divertirmi, a rendermi conto di come avrei potuto arricchire il nostro lavoro”. Al termine di quella stagione TVE non rinnovò i diritti televisivi della MotoGP™ ma Izaskun si trovò a raccontare per l’emittente spagnola i Giochi Olimpici di Londra del 2012, la Dakar e i mondiali di nuoto.
Por fin sale de detrás de la cámara. El gran @AshleyPlaCapo. Uno de mis compañeros de aventura pic.twitter.com/9Ft3nTpWTj
— Izaskun Ruiz (@izaskunruiz) January 12, 2014
“Mi era piaciuto molto lavorare in MotoGP™ ed ero rimasta con la voglia di fare di più – spiega Izaskun” che, nel 2014, lasciò TVE e Madrid per trasferirsi a Barcellona pur di saziare la voglia di portare avanti ciò che aveva iniziato attraverso gli schermi di Movistar: “Al tempo i punti di riferimento dell’emittente erano Ernest Riveras e Javier Grima, due professionisti con i quali avevo già lavorato e che ammiro molto, per cui, sapere che c’erano loro era una sicurezza importante. Inoltre, lavorare con persone preparate ti permette di imparare tanto e di progredire”.
Immersa nell’ambiente dove l’ingegneria raggiunge la sua versione più sofisticata, Izaskun ha individuato nell’analisi e nella formulazione delle domande giuste gli strumenti utili per garantire un’informazione precisa e corretta: “Credo che la chiave nel nostro lavoro sia sapere cosa chiedere e a chi chiederlo. Sono circondata da persone super specializzate in questo settore che possono spiegare meglio di chiunque altro il lavoro che si svolge al box. Quindi, sono nel paddock per individuare che cos’è interessante per chi è a casa, e poi cercare di ottenere il massimo dalle persone che intervisto”.
Attraverso il suo lavoro, Izaskun ha contribuito alla narrazione di personaggi che hanno scritto pagine indelebili nella storia di questo sport: “Ogni volta che intervisto un pilota provo l’emozione della prima volta. Nel 2010 vinsero tre spagnoli: Jorge Lorenzo, Toni Elias e Marc Marquez – ricorda – Al tempo avevo contatto soprattutto con i piloti della 125cc, quindi, conosco Marc fin dagli albori della sua carriera nel mondiale. Ricordo la prima volta che andai al box a intervistarlo, mi impressionò perché era un ragazzino ma si poteva già vedere che aveva qualcosa di diverso e lo ha poi dimostrato col suo talento sportivo”.
Un ambiente che elogia la competenza
Nel corso delle dieci stagioni trascorse in MotoGP™, Izaskun evidenzia l’importanza di vedere sempre più donne impegnate in ruoli professionali diversi all’interno dei team e delle organizzazioni: “Quando eravamo a Movistar organizzammo una rubrica per parlare delle donne che lavorano nel paddock, perché le bambine che seguivano questo sport potessero trovare dei riferimenti e dire: “questo mondo può essere anche per me”. Era questo l’obiettivo”.
Focalizzando l’attenzione sulle professioniste che ricoprono ruoli tecnici, Izaskun sottolinea: “Nessuna è lì per il fatto di essere donna ma perché sono brave nel loro lavoro ed essendo donne hanno dovuto faticare di più per essere dove sono. Questo dimostra che lo sport non s’interessa al genere ma alle capacità delle persone”.
E proprio nel 2021 abbiamo visto per la prima volta una donna salire sul podio della MotoGP™, così come ricorda: “Jennifer Anderson, che lavora con Marc Marquez, ha trascorso molti anni in KTM al fianco di Pol Espargaro. Il fatto che sia salita sul podio per celebrare la vittoria di Marc ad Austin è significativo. Mi sono emozionata, non ricordo di aver mai visto una donna rappresentare un Team della MotoGP™ sul podio prima di allora”.
Con l’attenzione sul presente si costruisce il futuro
Dedita a raccontare la cronaca durante i Gran Premi e le storie dei protagonisti che animano il paddock, Izaskun spiega quale sia la potenza di questo ambiente: “Il mondo dello sport è di grande ispirazione. Se hai fatto sport a livelli agonistici hai un’idea di quali sacrifici e degli sforzi necessari per raggiungere certi risultati. Quindi, scoprire quanto lavoro e quante rinunce ci siano dietro la conquista di una medaglia. Questa mentalità dona motivazione e mi piace poter stare vicino a persone con delle storie forti e coinvolgenti”.
Fare un’intervista non significa semplicemente porre delle domande, ma richiede la ricerca delle parole giuste perché l’intervistato si senta a suo agio per poter rispondere con franchezza e sincerità. Una capacità che appartiene a Izaskun e che l’ha resa un punto di riferimento per tanti appassionati. “Quando ricevo dei complimenti da delle studentesse o appassionate, mi sento orgogliosa e mi chiedo se meriti di ricevere parole così gratificanti. E, allo stesso tempo, questo mi fa riflettere sulla ripercussione che ha ciò che faccio e di come lo faccio”.
Questa storia è iniziata con l’immagine di Izaskun da bambina seduta a guardare affascinata i collegamenti fatti dai giornalisti da ogni angolo del mondo in tv, e si conclude con Izaskun davanti la telecamera col microfono in mano e una missione da compiere: “Mi piacerebbe trasmettere autenticità ed essere capace di far vivere la stessa emozione che vivo io in quel preciso istante a chi mi sta ascoltando, permettendogli di percepire la grandezza che c’è in uno sport come la MotoGP™”.