Dieci cose che forse non sai su Joan Mir

Aspetti curiosi, divertenti e bizzarri sullo spagnolo che nel 2023 correrà per l'HRC

Un campione del mondo con la valigia. Dopo aver conquistato l’iride nel 2020 sulla GSX-RR del Team Suzuki Ecstar, nel 2023 Joan Mir passerà al Repsol Honda Team per due anni.

Quale occasione migliore per scoprire dieci curiosità sullo spagnolo?

1. Dal 2015, quando ha esordito nel grande circus, Mir corre con il numero 36: a ispirarlo nella scelta suo cugino Joan Perello, che ci aveva corso in 125 nel 2010 e 2011. 

Joan Mir, Leopard Racing, Gran Premio Motul de la Comunitat Valenciana

2. Rituali, riti, scaramanzie. Quando si prepara, lo spagnolo infila sempre lo stivale destro prima del sinistro, idem con i guanti. Mette le mani sul casco prima di scendere in pista e sale in moto sempre dal lato sinistro. Ha smesso, però, di indossare biancheria intima blu: è successo dopo una serie sfortunata di cadute e risultati deludenti.

3. Un asso in pista, non va in moto su strada: non ha la patente per le due ruote. 

4. Alla sua destra non manca mai il suo coach e assistente Tomas Comas. Con sé, se potesse scegliere, vorrebbe anche il tre volte campione del mondo e attuale tester KTM Dani Pedrosa. 

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5. Appassionato di calcio, tifa Barcellona. Nel 2020, dopo aver vinto il titolo iridato, ha fatto però visita alla squadra della sua terra d’origine: il RCD Mallorca. 

6. Si è sposato nel 2021 e mette la famiglia al primo posto. Senza la sua compagna Alejandra, suo padre e il suo circolo affettivo, afferma che non sarebbe dov’è oggi. Non ha figli. Si prende cura di tre cani: Dakota, Kirby e Bruno.

7. Sembra non se la cavi male con le sette note: il suo strumento? Il flauto!

8. Cresciuto a pane e motociclette, vedeva in Valentino Rossi il suo idolo. Lo sceglierebbe come compagno di squadra ideale, se potesse pescare dal passato. Il momento più bello della storia della MotoGP™, secondo lui, è stato proprio il sorpasso dell’italiano su Jorge Lorenzo nel 2009 a Barcellona. Vorrebbe correre a Laguna Seca, dove il suo idolo e Casey Stoner, in passato, sono stati protagonisti di un epico testa a testa. 

9. Da vero buongustaio, gli piacerebbe guidare la Suzuki RGV500, la scorbutica bestia a due tempi con cui Kevin Schwantz ha battuto la concorrenza nel 1993. Kenny Roberts Jr. si è ripetuto nel 2000. Anche piloti come Daryl Beattie, Alex Barros e Sete Gibernau l’hanno portata sul gradino più alto del podio. 

10. Ha promesso che se vincerà il secondo titolo in top class si tingerà i capelli di bianco.

 

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