L’arrivo nei box accolto da applausi e grida d’entusiasmo. Un colpo con la mano sinistra sul serbatoio, come a dire alla sua moto, “brava piccola”. Poi altri tre con la destra, per ribadire il concetto. Nel mezzo, un bacio mimato. L’amore fra Jorge Martin e l’Aprilia RS-GP è sbocciato?
Pare di sì.
La sensazione è questa, osservando quanto successo al termine del Gran Premio d’Ungheria di domenica scorsa, nel quale il campione del mondo in carica della MotoGP™ ha rimontato dalla sedicesima casella dello schieramento al quarto posto finale.
Un risultato carico di significato, questo, ottenuto dopo un lungo calvario che ha compromesso la prima metà del 2025 dello spagnolo. Due infortuni, ancora prima del round inaugurale, gli hanno fatto saltare gran parte dei test pre stagione e i primi tre round. Al rientro, in Qatar, l’iberico è caduto di nuovo ed è finito all'ospedale. È rimasto fermo per altri sette appuntamenti iridati, rientrando in azione il mese scorso a Brno. Con lo svantaggio di chi si è fatto, e rifatto, male. E soprattutto, di chi ha macinato migliaia di chilometri in meno rispetto ai rivali, in un periodo nel quale erano fondamentali: Martin guida una nuova moto, l'Aprilia RS-GP, sulla quale è salito dopo aver vinto il titolo, lo scorso anno, su una Ducati gestita da un team indipendente.
“Te lo meriti”, le parole pronunciate domenica a caldo da Daniele Romagnoli, capotecnico di Martin, al suo pupillo. Lui, il pilota, si è commosso. Ha ringraziato il team. “Manca poco”, ha detto riferendosi agli equilibri in campo.
E ancora: “Martinator è tornato! Forse…”
Il GP d'Ungheria
A confermarlo saranno i prossimi appuntamenti iridati. Ma quanto fatto al Balaton Park Circuit, ormai è storia. È stato proprio lui, nel dopo gara, a riassumerlo.
“Partire dalla sedicesima posizione non è stato certo l'ideale”, ha ammesso. “Ma avevo una strategia abbastanza chiara per le prime due curve: passare all'esterno”.
Alla prima staccata “ho frenato sul cordolo”. Non proprio il massimo, a dire il vero. “Sono comunque riuscito a superare due o tre piloti in quella curva. Poi un altro paio, credo, nelle due successive”.
Alla curva 5 altre due vittime, e ancora una alla curva 9. “Nei primi tre giri ho continuato a sorpassare. Nella seconda parte di gara, poi, sono riuscito a impostare un ritmo davvero veloce. Mi sentivo sempre più sicuro, a mio agio. Certo, ancora non so bene come reagisce la moto quando freno forte. Ecco perché alla curva 5 sono finito due o tre volte lungo, quasi fuori pista. Avrò perso un secondo ogni volta”.
“Devo capire questo aspetto, sono ancora in fase di apprendimento. Sulla griglia di partenza ho modificato la posizione dei manubri”, ha detto Martin per fare un esempio sul processo di adattamento alla RS-GP, ancora in atto. “Ho bisogno di un po' più di tempo. Ma oggi, dando il 100%, sono arrivato quarto, che è un buon risultato. Soprattutto per il team, per tenere alta la motivazione, continuare a crederci”.
“Il mio feeling è cresciuto, la messa a punto di base è migliorata e sono più pronto per la prossima gara”.
Mente libera
All’orizzonte Martin vede un cielo sereno. Senza le nubi portate dagli infortuni. E anche dalle chiacchiere di mercato, che hanno tenuto banco fino al rientro a Brno, viste le indiscrezioni circolate in precedenza su un suo possibile addio al marchio di Noale.
Rientrato qualche tentennamento, Martin ha confermato che correrà con i colori Aprilia anche nel 2026. Ora, finalmente, ha la mente libera. E il corpo in forma.
“Sono riuscito a mantenere un ritmo sostenuto per 26 giri, cosa non facile su una pista difficile come questa”, ha aggiunto domenica pomeriggio al termine del GP d’Ungheria. “Certo, ho ancora bisogno di tempo sulla moto. Ma sono il Martinator dell'anno scorso”. Su una RS-GP che appare competitiva, visti i tre podi consecutivi ottenuti dal compagno di squadra Marco Bezzecchi, vincitore inoltre a Silvestone: “È molto migliorata rispetto all'anno scorso, quindi è solo questione di tempo. Sistemeremo tutto e lotteremo per vincere”.
Il percorso, Martin lo sa, sarà tosto. E lo mette in una posizione nuova: “L’anno scorso l’obiettivo era vincere il titolo, ed è stato fantastico. Ora invece affronto la sfida di chi deve portare in alto l'Aprilia. Mi dà molta più motivazione e soddisfazione”.
“Il giorno in cui vincerò con l'Aprilia sarà fantastico, super”.
Quando succederà, se succederà, lo spagnolo potrà rivedere una delle frasi pronunciate nel dopo gara di Balaton Park. Confermando che “Martinator è tornato”. Senza aggiungere la parola “forse”.