Dorna racconta il lavoro di Two Wheels for Life a Lesotho

Alcuni membri dell’azienda hanno accompagnato gli operatori di TWFL dopo la grande raccolta fondi fatta nei circuiti che ospitano il MotoGP™

Dal 6 al 13 gennaio, cinque dipendenti di Dorna hanno affrontato un viaggio per conoscere l’altra faccia della medaglia del lavoro svolto da Two Wheels for Life (TWFL) a Lesotho, in Sudafrica. Qui di seguito traduciamo la loro esperienza vissuta ‘in campo’ dopo avervi raccontato per tutta la stagione le iniziative organizzate per le diverse raccolte fondi avvenute nei circuiti che ospitano il MotoGP™.

Nella loro pelle
Abbiamo visto il personale di TWFL correre con determinazione nel Paddock, al Day of Champions a Silverstone, negli uffici di Dorna o dentro i box per accaparrandosi stivali o tute che i piloti non usano più sapendo che tutto ciò era utile ad ottenere soldi che sarebbero poi stati investiti in Africa, però quello che vedevamo non era che la punta dell’iceberg. Non eravamo consapevoli di come questi sliders e caschi autografati potessero ‘convertirsi’ in un vero e proprio combustibile.

Dopo essere stati informati da TWFL sulla difficoltà di portare a termine il lavoro che svolgono nel fantastico paese di Lesotho, abbiamo avuto la fortuna di visitare alcuni ospedali dove servono magie, abbiamo percorso alcune miglia per provare in prima persona che cosa vivono ogni giorno gli operatori sanitari e i messaggeri. Siamo saliti sulle moto che guidano, delle Suzuki DR200 in questo caso, raggiungendo i villaggi che visitano anche se per noi si trattava di un viaggio conoscitivo.

Questi lavoratori impegnati nel settore della salute sono nati lì e sanno bene come guidare una moto off road, hanno dovuto improvvisare sul campo per raggiungere villaggi isolati e fare delle analisi del sangue, un processo indispensabile e veloce per diagnosticare malattie come l’AIDS o la tubercolosi, piuttosto che per poi portare le provette di sangue in centri di salute specializzati o quando devono raggiungere delle comunità isolate per portare loro le medicine. Non sempre ci sono delle strade e, quando esistono, sono fangose e somigliano ad una pista da enduro.

Grazie alle abilità di guida acquisite dal personale sanitario, le provette di sangue vengono trasportate rapidamente nelle cliniche dove vengono analizzate. I Basotho, abitanti di Lesotho, adesso possono conoscere se l’esito delle analisi è positivo o negativo in pochi giorni, mentre prima dell’arrivo di TWFL, era il Ministero della Salute di Lesotho a comunicare il risultato e questo procedimento tardava dei mesi e in alcune occasioni il paziente non viveva abbastanza tempo per ricevere la notizia.

Per noi è stato un viaggio attraverso bellissimi sentieri sterrati avvolti da paesaggi meravigliosi visto che siamo stati ‘benedetti’ dalle piogge e dal fango durante il nostro soggiorno. Questa esperienza ha evidenziato quella che è la sfida nel raggiungere dei destini con uno zaino in spalla soprattutto se è piena di campioni di sangue.

Enduro e Trial, fratelli del MotoGP™
Il personale medico e i messaggeri sono abituati a guidare e ad aggiustare le proprie moto da enduro, però, a volte i sentieri sono così complessi, rocciosi, fangosi e pericolosi che salire in sella risulta ancora più complesso che affrontare una vera e propria gara di Trial. Così che, chi meglio del 12 volte campione del mondo di Trial, Dougie Lampkin, ambasciatore di Two Wheels for Life, potrebbe insegnare loro dei trucchi per acquisire sicurezza? Lampkin ha condiviso le sue conoscenze e abilità col personale medico e gli studenti della zona di Maseru. È difficile dire chi sia rimasto più impressionato visto che tutti sono rimasti a bocca aperta vedendo le acrobazie e i trucchi. Il personale di Dorna ha colto l’occasione per intervistare Lampkin chiedendogli di raccontare la sua esperienza con Two Wheels for Life.

Alla scoperta di Lesotho
La maggior parte di noi non sapeva nemmeno dove fosse Lesotho, un’enclave nel cuore del Sudafrica. Ma nessuno di noi dimenticherà mai l’accoglienza, i sorrisi e i paesaggi di questo piccolo grande regno. Lo chiamano il tetto dell’Africa perché si trova ad un’altezza significativa e offre una vista che può essere paragonata alle Alpi e in alcuni punti alle colline della Toscana. Dopo aver donato tutte le nostre attrezzature per le moto, caschi, stivali fortini da Alpinestar, partner del MotoGP™, materiale scolastico, vecchie divise e vestiti forniti da TWFL, pensiamo che l’esperienza sia stata indimenticabile e tutti noi siamo saliti sull’aereo portando con noi un po’ di Africa nei nostri cuori.

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