Strategia che vince non si cambia, la filosofia di Mir

Il campione in carica, quarto in campionato, non ha ancora vinto una gara nel 2021 e la cosa né lo sorprende né lo preoccupa. Ecco perché

Visto da fuori, un podio nelle prime quattro gare dell’anno potrebbe sembrare un inizio di stagione sottotono per difendere il titolo di Campione del Mondo MotoGP™, tuttavia, Joan Mir (Team Suzuki Ecstar) la pensa in modo diverso. Con 49 punti in tasca e il quarto posto provvisorio nella classifica generale, il maiorchino sostiene di star vivendo un inizio stagione prevedibile.

Questo bottino è più ricco di 38 punti rispetto a quello che Mir aveva a questo punto della scorsa stagione. Dopo quattro round nel 2020, lo spagnolo era 14° con 11 punti contro i 48 dell’allora leader Fabio Quartararo (Monster Energy Yamaha MotoGP) al tempo nelle fila del Petronas Yamaha SRT. Nel 2021 il maiorchino è a soli 17 punti dal nuovo leader Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo Team). E se non fosse che le GP21 di Pecco e di Johann Zarco (Pramac Racing) siano state dei veri missili sul rettilineo del Losail International Circuit, Mir si sarebbe, probabilmente, assicurato un secondo posto. Ma il motociclismo non funziona così. Ducati ha i suoi punti di forza e Suzuki ha i suoi. Purtroppo per Mir, al doppio appuntamento qatariota è stato battuto dalle Ducati.

Pur essendosi visto sfuggire il secondo posto al round inaugurale della stagione, Mir ha comunque fatto un’ottima gara dopo essere scattato dal decimo posto. Una situazione che si è ripetuta all’Autódromo Internacional do Algarve, tappa ricordata per un’altra rimonta: scattato nono, Mir si è fatto strada per arrivare terzo sotto la bandiera a scacchi, sigillando così il suo primo podio della stagione. Due settimane dopo, a Jerez, si è dovuto accontentare della top 5.

“Non è il miglior inizio di Campionato per noi, per me - esordisce Mir prima di ricordare che in Qatar è stato in grado di lottare per il podio e che questo è un obiettivo da tenere in mente per il prossimo round a Le Mans - Spero di essere più forte ma ora dobbiamo sopravvivere e segnare più punti possibili”. Un messaggio che arriva forte e chiaro. “In Qatar ho lottato per il podio, a Portimao eravamo sul podio, penso che sto vivendo una buona stagione, no? Cosa ci si aspetta da me, che vinca tutte le gare?” Come dargli torto.

Il GP del Portogallo del 2020 è stato da dimenticare per Suzuki e, solo cinque mesi dopo, Mir è riuscito a prendersi un posto sul podio. Era un altro elemento che dimostra che il Campione in carica ha la situazione sotto controllo. Ha guidato in modo ammirevole e si è dimostrato capace, ancora una volta, di esibire la miglior versione del suo stile di guida in gara.

Al Circuito de Jerez-Angel Nieto, il #36 non è è riuscito ad aspirare al podio ma, ancora una volta, ha firmato il decimo tempo in qualifica, il turno che continua ad essere il punto debole di Suzuki, per poi riscattarsi in gara. “Le sensazioni sono buone. Durante questo fine settimana abbiamo fatto un passo avanti, ho avuto un buon feeling con la moto e un buon ritmo gara. Mi sentivo particolarmente forte. Durante la gara a Jerez penso che ne abbiano sofferto tutti tutto aspetto, ma credo che le Yamaha e le Suzuki abbiano accusato di più, ed è l’avere meno potenza per sorpassare e per stare dietro agli altri, è come se ci fosse un muro” spiega.

“Sei a mezzo secondo da un pilota e c’è un muro. Si surriscalda la gomma anteriore e non si riesce a fermare la moto. Ne hai di più, ma non puoi, è un po’ frustrante e non è la prima volta che succede qui. Con le alte temperature questo problema si accentua. Penso di non essere l’unico ad averlo accusato. Dobbiamo migliorare le qualifiche perché sono sicuro che se non avessi nessuno davanti a me potrei avere un tempo sul giro di gran lunga migliore. Penso che Jack (Miller) probabilmente non avesse un ritmo migliore del nostro. È stato intelligente ed è riuscito a fare un buon lavoro” ha detto lo spagnolo lodando il #43 per la gara che l’ha visto conquistare Jerez.

Mir ha continuato analizzando i problemi che ha nel sorpassare i piloti, parlando così di un altro punto debole della Suzuki: il motore. “Non potevo sorpassare i piloti. Questo era il problema. Probabilmente per il pilota davanti è stato lo stesso. Ma con un motore più potente si potrebbe fare un passo avanti. Se avessi avuto un pilota mezzo secondo più veloce, sarei stato in grado di seguirlo ma non di sorpassarlo”.

Le lotte di Suzuki e Mir in qualifica sono ben documentate. Degli otto podi ottenuti fino ad ora in classe regina, cinque sono arrivati dopo essere scattato fuori dalle prime due file. Può sembrare sorprendente ma il maiorchino non si qualifica in prima fila dal gran finale di stagione, a Valencia, del 2017, quando era in Moto3™ e la sua unica partenza dalla prima fila in MotoGP™ è arrivata perché il terzo classificato, Zarco, dovette scontare una penalità partendo dalla pit-lane. Quindi, compreso il GP della Stiria 2020, Mir ha firmato 10 partenze in prima fila nelle sue 90 gare finora e, nonostante questo, è un due volte Campione del Mondo. I punti si

Non c’è nulla di negativo da criticare nel ritmo di gara di Mir, quindi se lui e Suzuki troveranno una soluzione per migliorare le qualifiche, una seconda vittoria in classe regina non sarebbe poi così lontana. La prossima sfida per il 23enne è a Le Mans, un altro circuito esigente ma dove Mir è sicuro di essere forte. Cosa avrà migliorato nel corso dei 64 giri di test a Jerez? Lo scopriremo presto.

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