Il gioco dell’attesa: Rolls Royce o tempo per la famiglia?

L'ex telecronista della MotoGP™ Nick Harris ricorda i modi inusuali con cui i piloti sono arrivati all'appuntamento decisivo per il titolo

Fabio Quartararo (Monster Energy Yamaha MotoGP) sta scoprendo che l’attesa è la parte peggiore. Così vicino alla vittoria del titolo mondiale MotoGP™ ma con ben tre settimane di pausa tra un Gran Premio e quello successivo. Quando verso fine mese il francese arriverà a Misano avrà pensato alla sua strategia un milione di volte.

Il secondo appuntamento in programma a Misano offre al pilota Monster Energy Yamaha la prima occasione di chiudere i giochi iridati con due Gran Premi di anticipo. Cosa fa il transalpino in questi 21 giorni di attesa?

Fabio Quartararo, Monster Energy Yamaha MotoGP, Red Bull Grand Prix of The Americas

Sono sicuro che praticherà motocross e dirt track per tenersi in forma ma dovrà fare attenzione anche al rischio di infortunarsi. Ovviamente si terrà in forma ma al tempo stesso proverà anche a rilassarsi. Non è il primo potenziale campione del mondo a dover armarsi di pazienza prima dell’atto conclusivo. Coloro a cui è toccata questa sorte hanno affrontato il periodo lontano dalle gare in tanti modi diversi.

Barry Sheene e Freddie Spencer erano due personaggi molto diversi fino a quando non sono saliti su una moto da 500cc a due tempi. Il loro approccio all’ultimo decisivo appuntamento ha prodotto due risultati diametralmente opposti.

L’attesa più lunga che io ricordi è legata ai 28 giorni che risalgono al 1983. Freddie vinse il penultimo appuntamento in programma ad Anderstorp che si risolse in un controverso contatto con il suo rivale per il titolo Kenny Roberts.  A due curve dalla fine Freddie spinse la sua Honda NS500 all’interno della Yamaha di Kenny. Entrambi finirono nell’erba ma all’interno Freddie reagì più velocemente e festeggiò la vittoria una curva dopo. Kenny era furioso. Il tre volte campione del mondo era stato spinto fuori dal giovane che andava a caccia del suo primo titolo mondiale e che si presentò così al Gran Premio decisivo con cinque punti di vantaggio in classifica.

Freddie Spencer

Entrambi tornarono a casa loro negli Stati Uniti per riflettere su ciò che era successo in Svezia e ovviamente come è facile immaginare i due avevano delle opinioni molto diverse. Si rilassarono con le loro famiglie, giocando a golf con gli amici e praticando sci d’acqua. Entrambi erano consapevoli che Freddie poteva permettersi di arrivare secondo alle spalle di Kenny per vincere il titolo mondiale nell’ultimo appuntamento in programma a Imola. Yamaha puntò sul venezuelano campione del mondo nella 250cc Carlos Lavado per aiutare Kenny, ma Freddie percorse in modo perfetto i 25 giri in programma per la gara andando a conquistare la corona iridata. Kenny vinse la gara e provò a fare tutto ciò che era presente nel suo considerevole repertorio - ma senza riuscirci - per sbarrare la strada a colui che si sarebbe laureato campione del mondo. Alla fine fu un caos totale e ricordo di essere rimasto schiacciato contro la porta del centro medico in attesa della prima intervista con il nuovo iridato che ci impiegò più tempo a sottoporsi al prelievo delle urine che a compiere gli ultimi cinque giri di quell’importantissima gara.

Come è facile immaginare l’approccio di Barry Sheene alla minaccia Roberts è stata totalmente diversa. Il campione del mondo Barry sapeva che quella stagione 1978 si sarebbe decisa alla fine al Nürburgring e ovviamente voleva arrivare prontissimo a quell’ultima gara. Né Kenny né Barry avevano mai corso prima in sella a una 500cc sul leggendario e storico circuito tedesco. Kenny si allenò in sella a una Yamaha stradale mentre Barry puntò su una nuovissima, super lussosa e costosa Rolls Royce Silver Shadow.

Barry Sheene, Kenny Roberts, 1979

In qualche modo Barry e Steve Parris convinsero Rolls Royce a prestare loro una Silver Shadow nel lasso di tempo compreso tra il Gran Premio d’Olanda e quello del Belgio. Decisero che il modo migliore per imparare il circuito fosse girare in auto per due giorni su quella che era la pista più impegnativa per una macchina che di certo non era adatta a quelle condizioni. Furono dei momenti fantastici anche se quando riconsegnarono l'auto a Rolls Royce, questa era davvero di seconda mano. Kenny vinse il primo dei suoi tre titoli mondiali. Il pilota americano chiuse al terzo posto la gara vinta da Virginio Ferrari con Barry quarto alla bandiera a scacchi. Tutto quel tempo trascorso sulla Rolls Royce non diede i suoi frutti e senza dubbio l'auto non venne venduta come avviene invece quando in precedenza il suo proprietario è stato premuroso.

Quindi, Fabio, a te la scelta – Rolls Royce o relax!

 

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