Cantando sotto la pioggia

L’ex telecronista Nick Harris ci parla della splendida gara andata in scena sul bagnato in Indonesia

Devo essere onesto e ammettere che la mia prima reazione è stata quella di pensare che quei giorni erano ormai passati quando la sveglia mi ha svegliato domenica mattina alle 6. Ho pensato subito a non dimenticare l’accredito media, il cellulare e alla colazione da fare prima di partire per il circuito. Poi mi sono reso conto di trovarmi a casa in una splendida mattinata primaverile nella gloriosa Oxfordshire. Tutto quello che dovevo fare era far uscire il cane, accendere il bollitore e sedermi davanti alla televisione per guardare la gara della MotoGP™ valida per il Gran Premio Pertamina di Indonesia. A casa era tutto a posto ma sul circuito di Mandalika era tutta un’altra storia. Tuoni paurosi, lampi che illuminavano l’oscurità mentre la pioggia cadeva lungo la pista trasformandola in una serie di laghi e rivoli. Gare bagnate e ritardi, un incubo per il telecronista. Mi sono tornati in mente ricordi di lunghi e solitari pomeriggi a parlare di nulla rinchiuso nella cabina di commento su circuiti lontani come Motegi e Indianapolis.

Takaaki Nakagami, LCR Honda Idemitsu, Pertamina Grand Prix of Indonesia

Ricordi di giornate in cui australiani come Ant West avrebbero messo in scena una danza della pioggia nella corsia box dato che amavano correre su una pista bagnata. Tutto questo senza dimenticare il caos che la pioggia portava con sé.  Le gare venivano interrotte prima dell’avvento dell’era flag to flag. Nel 1989 a Spa la gara della classe 500cc venne fermata e ripartì due volte. Alla fine fu Eddie Lawson a essere dichiarato vincitore ma conquistò soltanto la metà dei punti dato che venne deciso che la seconda ripartenza non era consentita in base al regolamento. Ancora oggi si discute dei risultati del Gran Premio di Gran Bretagna del 1978 disputata a Silverstone che vide Kenny Roberts prevalere in mezzo al caos causato dalla pioggia.

Nessun problema di questo tipo quando domenica dopo un’ora e un quarto la pioggia ha smesso di cadere. Nessuna discussione dato che tutti erano d’accordo nel guardare uno spettacolo speciale che stava andando in scena sul bagnato e sulla pioggia. Da dove iniziare. Venti giri di puro spettacolo in condizioni in cui le abilità e il coraggio dei piloti hanno brillato come quei raggi di sole che in precedenza avevano illuminato il cielo oscuro. Che guida per Miguel Oliveira che ha aperto il cammino tra le onde per coloro che si trovavano alle sue spalle. In precedenza il portoghese portacolori KTM aveva raccolto appena nove punti nelle sue ultime dieci gare. Domenica ha portato a casa 25 punti in una sola gara. Prestazione da campione del mondo per Fabio Quartararo che ha chiuso in seconda posizione davanti a Johann Zarco che a fine gara ha espresso il suo rammarico per non aver spinto a fondo andando a caccia della sua prima vittoria in MotoGP™. E che dire della prestazione di Darryn Binder? Alla sua seconda gara in MotoGP™ in cui è approdato senza passare dalla Moto2™ e arrivando direttamente dalla Moto3™ si è classificato decimo: un risultato che lo ripaga di una guida brillante che mi ha ricordato quelle degli australiani Garry McCoy e Jack Miller, anche lui non passato per la classe intermedia prima di togliersi delle belle soddisfazioni nella classe regina. McCoy ha vinto due gare nella 125cc prima di passare alla 500cc in cui nel 2000 ha festeggiato tre successi per poi chiudere al quinto posto in classifica.

Miller deve aver creduto nelle sue possibilità domenica. Indimenticabile la sua prima vittoria arrivata in MotoGP™ nel 2016 sotto la pioggia di Assen. Una vittoria arrivata appena due anni dopo aver concluso al secondo posto il 2014 in Moto3™ nella stagione che lo ha visto vincere sei gare. L’unica delusione di Binder è stata quella di non essere riuscito a terminare la gara davanti al fratello Brad, ottavo alla bandiera a scacchi anche se ci è andato vicino.

Come per tutte le novità ci sono stati dei problemi logistici nel corso del weekend e che verranno sistemati. Per quegli entusiasti appassionati indonesiani che hanno cantato sotto la pioggia ci saranno altre opportunità per vedere i loro eroi in azione. Hanno atteso 25 anni per vedere il ritorno di un Gran Premio nel loro Paese e quindi l’ora e un quarto di attesa dovuta alla pioggia è stato un piccolo inconveniente bagnato. Per quanto mi riguarda non mi è affatto dispiaciuto essermi alzato alle 6:00 domenica mattina per assistere a uno spettacolo del genere specialmente con una tazza di tè e sull’asciutto.