Pirro: “Lorenzo, grossa perdita per Ducati”

Il pilota-tester del Team torna in pista nel CIV dopo la paura al Mugello e parla del binomio vincente destinato a finire

Michele Pirro è pronto per scendere in pista e venerdì tornerà per la prima volta in moto dopo la brutta caduta del GP d’Italia. Non sulla terza DesmosediciGP del Team ma sulla Panigale R della squadra Barni Racing per difendere la corona di campione del CIV. Pirro è la stella della competizione italiana sulle derivate di serie avendo vinto quasi tutte le gare da quando veste i colori desmodromici in quel campionato. Un dominio che, al tester e testimonial Ducati, serve come allenamento per la MotoGP™. Proprio al Mugello, qualche settimana fa, Pirro è stato vittima di una spaventosa caduta in ingresso alla San Donato mentre stava diventando il protagonista del fine settimana con il primato della FP1.

Per il terzo ducatista ufficiale, dopo l’appuntamento al CIV di Imola, l’impegno continua con i test privati a Misano in sella alla DesmosediciGP.

Prima dell’intervista a motogp.com, il numero 51 coglie l’occasione per parlare dell’incidente: “Ci tengo particolarmente a ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicini dopo l’incidente, i medici che mi hanno soccorso e il personale Dorna i dottori, l’assistenza è stata il top; come l’affetto dei tifosi, ducatisti e non, che hanno fatto in modo che la mia guarigione fosse più veloce”.

Come ti senti fisicamente in vista delle prove del CIV?

“Cadendo al Mugello ho preso un sacco di botte. La peggiore alla spalla. In questi giorni grazie alla fisioterapia ho fatto dei bei miglioramenti. Mi sono sottoposto a tutti gli esami e sono a posto anche se sento un po’ di dolore e mi manca un po’ di forza. Ma mi hanno dato l’ok per provare a correre. Nel campionato italiano cercheremo di fare il nostro meglio e voglio provare. Tornare in moto è la miglior cosa da fare in questi casi. Poi settimana prossima abbiamo dei test privati. Tutto questo mi serve per la stagione e per finire le gare che devo fare come wild card a Misano e Valencia dando a Jorge e ad Andrea qualcosina per giocarsi il mondiale”.

Che cosa prevedi per questo fine settimana?

“Non vedo l’ora di salire in moto. Volevo farlo subito dopo la caduta ma lo dicevo perché ero sotto antidolorifico. Quando me li hanno tolti ho capito che sarebbe stato impossibile correre al Mugello. Quello di Imola sarà un fine settimana difficile dal punto di vista fisico. Chiaro che avendo vinto quasi tutte le gare da quando corro nel CIV, il mio obiettivo è tornare ad essere quello prima dell’incidente, divertirmi in moto ed essere veloce”.

E per la stagione?

“Continuare a vincere. Facendo poche gare in MotoGP™, è l’unico momento nel quale posso confrontarmi con altri piloti. È un allenamento che mi serve per migliorare la velocità. Purtroppo quanto successo al Mugello mi ha tolto la possibilità di fare un grande fine settimana”.

Farai test a Misano e poi la wild card in MotoGP™ per due volte; la farai anche in Superbike?

“No nessuna wild card in Superbike. Per il momento non ne abbiamo parlato. È Ducati che decide ma io sono a disposizione. Fare le gare dà soddisfazione, ma le voglio fare al meglio e se ci sarà l’occasione ben venga altrimenti resto concentrato sui miei obiettivi che sono far crescere la MotoGP™”.

Michele Pirro, Jorge Lorenzo, Ducati Team

Argomento Ducati Team, come vedi adesso la situazione del box con questo sbilanciamento di potere nel confronti di Lorenzo ma sulla carta ex pilota?

“Da una parte sono felice che ora Lorenzo riesca ad esprimere il suo talento con la nostra moto. Dall’altra mi dispiace perché alla fine è arrivato con qualche settimana di ritardo e questo ha fatto si che le strade si divideranno. Credo che per Ducati sia una grossa perdita. Il potenziale di Jorge l’abbiamo visto, quando è tutto ok può fare la differenza. Fino ad un mese fa era in difficoltà e quindi la scelta è ricaduta su Danilo (Petrucci, ndr), un bravissimo ragazzo e un bravissimo pilota. Diamo un pilota forte alla concorrenza ed era meglio averlo con noi che come avversario”.

Ducati ha inseguito il mercato che adesso si muove in largo anticipo, troppo. Tu che cosa ne pensi?

“Così facendo i piloti che si possono mettere in luce durante la stagione non hanno possibilità. Il mercato si fa sulla stagione passata e non su quella in corso che ha ancora tanto da dire. Io credo che le decisioni vadano prese da metà stagione in poi; ci dovrebbe essere una regola che imponga questa cosa. Credo che gli organizzatori debbano agire sotto questo punto di vista. È anche brutto, come nel nostro caso, dover pensare sin dai primi GP che l’anno prossimo un pilota vada in un altro team e porti le nostre conoscenze ai rivali. È una situazione brutta che non fa lavorare sereni, è un nascondersi per evitare che poi i nomi, già di altri team, non si portino via informazioni. Non è il nostro caso ma spesso è così. Ad esempio in Catalogna la festa per la vittoria è stata un po’ rovinata dal pensiero del prossimo anno. Io stesso, teoricamente parlando, che inizio a correre a giugno e poi faccio una gara ad agosto, con il mercato già chiuso a marzo non posso certo avere l’attenzione di alcuna scuderia”.

Restando su Lorenzo, pensi veramente che sia stato il cambio di serbatoio (ultimo particolare tecnico arrivato alla fine di altre modifiche) a farlo diventare vicente o sia stato più uno step mentale?

“La Ducati è una moto particolare. Quello che è stato fatto con Lorenzo è stato fargli capire che ci voleva del tempo. Sono stati poi messi insieme una serie di particolari che hanno fatto esprimere il potenziale del pilota unito a quello della moto. Fino a poco tempo fa, Lorenzo non riusciva a farlo perché voleva guidare come si ricordava, come era la sua abitudine. Ma con il passare delle gare gli abbiamo spiegato che la moto doveva essere condotta in un certo modo, poi abbiamo lavorato dal punto di vista dell’ergonomia, usare la forza di tutto il corpo e meno quella della sola parte superiore del corpo. La velocità come pilota ce l’ha sempre avuta, gli mancava la costanza dovuta al fatto che guidava la Ducati in modo innaturale. Quando uno ha la velocità devi metter a posto solo alcuni parametri. Grazie a quanto fatto dal Test Team, dagli ingegneri, alla fine ha vinto due gare di fila. Peccato che poi le nostre strade si sono divise. Comunque noi non abbiamo mai mollato. Abbiamo dato il massimo quando tutto era buoi. Infine un particolare, penso si sia sentito più sereno dopo aver trovato una sistemazione per il futuro. Il discorso moto ha fatto al differenza ma, di più, il fatto che dopo Le Mans era più tranquillo per aver trovato l’accordo con Honda. Ha detto, ‘adesso guido libero senza dover dimostrare nulla’. Questo credo abbia fatto la differenza”.

Ora che cosa prevedi per il campionato?

“Dico solo che noi non molleremo e ci proveremo fino alla fine, sia con Dovi sia con Jorge. Saranno messi nella stessa condizione. Per quanto riguarda il mio lavoro, i test saranno fatti per cercare di aiutarli. Il nostro impegno è di mettere i due piloti nella condizioni di esprimersi fino alla fine”.