Cercava stabilità dopo anni di lavoro come organizzatrice di eventi freelance, quella sicurezza lavorativa la trovò nel 2006 in Dorna Sports. Alcuni anni più tardi è stata lei una delle figure chiave per la buona riuscita di un campionato messo in serie pericolo dalla pandemia di Covid-19. Stiamo parlando di Norma Companys, direttrice degli eventi del campionato MotoGP™. Le dedichiamo l’ultimo 8 del 2020 perché ci possa raccontare come ha gestito questa stagione ed è anche un modo per rendere omaggio alle decisioni coraggiose che ha preso in questi mesi contribuendo a farci dimenticare, seppur per qualche ora, la situazione in cui stiamo vivendo, permettendoci di emozionarci davanti gli schermi mentre assistevamo ai Gran Premi del nostro sport preferito.
“Il 2020 è stata una sfida per tutti. Quando eravamo chiusi in casa abbiamo affrontato riunioni di ore e ore tutti i giorni per cercare una soluzione e per provare a delineare degli scenari possibili senza ancora sapere quando saremmo usciti di casa – racconta Norma - Vivevamo nell’incertezza. Carmelo e Carlos Ezpeleta parlavano costantemente con tutti i promotori per essere aggiornati tutti i giorni sulla situazione dei singoli paesi. Non appena ci sono state le condizioni, abbiamo creato subito il piano di contingenza da cui è nato il protocollo di sicurezza per proteggere e salvaguardare la salute di tutte le persone impegnate nel paddock”.
“Ci spaventava tutto. Dovevamo trovare il modo per rendere i circuiti una campana di vetro. Allora abbiamo chiesto alle squadre di far spostare il minor numero di persone possibile, eravamo circa la metà rispetto al normale – precisa - Inoltre, tutti coloro che viaggiavano si sono sottoposti ad un tampone a settimana e quando c’erano delle gare consecutive restavano in hotel per ridurre al minino i rischi. Organizzare la parte medica è stato uno degli aspetti più impegnativi perché era una novità anche per i laboratori lavorare in questo modo ma per fortuna, pur avendo avuto alcuni casi, la situazione è sempre stata gestibile”.
Accedere al paddock è diventata un’esperienza nuova anche per chi, come Norma, conosce bene l’ambiente: “Abbiamo creato una app dove veniva inviato il risultato del tampone e, se fosse stato negativo, si poteva accedere. Ma non solo, all’interno del paddock dovevamo garantire le distanze negli uffici quindi inserire i pannelli, comprare le mascherine che fossero omologate e a sufficienza per tutti. I circuiti si sono trovati senza pubblico, è stato impegnativo anche per loro e, non avendo ospiti, hanno messo a nostra disposizione spazi delle strutture centrali perché potessimo lavorare in sicurezza rispettando le distanze”.
Tutti questi aspetti li ha curati il gruppo di lavoro diretto da Norma che è il primo dipartimento di Dorna Sports a entrare in contatto con i circuiti e i promotori: “Siamo una struttura molto esigente, il compito del nostro dipartimento è quello di avanzare le richieste di tutto che ci serve quando viaggiamo. E quest’anno abbiamo fatto i conti con esigenze nuove e con spese impensabili fino a qualche mese prima”.
Normalmente, organizzare un Gran Premio richiede almeno tre mesi di preparazione ma Norma ci spiega che questo è il margine minino e che dipende dalle diverse realtà: “Con i proprietari del Circuito de Jerez-Angel Nieto collaboriamo già da tanti anni, quindi di solito bastano un paio di mesi per dare vita all’evento. Quest’anno hanno ospitato i primi due Gran Premi della stagione e, nonostante la situazione, hanno fatto un lavoro eccezionale soprattutto perché sono stati i primi a sperimentare una nuova realtà, quella prevista dal piano di contingenza. Ma quest’anno il modo di lavorare è stato nuovo per tutti e adesso posso dire che ogni singolo appuntamento del 2020 è stato un successo, siamo riusciti a pianificare tutto il campionato in tempi record”.
Dopo aver parlato della buona riuscita di una stagione tutt’altro che scontata da portare a termine, riavvolgiamo il nastro per tornare al 2006, quando Norma entrò a far parte di Dorna Sports come coordinatrice d’eventi. “Ero appassionata di moto ma non conoscevo bene l’azienda al tempo però avevano pubblicato un annuncio, così mi candidai. Il mio profilo risultò interessante e dopo due colloqui il posto era mio”.
Laureata in storia dell’arte, fino a quel momento Norma si era dedicata all’organizzazione di eventi culturali come mostre, festival di cinema e tutto d’un tratto si è trovata catapultata in un ambiente adrenalinico e frenetico come quello del MotoGP™: “L’impatto è stato forte, il modo di lavorare era molto diverso da quello a cui ero abituata. Ero solita creare eventi in poche settimane o giorni, qui invece trascorrevamo mesi di lavoro per un solo GP”.
Ma, a rendere persino più attraente questa nuova avventura agli occhi di Norma, era la possibilità di viaggiare e di familiarizzare con culture diverse, un aspetto che dopo tanti anni continua ad affascinarla. “Quando organizziamo il Gran Premio del Giappone noto quanto siano lontani i nostri modi di vivere. Comunichiamo sempre attraverso dei traduttori, che ormai conosciamo da anni, ma oltre all’aspetto linguistico c’è anche quello organizzativo, abbiamo modi di fare molto diversi. Quando siamo in Argentina invece sappiamo che la risposta ad ogni nostra richiesta è: sta arrivando. E non arriva mai – dice ridendo - Sappiamo che in Sud-America hanno ritmi più rilassati rispetto ai nostri ma alla fine si adeguano sempre alle nostre esigenze e lo fanno con molta dedizione” puntualizza Norma.
Nel corso di questi anni, le mansioni di Norma sono cambiate e le sue responsabilità aumentate: “Quando iniziai eravamo in sei, oggi il mio gruppo di lavoro è composto da 11 persone”. La sua professionalità ha fatto sì che venisse premiata diventando manager e poi direttrice nel 2016: “In un primo momento ero il contatto diretto con i responsabili del mantenimento della pista, mi occupavo degli affitti per le attrezzature, poi dal 2014 iniziai a viaggiare da sola per fare dei sopraluoghi nelle piste durante la pausa invernale e dal 2017, insieme a Carles Jorba, direttore senior dell’operativo di Dorna Sports, andiamo nei circuiti che vorrebbero ospitarci per presentarci come azienda spiegando loro quali sono le nostre necessità per poter organizzare dei Gran Premi. Questo aspetto del mio lavoro lo trovo molto entusiasmante, mi piace vedere come evolvono le piste”.
Viaggiare è un aspetto intrigante del suo lavoro ma trascorrere intere settimane tra aereoporti, hotel e piste a ritmi sempre sostenuti, può portare anche a vivere momenti di sconforto: “La parte umana a volte è quella più difficile da gestire perché mi capita di passare dall’essere insegnate, madre, psicologa dei miei compagni di viaggio ma stando tanto tempo lontani da casa, prima o poi succede di faticare a gestire la stanchezza”.
Pur facendo i conti con i fusi orari, una vita lavorativa organizzata al millesimo di secondo, volgendo lo sguardo al passato, a quando ancora era una studentessa appena laureata, Norma osserva il suo presente con orgoglio ed estrema soddisfazione: “Non mi ero posta un obiettivo preciso di carriera ma mi sono sempre impegnata tanto in quello che faccio e sono orgogliosa di ciò che ho ottenuto e del ruolo che ricopro”.
Le donne impegnate nel paddock sono ancora una percentuale minima rispetto al totale delle persone coinvolte nel Campionato, ma Norma sostiene che la presenza femminile in questo ambiente si sia naturalizza. Quindi, se ci sono sempre più bambine e ragazze che sognano di fare il loro ingresso in MotoGP™ è anche grazie a Norma che, con impegno e professionalità, da anni affronta sfide e difficoltà con ottimismo e tenacia perché, come lei stessa dice davanti agli imprevisti: “Fa parte della diretta”. E pur prendendosi del tempo per riflettere su ciò che non è andato secondo i piani: “La cosa più importante è reagire”.
Dopo aver portato a termine il Campionato del Mondo MotoGP™ 2020, Norma potrà finalmente concedersi qualche settimana di tragua per poi tornare alla sua vita di #WomenInMotoGP nel 2021.