"Non c'è niente di simile alle gare. Puoi fare tutti i test che vuoi e avere un buon ritmo di gara, ma contro piloti così veloci come quelli di quest’anno… sono veramente forti”.
Queste le parole pronunciate da Cal Crutchlow mentre affila gli artigli in vista del suo ritorno in top class, dov’è chiamato a sostituire Andrea Dovizioso nelle fila del team WithU RNF Yamaha MotoGP™. Il britannico salirà sulla sella lasciata libera dall'italiano, che si è ritirato a Misano mettendo la parola 'fine' alla sua carriera.
Tre volte sul gradino più alto del podio in passato nella classe regina, Crutchlow si appresta così a congelare provvisoriamente il ruolo di collaudatore che lo vede impegnato con la casa dei tre diapason per tornare alle motivazioni e alla ‘fame’ che contraddistinguono i protagonisti della top class.
Più o meno: “Non abbiamo aspettative, mi limiterò a fare il mio lavoro nel miglior modo possibile. Per Yamaha è positivo perché potremo raccogliere informazioni sulla moto attuale”.
Per il numero 35 il primo dei round previsti è alle porte con il Gran Premio Animoca Brands di Aragon, seguito dalle trasferte in Giappone, Tailandia, Australia e Malesia, prima del gran finale di Valencia.
Sei gare, quindi, a fronte delle quattro affrontate da Crutchlow nel 2021 come sostituto di Maverick Vinales, ora in forze al team Aprilia Racing, e Franco Morbidelli, attualmente ufficiale per la casa di Iwata con i colori Monster Energy Yamaha MotoGP™: classifiche alla mano, non è mai andato a punti.
Nella scorsa stagione, quando è stato chiamato in Austria per tornare in griglia, non guidava la M1 da poco meno di sei mesi: "L’avevo provata nei test del Qatar e non l’avevo più toccata fino al test in Austria. Quando sono risalito ho rischiato un pasticcio mentre partivo e ho quasi urtato il muretto dei box. Ho esitato lungo tutta la pitlane e pensato: 'Non mi ricordavo fosse così difficile’”.
L’aneddoto, raccontato durante una recente puntata del podcast MotoGP™ Last on the Brakes, prosegue: “Poi sono uscito dalla pitlane, ho accelerato e ho avuto un forte mal di testa a causa delle forze G e della velocità. Ho pensato: ‘Speriamo che passi’. Nel giro successivo ero a posto. Non velocissimo, però. Spero che quest'anno sia un po' diverso”.
Di certo, con la squadra dovrebbe trovarsi bene. Almeno sulla carta: “Conosco lo staff e le persone che ne fanno parte, ho lavorato con Wilco Zeelenberg nel 2009 quando ho vinto il campionato del mondo WorldSSP”.
Il britannico ha voglia di tornare in azione: “Sarà un periodo tosto, sono passato dall'essere la persona meno impegnata a essere probabilmente quella con più cose da fare, ma sì, non vedo l'ora”. Per lui, nelle prossime otto settimane, in calendario sei gare e due test.
“Rivedrò molti amici del paddock e ho guidato un po' di più del solito negli ultimi tempi, quindi non mi aspetto un periodo così difficile come quello dell'anno scorso".