Le concessioni hanno funzionato: per la prima volta dal 2016, quando sono state introdotte le formule elaborate per permettere ai marchi meno competitivi di recuperare terreno, nel 2023 nessuna delle cinque case schierate in top class sarà coinvolto in questo regime.
In altre parole: il sistema ha livellato le prestazioni, permettendo a chi era indietro di colmare il gap.
Ma cosa prevedono, di preciso, le concessioni?
Sulla scia di un periodo di prolungato di scarse performance, permettono di avere nove e non sette motori a disposizione in una stagione, la possibilità di non congelare le specifiche del motore all’inizio dell’annata in corso e sei wild card, al posto di tre.
Inoltre, permette alle realtà coinvolte di effettuare più test e far scendere in pista i propri piloti ufficiali impegnati a tempo pieno in top class: un’opzione, questa, esclusa per gli altri.
Nel 2022 Aprilia era rimasta l’unica, a usufruire del regime. La sua competitività si è tradotta in nove podi, di cui una vittoria.
La RS-GP, insomma, si è affermata come una fra le moto più forti.
A farle compagnia, fino a qualche anno fa, era stata KTM: la rincorsa degli austriaci aveva contato sulle concessioni fino al 2020, quando hanno ottenuto due vittorie e altri cinque podi. Secondo nel campionato costruttori e terzo in quello dei team, il marchio si era quindi affacciato al top in maniera concreta.
Nel 2022, nonostante una stagione altalenante, ha messo i suoi due ufficiali al secondo posto nella classifica riservata alle squadre.