Dalla pista ai set televisivi, il passo è breve. Soprattutto se ti chiami Pedro Acosta (Red Bull GASGAS Tech3) e sei salito sul podio alla tua seconda gara in MotoGP™.
L'iberico, reduce dal terzo posto raccolto nel Gran Premio del Portogallo, è stato ospite del programma spagnolo "El Hormiguero”, in onda sull’emittente Antena 3, dove ha parlato dell’inizio della sua stagione da rookie nella classe regina.
A partire dalle schermaglie che l’hanno visto protagonista in Qatar, durante il primo appuntamento del 2024, insieme all'otto volte iridato Marc Marquez (Gresini Racing MotoGP™). Il momento in cui l’esordiente ha sorpassato il veterano non è passato sotto silenzio: ”È sembrato più facile in televisione di come l'ho vissuto io. Lui l’aveva fatto con Rossi e ora io l'ho fatto con lui”. La goduria è stata massima: “Bellissimo".
Il numero 31 si trovava in una situazione affatto facile: passando dalla classe intermedia alla MotoGP™ “ho cambiato squadra, capotecnico, tutto”. Quella “è stata la prima vera gara che ho fatto”. All’iberico avevano detto “vai e basta, e io ho dato il massimo”.
Qualche settimana dopo era sul podio di Portimao con in mano il trofeo del terzo classificato: "Spero che tutto rimanga bello com'è adesso. Mi sto divertendo e vengo pure pagato. Cosa posso volere di più?”
Certo, il percorso verso la top class non è stato facile. Anche se si è consumato in tempi lampo: Acosta è arrivato la Mondiale “a 16 anni e ora ne ho quasi 20, quindi sono cambiato”.
"Il primo anno era andato molto bene, come anche il terzo”. Si era infatti aggiudicato i titoli di Moto3™ e Moto2™. “La seconda stagione invece è stata dura, specialmente all’inizio. In quel periodo sono cambiato, come pilota. Se non avessi imparato e fossi maturato, probabilmente mi avrebbero cacciato. Distruggevo le moto a un ritmo troppo elevato. Non era normale”.
Da Acosta anche un pensiero alla famiglia, vero trampolino verso il successo sportivo: “Non sarei qui se non fosse per loro e per quello che hanno fatto per me. In questo momento me ne starei invece con mio padre a pescare”, perché quello è il suo mestiere. “Grazie a loro, il mio sogno di ragazzo s’è avverato. Quello che mi sta succedendo ora non è merito mio, non è il frutto degli allenamenti o del talento. Il riconoscimento va a loro, che hanno rischiato il lavoro e la casa per quello che era il mio hobby. Tutto quello che sono oggi, lo devo a loro".
Infine, un episodio simpatico: “Siccome ho un ego molto grande, a volte vado su Google e cerco qualcosa su di me. Un giorno ho pensato di controllare su Wallapop se c’era in vendita qualcosa di mio. Ho trovato stivali, saponette, guanti e non solo. Ma niente che mi fosse realmente appartenuto. Indispettito, ho pensato di prendere in giro questi venditori vendendo la mia biancheria intima. Usata, ma vittoriosa".