“Incassare un colpo è sempre dura, ma quando poi ne arrivano di più, e sono tutti vicini, l’impatto si moltiplica”.
Parole, queste, pubblicate sui social da Jorge Martin, protagonista di un avvio di 2025 da incubo. Lo spagnolo, che l’anno scorso ha vinto il titolo della MotoGP ed è poi passato a nuovo team vestendo i colori Aprilia Racing, si è infortunato per due volte e ha dovuto affrontare altrettanti interventi chirurgici. L’ultimo proprio ieri, sulla scia di una caduta rimediata durante un allenamento.
“Questa volta i colpi sono stati particolarmente tosti, sia fisicamente che mentalmente", ha proseguito l'iberico. "Per la prima volta nella mia vita salterò la gara d'apertura della stagione”.
L’amarezza è tanta. A inizio febbraio Martin si era presentato in Malesia per i test precampionato con il numero 1 di campione del mondo sulla carena e l’esigenza di macinare chilometri per adattarsi all’Aprilia, per lui una moto tutta nuova. Vittima di un highside nella prima giornata d’azione, ha rimediato una serie di fratture. Finito poi sotto i ferri, si è ripreso e ha iniziato a prepararsi per il primo round della stagione. Ma è caduto di nuovo, rompendosi la mano sinistra. Di qui una nuova operazione e la possibilità di essere in pista in Thailandia, questo fine settimana, evaporata definitivamente.
“L'anno non sta iniziando come vorrei”, la valutazione dello spagnolo. “Lunedì, mentre mi allenavo per la prima volta dopo l'incidente di Sepang per essere nelle migliori condizioni possibili per la Thailandia, ho subito un highside che mi ha causato quattro nuove fratture. Si sommano alle tre con cui avevo già avuto a che fare due settimane fa”.
Martin accusa il colpo, certo, ma non getta la spugna: “Una cosa che so per certo è che queste cose possono essere superate. Non so se ciò mi renderà più forte, ma so che ce la farò, come ho sempre fatto. Il mio obiettivo è recuperare al 100% e tornare a correre per godermi la mia passione”.
In Thailandia sulla RS-GP lasciata libera dal campione del mondo ci sarà il tester Lorenzo Savadori.