Freni e motori, le preoccupazioni di Yamaha

Juan Martinez, ex capo tecnico in MotoGP™ e commentatore di DAZN Spagna, analizza i problemi con cui deve fare i conti la casa di Iwata

La stagione 2020 sembra aver preso una svolta inaspettata per la Yamaha. Tutto è iniziato a gonfie vele con le due vittorie di Fabio Quartararo (Petronas Yamaha SRT) a Jerez, con Maverick Viñales (Monster Energy Yamaha MotoGP) alle sue spalle accompagnato poi, nel secondo GP, dal compagno di squadra Valentino Rossi. Arrivati a Brno, la situazione ha iniziato a cambiare, nonostante Franco Morbidelli (Petronas Yamaha SRT) abbia centrato il primo podio in carriera nella massima categoria. 

 

A questo punto, sorge spontaneo chiedersi: che cosa stia succedendo in casa Yamaha? Per scoprirlo, i conduttori di Cambia el Mapa!, il podcast in spagnolo dedicato al MotoGP™, hanno invitato Juan Martinez, l’attuale commentatore dei Gran Premi di DAZN Spagna, che ha analizzato i problemi avuti da Yamaha con i freni e con i motori insieme ad altri argomenti d’attualità. 

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Il caos dei freni

Brembo aveva a disposizione delle pinze speciali per i team che, nel caso di Ducati, erano già state usate. Che cosa si aspettavano da queste pinze? 

“In sostanza, quello che stanno cercando di fare è dissipare la temperatura che si genera nei dischi e nelle pastiglie. Frenando si esercita un attrito tra le pastiglie, i dischi e la traccia del disco del freno, in questo modo, la temperatura generata viene trasmessa a tutti i componenti che sono a contatto con le pastiglie e i dischi. Si vuole ridurre la temperatura che viene assorbita dall’intero sistema frenante il più rapidamente possibile”. 

 

Quale potrebbe essere una soluzione per Yamaha al fine di evitare questi inconvenienti? 

“Sembra che non solo la Yamaha abbia avuto questi problemi. Il fatto più ovvio è quello di Maverick che è stato uno dei piloti a non aver adottato la soluzione proposta da Brembo per i GP in Austria. Dopo le analisi fatte da Brembo in seguito alla prima gara, hanno capito che tutti erano al limite e che la situazione non si è aggravata perché è stata esposta la bandiera rossa. Per questo, al secondo GP, la settimana successiva, Brembo ha proposto diverse pastiglie”. 

“Un modo per dissipare questa temperatura è aumentare la massa dei componenti. Negli ultimi anni ci sono state due modifiche importanti. Da un lato, è stato aumentato il diametro totale del disco, così si guadagna un po’ di massa e di leva, aspetti che influiscono sull’efficacia della frenata. D’altra parte, si è capito che serviva anche ad aumentare la traccia verso l’interno. Allora, a causa delle limitazioni, Brembo ha cercato di fare alcuni cuscinetti che sono anche chiamati High Mass e servono ad aumentare la massa. Come si aumenta la massa? Beh, guadagnando un po’ di spessore nella pastiglia e un po’ di superficie di contatto. Alcuni dei piloti hanno percepito che con questa modifica cambiavano le loro sensazioni in frenata, motivo per cui, alcuni di loro hanno corso il rischio di non adottare i cuscinetti, come ad esempio Maverick e Mir”. 

Maverick ha letteralmente detto: “Mi stava esplodendo il freno”. Alex Marquez, che era dietro di lui, ha spiegato di aver visto un pezzo saltare fuori. Che sia stato un pezzo del disco? Possibile che si rompa? 

“Sì. Ovviamente, se succede qualcosa al disco, le pastiglie, così come sono posizionate, saltano. Il carbonio come materiale è molto resistente e deve lavorare ad una certa temperatura per essere efficiente ma ha anche una temperatura massima di ossidazione. Ciò significa che quando si supera il limite massimo, che è intorno ai 900°, per un certo tempo si corre il rischio che il materiale possa separarsi e che quindi il disco si rompa. Il dubbio, nel caso di Maverick è se avessero davvero si sia trattato di un problema di ossidazione come aveva rilevato Brembo dopo la prima gara. Ora controlleranno i picchi di temperatura e per quanto tempo viene sopportata per capire quando inizia a danneggiarsi il materiale. Se così fosse, il problema di Maverick sarebbe legato alla temperatura o al tasso di ossidazione del materiale che, venendo superato, ha causando la rottura del disco. Potrebbe essere stato solo un caso”. 

“Il discorso dei freni è circoscritto a questo circuito. Brembo, infatti, anche dopo la prima gara ha chiesto ai team di utilizzare eventuali elementi di ventilazione o di favorire in qualche modo il raffreddamento delle pinze dei freni. Penso che sia caratteristico di questo circuito. Alla luce di questo, sicuramente se Maverick avesse usato le nuove pastiglie, il problema non si sarebbe presentato. Credo che al prossimo circuito, a Misano, non dovrebbe presentarsi questo problema. La prossima pista impegnativa per i freni sarà Barcellona ma niente a che vedere con l’Austria”. 

La minaccia dei motori 

Se il motore si fosse rotto nell’ultimo incidente di gara, Viñales avrebbe solo tre dei cinque motori per completare la stagione. Potrà affrontare tranquillamente le gare che ci aspettano? 

“Ci sono ancora nove gare. Se hanno individuato quali sono i motori che possono avere problemi, allora, è probabile che usino quelli che funzionano bene per il warm up e per la gara. Ma credo che potremmo vederli partire dalla pit-lane in qualche occasione”. 

“Questa è una mia valutazione basata su quello che ho visto. Poi bisogna davvero osservare i motori che hanno le valvole sbagliate perché si potrebbero usare per le sessioni di libere per capire se e come condizionano le prestazioni. Non è che la domenica imposti automaticamente 500 giri e basta, perché il cambio viene modificato e ci sono una serie di inconvenienti come il calcolo dei consumi... Non è che si possono fare modifiche così immediate”. 

 

“È difficile capire il perché Yamaha debba aggiustare tutti questi piccoli dettagli. Ovviamente, chi è dentro deve prendere decisioni affinché questo non accada più. Quello che non possono permettersi sono disattenzioni alle minuzie per non perdere la fiducia dei piloti e per recuperare in termini di risultati”. 

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