Lui, un nove volte campione del mondo considerato da alcuni il più grande degli ultimi 75 anni, avrebbe annuito in segno di approvazione. Lo scorso fine settimana, l’appuntamento della MotoGP™ a Silverstone gli sarebbe piaciuto eccome. E per diversi motivi.
Il pilota che ha vinto la gara della classe regina portava i suoi colori, sul casco. Quello che ha trionfato in Moto2™ era inglese come lui. E fra i monocilindrici della classe cadetta, la bagarre è stata così avvincente da racchiudere, sotto la bandiera a scacchi, sette rivali in appena mezzo secondo.
Stanley Michael Bailey Hailwood, conosciuto come Mike the Bike, avrebbe approvato.
Nel percorso che lo ha portato ai suoi titoli nel Motomondiale (classi 250, 350 e 500), l’inglese ha vinto 76 Gran Premi (anche in 125). Nel Regno Unito è stato decorato con la George Medal, che va a chi si contraddistingue per il coraggio espresso. Dopo aver messo in bacheca tutti quei Mondiali, a 39 anni di età, è tornato a correre sull’Isola di Man per affrontare il Tourist Trophy su una Ducati. E ha vinto.
Quante ne ha combinate, Mike. Una volta, ad Assen, ha vinto in tre diverse classi nello stesso giorno. Negli anni 60 si era affermato come il più giovane vincitore di una gara in 250 e 500. È stato il primo nella storia a fare poker vincendo quattro titoli di fila nella classe 500, dal 1962 al 1965.
Il casco indossato da Enea Bastianini (Ducati Lenovo Team) domenica scorsa, quando ha vinto il GP della Gran Bretagna dopo aver ottenuto l’oro nella Tissot Sprint, riporta alla cavalcata del britannico al TT, quella di cui parlavo prima.
Era il 1978, è trascorso quasi mezzo secolo: Hailwood era passato dalle moto alle auto, correndo in Formula 1. Poi quel ritorno col botto sull’insidioso Mountain Course (tracciato stradale di circa 60 chilometri) e nella categoria principale, la F1.
Mike the Bike chiudeva un cerchio: 19 anni prima, aveva vinto il Gran Premio dell'Ulster, nella classe 125, proprio su una Ducati.
Bastianini, insomma, ha portato il suo casco tributo dove meritava, sul gradino più alto del podio. In Moto2™ si è affermato Jake Dixon (CFMOTO Aspar Team): l’ultimo inglese a vincere il proprio Gran Premio di casa era stato Danny Kent nel 2015, mentre era sulla strada del titolo nella classe cadetta. In quella intermedia, due anni prima, c’era riuscito Scott Redding.
Una delle grandi forze di Hailwood era la capacità di adattarsi a qualsiasi moto e circuito. Quattro le diverse cilindrate in cui si è affermato, lunga la lista dei marchi con cui l’ha fatto: Ducati, Honda, MZ, MV Agusta, Norton.
Le piste: dal Sachsenring all'Isola di Man, da Assen a Daytona.
La George Medal non gli è stata conferita per i risultati sportivi, ma per un gesto che è andato oltre. Gran Premio del Sudafrica 1973, Formula 1: un incidente con Clay Regazzoni, l’auto dello svizzero che prende fuoco e l’inglese che lo estrae dall’abitacolo, salvandolo.
Hailwood è scomparso a causa di un incidente stradale, nel 1981, insieme alla figlia Michelle. Lo scorso fine settimana, durante i festeggiamenti per i 75 anni del campionato del mondo, è stata celebrata anche la sua vita.
Grazie a Enea, a Jake e ai sette piloti della Moto3™ che hanno dato spettacolo. In onore di un grande del nostro sport.