Livree che faranno sognare

A Silverstone è in arrivo un fine settimana sensazionale, con le celebrazioni per il 75° anniversario del campionato del mondo: l'ex cronista Nick Harris ne approfitta per ricordare i colori delle moto che l'hanno colpito di più nella storia dei GP

Basta una foto, per evocare un fiume di ricordi. Soprattutto, nel mio caso, se è legata ai 75 anni di storia dei Gran Premi su due ruote. Memorie personali e non, connesse ad amicizie e vicende che si sono intrecciate un decennio dopo l’altro. Se c’è di mezzo una moto, poi, è tutto più chiaro e speciale. Ogni carena, con la sua particolare colorazione, riporta a un’epoca precisa fatta di oggetti e soggetti, con caratteristiche diverse per ogni periodo. 

Penso alle vernici rosse e argentate delle MV Agusta, dominatrici nelle classi 350 e 500 del campionato del mondo di oltre mezzo secolo fa, una vera meraviglia. Mi ricordo seduto sul muretto del castello di Greeba, sull’isola di Man nel 1968, mentre Giacomo Agostini sfrecciava impegnato nel Tourist Trophy. Il rombo del suo motore si sentiva da dieci chilometri di distanza. Il volume cresceva man mano che si avvicinava. Poi, da una curva a destra con all’esterno alberi e muri, ho visto spuntare una pallottola rosso e argento sparita in un baleno. Dopo quel passaggio, nel pubblico siamo rimasti tutti ammutoliti. 

Agostini, MV AGUSTA
Agostini, MV AGUSTA

La memoria mi porta poi in avanti di qualche anno, prima che diventassi giornalista. Mi trovavo sul circuito belga di Spa Francorchamps con alcuni amici. Se chiudo gli occhi vedo ancora l’immagine di Phil Read che esce dalla foresta delle Ardenne e si fionda sul rettilineo di partenza alla fine del primo giro. Dietro aveva già fatto il vuoto. A caratterizzarlo c’era la stessa livrea che mi aveva fatto sognare con Ago. Rosso e argento. La MV Agusta 500. 

Se penso a quando ho iniziato a lavorare come giornalista mi ritrovo davanti a una scena che coinvolge Barry Sheene. Stava litigando con alcuni commissari di gara, inglesi come lui, perché a loro non andava bene il modo in cui era fatto il numero 7 che il britannico portava sulla carena della sua Suzuki. 

Kenny Roberts Sr.
Kenny Roberts Sr.

Dalle tinte delle MV Agusta al numero di Sheene, dunque. Poi, ancora colori. Giallo e nero, questa volta. Come la Yamaha di Kenny Roberts, arrivato dagli Stati Uniti nel 1978 per mettere tutti in riga. Ha vinto il titolo della classe regina all’esordio, poi si è ripetuto due volte, raggiungendo il tris. 

Il californiano ha dato il via all’era degli americani. Uno di loro, mi ha aiutato parecchio. A metà degli anni 80 il giornale per cui scrivevo ha chiuso i battenti e mi sono ritrovato in difficoltà. A soccorrermi è stato Freddie Spencer, che mi ha dato un gancio per farmi lavorare alla Rothmans, sponsor della Honda, per cui correva da ufficiale. Lo statunitense è diventato l’ultimo pilota nella storia a vincere nella stessa stagione i titoli delle classi 250 e 500. È successo nel 1985, su quelle meravigliose moto bianche e blu, con qualche tocco dorato. 

Kevin Schwantz, 1993
Kevin Schwantz, 1993

Avanti di qualche stagione ed ecco spuntare la Suzuki Lucky Strike di Kevin Schwantz, le Yamaha Marlboro di Eddie Lawson e Wayne Rainey, mentre i colori Rothmans continuavano a caratterizzare le Honda di Mick Doohan e Wayne Gardner. 

La mia preferita però era la Cagiva. Tutta rossa. Classe, eleganza, raffinatezza. Punto. 

Assen 87
Assen 87

Poi il 2001. Ero seduto in un taxi insieme a Valentino Rossi e al suo storico scudiero, Alessio ‘Uccio’ Salucci. Ci stavamo dirigendo verso gli studi della BBC dopo un servizio fotografico al London Eye, la ruota panoramica della capitale inglese. Venuti a conoscenza dell'esistenza di un fan club del numero 46 alle Hawaii, stavano valutando di fare arrivare al Mugello un paio di tifosi provenienti dall’isola del Pacifico. Poi la conversazione ha preso un’altra piega: in aggiunta, i due avrebbero fatto verniciare la Honda 500 del pilota di Tavullia a tema hawaiano, coi fiori e tutto il resto. Lo stesso per il casco, la tuta e le divise del team. Al box sono spuntati anche una piscina e una palma. Meraviglioso.

Valentino Rossi, Mugello 2001
Valentino Rossi, Mugello 2001

L’ultimo ricordo è per Nicky Hayden: il casco con cui ha vinto a Laguna Seca nel 2005, un tributo alla bandiera a stelle e strisce. Penso a lui e a suo padre Earl, due tipi speciali davvero. 

HAYDEN107
HAYDEN107

Questo fine settimana, a Silverstone, le moto della classe regina si presenteranno con delle livree ispirate al passato. Sul volto di qualcuno spunterà una lacrimuccia, per altri sarà un sorriso. Evocheranno tante, tantissime storie. Perché in questi 75 anni di corse, di eventi straordinari ce ne sono stati parecchi. 

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