A Sepang per Jorge Martin ci sarà il primo match point della stagione: potrebbe infatti conquistare il titolo della MotoGP™ nel penultimo appuntamento del calendario iridato. Improbabile, che accada. Ma comunque possibile. In passato, è successo parecchie volte.
Lo spagnolo del team Prima Pramac Racing ha vinto il suo primo e finora unico Mondiale proprio a Sepang, nel 2018 e nella classe Moto3™, con un round di anticipo sulla fine del campionato.
Lo stesso è successo a Francesco Bagnaia, che in classifica ha 17 punti in meno di Martin. L’attuale asso del Ducati Lenovo Team ha messo le mani sul suo titolo numero 1 proprio in Malesia, nella classe Moto2™. È successo nel medesimo anno in cui è arrivato l’acuto di Martin, il 2018.
Il prossimo fine settimana in Malesia la situazione sarà però diversa. Ci sarà infatti da considerare la Tissot Sprint del sabato, che metterà sul piatto 12 punti in più.
Potrebbe essere determinante, dopo il risultato di domenica scorsa sotto la pioggia di Buriram, in Thailandia, dove Bagnaia si è intascato i 25 punti in palio domenica e Martin gli è arrivato alle spalle, complice la scivolata che ha tolto di mezzo Marc Marquez (Gresini Racing MotoGP™) mentre era in seconda posizione.
In Malesia sul piatto ci saranno 37 punti. Per laurearsi campione, Martin dovrà salutare Sepang con un vantaggio di almeno 38 sul compagno di marca.
Senza considerare le stagioni influenzate dal Covid e dal calendario ridotto, l'ultimo titolo mondiale della MotoGP™ assegnato al penultimo appuntamento risale al 2012, quando Jorge Lorenzo in Australia ha chiuso secondo dietro alla Honda di Casey Stoner: per lui, era la seconda affermazione nella classe regina.
Un anno prima era successo proprio a Stoner: per lui una giornata speciale, davanti a un pubblico di connazionali raccolto a Phillip Island, la sua pista preferita. Anche per il numero 27 era il Mondiale numero due.
Per trovare un titolo assegnato nella penultima gara e a Sepang, occorre tornare al 2009. Terzo dietro a Stoner e Dani Pedrosa, Valentino Rossi ha messo in bacheca il suo settimo Mondiale della classe regina, il nono considerando tutte le categorie. Ricordo ancora i festeggiamenti attorno alla piscina dell'hotel all'aeroporto di Kuala Lumpur, fino all’alba del giorno dopo e anche oltre. L’asso di Tavullia aveva messo le mani su un titolo al penultimo round anche nel 2004. Il tracciato: Phillip Island.
Non sempre è necessario salire sul podio, per chiudere i giochi. Penso per esempio al 1999, quando Alex Criville è diventato il primo pilota spagnolo a vincere il titolo della top class, a Rio e con una sesta piazza. All’iberico bastava sapere dov’erano i diretti avversari nella corsa al titolo: terzo Kenny Roberts Junior, settimo Tadayuki Okada. Per lui, andava bene così.
Nei 75 anni di storia del campionato, chi ha vinto dei titoli più velocemente, cioé nel numero più ridotto di Gran Premi? Non c’è da stupirsi: si tratta di Giacomo Agostini. Nel 1970 e nel 1971, sulla MV Agusta 500, ha chiuso la partita alla sesta delle 11 gare previste, quindi poco oltre la metà della stagione. A quei tempi i calcoli erano più difficili da fare, rispetto a oggi. I piloti potevano infatti scartare dal conteggio alcuni fra i loro peggiori risultati.
An unpredictable 2024 season with many changes on the Championship lead! 📊
— MotoGP™🏁 (@MotoGP) October 29, 2024
This is how the title fight has evolved from the first race in Lusail to the 18th Round in Buriram! 👀
With only two to go, it's time for #TheRematch🏁 pic.twitter.com/3zyOJivSSs
Tornando al 2024, di qui al giù il sipario del campionato ci saranno da raccogliere 74 punti. Mica pochi. E mica scontati: a Sepang c’è sempre il rischio pioggia da tenere in considerazione. Vedremo. Nel frattempo, mi consolo pensando a quanto sarebbe soddisfatto di me il mio vecchio prof di matematica. Alla fine, fra tutti questi calcoli, direi che me la sono cavata. Forse è merito suo!
Il campionato è equilibratissimo: nell'ultimo GP si deciderà chi verrà incoronato campione del mondo 2024
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